Negli ultimi anni, a causa del cambiamento climatico, anche nelle regioni del Nord Italia si stanno registrando dei periodi inusuali di prolungata e intensa siccità. Molte piante, durante il grande caldo dei mesi estivi, patiscono notevolmente e in molti casi sono deperite nonostante la presenza dell’impianto di irrigazione. È sempre più necessario, dunque, prevedere di realizzare giardini e terrazzi che affrontino in modo più decisivo il problema dell’approvvigionamento idrico. La soluzione è di utilizzare specie che per sopravvivere necessitano di poca acqua, ossia quelle tipiche del giardino mediterraneo o similari. Si parla dunque di realizzare aree verdi dove l’irrigazione delle piante non è un problema ma un’alternativa. Una nuova concezione che guarda e si ispira alla natura delle piante autoctone selvatiche, che non hanno bisogno di nessuna tecnica di irrigazione se non delle acque meteoriche.
Coltivare in vaso
Un primo punto è il ritorno all’uso del vaso, particolare elemento dello stile mediterraneo. L’utilizzo dei contenitori è molto usato nei giardini meridionali nonostante in molti casi si disponga di ampie metrature di giardino. La coltivazione in vaso permette infatti di spaziare molto di più nella scelta delle specie, osando anche in quelle più mediterranee, che normalmente non vivrebbero in Italia settentrionale per le minime invernali. Disporle in un contenitore permette di ripararle con molta facilità e cura durante i periodi più freddi per poi goderne durante i mesi caldi. Usare i vasi permette anche di risparmiare ingenti quantitativi d’acqua. Lo spazio che ha la pianta è sì limitato ma predisposto solo per lei, evitando di incorrere in processi di competizione idrica tra le piante presenti o che l’acqua percoli troppo nelle profondità del terreno.
Il terreno per la piantagione
Soffermandoci invece sulle piante in piena terra, un aspetto fondamentale di questi giardini è la preparazione del terreno. Le piante degli ambienti secchi hanno bisogno, prima di tutto, di drenaggio. Essendo piante che non temono l’aridità e dunque adattate a questa criticità, soffrono molto i terreni in cui l’acqua stagna a lungo dopo le piogge. È dunque fondamentale, per non creare asfissia all’apparato radicale, sopraelevare le aree di impianto in modo da ottenere il massimo drenaggio.
L’irrigazione
La migliore soluzione per quanto riguarda l’irrigazione è quella di irrigare il meno possibile. Per contro, ciascuna irrigazione deve essere molto abbondante: occorre che l’acqua formi una profonda chiazza di umidità al di sotto della zolla della pianta, in modo da attirare le radici verso il basso, dove il terreno rimane umido più a lungo. Un’irrigazione superficiale ripetuta genera invece un sottile strato di radici poco sotto la superficie adattando la pianta a dipendere solamente dall’irrigazione e non spronandola a cercarla da sé nei livelli più profondi del terreno. Ultimo accorgimento riguarda il periodo di piantagione. La stagione ideale è l’autunno, in modo tale che la pianta abbia più tempo possibile per attecchire prima che arrivi la stagione avversa.
Specie consigliate
Arbusti come Cistus sp., Rosmarinus officinalis, Arthemisia sp., Nerium oleander, Helichrysum italicum, Salvia sp., Buddleja davidii, Yucca elephantipes, Phormium tenax, Teucrium sp. Ed Escallonia macrantha sono le specie che anche nelle regioni settentrionali stanno riscuotendo molto successo, mentre il prato tradizionale può essere comodamente sostituito con Lippia nodiflora var. canescens, Verbena hybrida o Zoysia tenuifolia.