Vivere lo spazio verde come un mondo sonoro in costante mutamento è uno dei principi base del giardino sensoriale terapeutico, ormai divenuto una realtà anche presso alcuni prestigiosi centri di cura in Italia e nel mondo. La relazione fra il benessere del paziente e il contatto con la natura è ormai stata chiarita da ricerche scientifiche autorevoli.
Un dato significativo riguarda la minore quantità di analgesici e i tempi di recupero della salute più brevi nei pazienti che dal loro letto in casa o in ospedale vedono un paesaggio naturale e possono frequentarlo appena sono in grado di riprendere la deambulazione, ascoltando i suoni emessi dalle piante e dagli animali, la pioggia, il vento, gli uccelli che cantano invisibili tra i rami di un albero. La luce solare e il contatto con il mondo naturale riducono il livello di ansia nel paziente; nel caso dei bambini, queste condizioni migliorano le capacità di apprendimento. Che il giardino sia una forma di cura e di apprendimento non è certo una novità: ne parlava Bernardo di Chiaravalle nell’anno 1100 (“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà.”), lo raccontano i giardini Zen in cui domina la pace del silenzio arcano, in una forma di grande armonia. Oggi è proprio il silenzio, o meglio la musica pacata del mondo naturale, ad attirare l’attenzione di chi è costretto ogni giorno a misurarsi con il frastuono dell’auto, il brusio di fondo di negozi e uffici, la musichetta spesso poco gradita che siamo costretti ad ascoltare al supermercato. Per non parlare di treni e metropolitane, discoteche e rumori industriali... Un frastuono che fa dimenticare quanti e quali suoni si mescolano e si sovrappongono nell’ambiente verde.
Quando le piante sono musicali
Sono molti i suoni emessi dalle piante, da quello degli alberi mossi dal vento alle foglie d’autunno che rotolano sulla pavimentazione. Alberi come betulla, salice e pioppo, dai rami leggeri e flessibili, sono particolarmente sonori, mentre nei climi miti è il pino marittimo a preparare un concerto con la sua chioma capace di assecondare persino le bufere di vento tipiche delle zone costiere.
Specie come il bambù e le graminacee ornamentali come Miscanthus ed erba delle Pampas (Cortaderia sellowiana), di semplice coltivazione anche in grandi vasi, hanno fogliame e infiorescenze capaci di emettere una musica piacevole, mentre in altri casi il rumore è legato alle caratteristiche particolari del fiore o del seme: le campanelle cinesi (Physalis alchechengi) producono un suono particolare urtandosi fra loro, mentre il cocomero asinino, Ecballium elaterium, produce curiosi semi pelosi che quando sono maturi scoppiano con un sorprendente “pop” se appena sfiorati, sparando i semi a distanza di metri: una sorpresa divertente e sorprendente che incanta adulti e bambini. Ma non toccate il "missile": il liquido è irritante.
Come limitare il fastidio del rumore e l'inquinamento acustico
Oltre 40 milioni di italiani arrivano a soffrire per l’inquinamento acustico in casa, sul lavoro o a causa del traffico. Il dato è fornito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e ognuno di noi ha potuto verificare il fastidio profondo e il disagio che proviene dal continuo “rumore di fondo” della nostra vita.
In giardino e terrazzo è fondamentale cercare di ridurre al minimo le fonti di rumore esterno e fastidioso per riuscire a ritrovare la sensibilità delle nostre orecchie e quindi la capacità di ascoltare la musica della natura. La prima misura da adottare è quella delle siepi protettive: tra le specie più insonorizzanti ci sono il sommacco, il lillà, il pittosforo e l’oleandro purché fitti e ormai adulti, di taglia media o alta. Dove il rumore è davvero elevato conviene prendere in considerazione le barriere acustiche e i pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti.
Naturalmente, il giardiniere attento avrà cura di ridurre al minimo le proprie produzioni di rumore. Il tosaerba con motore a scoppio può produrre molti decibel, soprattutto se è un vecchio modello (i modelli più nuovi sono più silenziosi sia nel motore che nel movimento delle lame, fino ai 64 decibel dei piccoli robot tosaerba a batteria). Le macchine elettriche o a batteria sono senz’altro molto meno rumorose; tra tutte, ancora più del tosaerba può infastidire il tremendo frastuono di una motosega vecchia e mal registrata: 110 decibel a un metro di distanza, più di una discoteca o di un autotreno...