Coltivare un frutteto di piante da frutto in vaso è possibile? Sì. Ma è redditizio? Dipende da tanti fattori. Innanzitutto, ovviamente non otterremo mai un raccolto paragonabile a quello di un albero da frutto piantato in giardino, ma nelle migliori condizioni (terrazzo esposto a sud, vaso da 80 cm di diametro, pianta adulta) potremmo ottenere anche una decina di kg di frutti. Naturalmente la soddisfazione sta tutta nell’autoproduzione, conoscendo la storia della pesca o della mela che portiamo in tavola, magari coltivate senza fitofarmaci chimici. Per raggiungere questo risultato, che ci riempie di autostima, dobbiamo però partire con il piede giusto, accertandoci di avere tutte le condizioni ideali e di poter applicare le cure necessarie. Settembre è il mese migliore per pensarci.
Un posto al SOLE
La prima cosa da valutare è la posizione: gli alberi da frutto hanno bisogno di molto sole (l’ideale è dal mattino alla sera o quanto meno nelle ore centrali e pomeridiane, non è sufficiente il sole della mattina) per far maturare i frutti, e di protezione dai venti forti che ostacolano l’impollinazione e danneggiano foglie e fiori. Se il terrazzo è esposto a forti correnti d’aria, frequenti ai piani alti, meglio riparare la pianta con un frangivento. Evitiamo invece di posizionare la pianta sotto in un angolo troppo chiuso, anche se soleggiato: i fruttiferi hanno bisogno di una buona circolazione d’aria.
In vasi GRANDI
La seconda è lo spazio e, di riflesso, la portanza del balcone o terrazzo. Gli alberi da frutto a maturità occupano un diametro di circa 2 m (1 m le varietà nane o colonnari) e richiedono contenitori capienti di dimensioni medio-grandi, con altezza e larghezza comprese tra 50 e 100 cm. Vanno benissimo grandi vasi in resina, meno quelli in terracotta perché, fra vaso, terra e pianta, possono pesare anche 80 kg. Ricordiamoci che in linea di massima la portata si aggira intorno ai 450 kg per mq nelle costruzioni recenti. Ottime le profonde fioriere in legno, naturalmente dotate di fori di drenaggio per lo scolo dell’acqua in eccesso. I vasi prescelti devono essere muniti di fori di scolo: se non li possiedono, pratichiamoli con un trapano; non mettiamo mai il sottovaso.
Attenzione agli scarichi del terrazzo! Questi devono essere ben visibili e facili da ispezionare: facciamo attenzione a non coprirli mentre collochiamo i vasi degli alberi da frutto, perché i ristagni idrici metterebbero a dura prova l’impermeabilizzazione del pavimento.
La disponibilità d’ACQUA
La terza è la possibilità di fornire regolarmente l’acqua da aprile a settembre: le piante da frutto in vaso ne avranno bisogno per tutta la vita, ed è fondamentale per far allegare i frutticini (cioè per far sì che si formino) e farli poi crescere. Dobbiamo essere certi di poter fornire anche 15 l d’acqua ogni 7 giorni in un vaso da 80 cm in luglio-agosto, con continuità. Se abbiamo (o mettiamo) l’impianto automatico d’irrigazione, il problema decade.
Ricordiamoci però che anche in pieno inverno, se non piove a lungo, è necessaria una modesta annaffiatura.
Occhio alle VARIETÀ da frutteto in vaso
Se le prime tre condizioni vengono soddisfatte, possiamo passare alla scelta della specie e varietà. Puntiamo sulle specie di alberi da frutto più diffusi nella nostra zona: non ha senso ostinarsi a coltivare peschi sulle Alpi e lamponi a Palermo. Quanto alla varietà, accertiamoci che sia autocompatibile, ossia che i suoi fiori siano autofecondanti, altrimenti non avremo mai frutti! E possibilmente che non sia destinata a crescere per 5 m in largo e in alto! Se scegliamo le piante commercializzate come “da vaso”, avremo la quasi certezza di piantare una varietà autofertile e di piccole dimensioni, a differenza degli astoni (piante di un anno) normali che costano sicuramente molto meno, ma non fanno al caso del terrazzo.
QUANDO acquistare il frutteto in vaso
Settembre e ottobre sono mesi favorevoli all’acquisto perché possiamo vedere (e assaggiare) i frutti nella piantina che compriamo. Inoltre avrà davanti l’intero inverno per adattarsi con calma al nuovo contenitore (va subito rinvasata nelle dimensioni adeguate), mentre noi possiamo informarci sulle cure che dovremo applicare da marzo in poi.
La primavera – come momento d’acquisto – invece obbliga a essere già informati su cosa dobbiamo fare, oltre a complicare il rendimento dopo il rinvaso.
Come RINVASARE
Appena portata a casa, la pianta va rinvasata nel contenitore adatto: almeno di 2 misure in più. Il fondo del contenitore va protetto con una retina; su di essa distribuiamo uno strato di argilla espansa a sua volta ricoperto da un tessuto filtrante: evita che l’acqua, uscendo dai fori, trascini con sé parte del terriccio e intasi gli scarichi del terrazzo. Colmiamo lo spazio con terriccio del tipo “per impianti” oppure da giardino e sostanza organica (compost o stallatico in polvere) miscelati in parti uguali. Annaffiamo con alcuni litri d’acqua, mettendo un sottovaso da svuotare e togliere dopo 30 minuti. Posizioniamo il vaso nella collocazione definitiva.
Pensiamo ai FRUTTI DI BOSCO
In vaso si possono coltivare lamponi, mirtilli, ribes e uvaspina, ma solo in condizioni particolari: clima fresco, posizione parzialmente ombreggiata (soprattutto al mezzogiorno estivo), terriccio acido, annaffiatura con acqua decalcificata. Per il resto, si accontentano di pochissimo spazio, sono facili e decorativi.
Il ribes cresce bene in vaso, in mezz’ombra luminosa durante l’estate, se ben irrigato senza mai ristagni idrici nel terreno; in vaso resistono le varietà a frutto bianco o rosso e i grappolini di frutti, molto belli, rimangono a lungo sulla pianta.
Più difficili sono i lamponi e i loro ibridi, anche a frutto giallo come ‘Fall Gold’, che dà due raccolti, a luglio e settembre, in balconi freschi di collina e montagna, in vasi molto profondi e grandi (anche 80 cm).
L’uvaspina è facile quanto il ribes, ma richiede anch’essa un clima molto fresco, di montagna.
Il mirtillo spesso rende meglio in vaso che in piena terra, perché possiamo dargli "tutto decalcificato", ossia a pH acido, la sua tassativa esigenza.
Non è invece possibile coltivare il rovo perché dopo pochi anni richiede vasche o cassoni di più di 1 m di lato, compatibili solo con grandi terrazzi.