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L'uva spina ha un sapore inconfondibile, dolce e leggermente aromatico.
L'uva spina è un frutto di bosco facile da coltivare anche in giardino e in terrazzo. Regala gustose bacche leggermente aromatiche

L’uva spina (Ribes grossularia var. vulgare e var. uva-crispa) è un arbusto, parente del ribes (Ribes rubrum, R. nigrum), dai frutti deliziosi, facile da coltivare anche in giardino. Era già usata nelle salse in Gran Bretagna nel XVI secolo.

Si tratta di un arbusto legnoso alto e largo fino a 1,50 cm, con lunghi aculei grigiastri sotto il picciolo fogliare. Molto redditizio perché autofertile, produce dopo soli 2 anni e vive in media 20 anni, anche in un vaso grande sul terrazzo.

Verso fine giugno, a partire dalle zone meno fresche (Prealpi, medio Appennino) incominciano a maturare le grosse bacche. Ricordano gli acini d'uva e hanno buccia bianco-verdastra, giallo-verdastra o rosso-verdastra a maturazione, munita di peli radi, trasparente come la polpa, che è acida se immatura e dolce e profumata a maturità. I frutti crescono su rami spinosi: la raccolta va eseguita proteggendo le mani con guanti robusti.

Come si coltiva l'uva spina

  • Per quanto riguarda le esigenze climatiche, è molto resistente alle basse temperature, fatte salve le gelate tardive che possono danneggiare la fioritura, sempre piuttosto precoce. Il clima caldo e secco rallenta invece molto lo sviluppo della vegetazione; è consigliabile quindi scegliere l’esposizione a nord e le zone più fresche dei giardini. Resiste fra 20 e 28 °C, non ama il caldo estivo e invernale, né il vento intenso, né l'aria stagnante: è coltivabile preferibilmente in altitudine. In piena estate la pianta deve essere ombreggiata, dal fogliame di un albero caducifoglio, e leggermente ventilata.
  • Risulta adattabile alle varie tipologie di terreno, anche se lo sviluppo migliore della pianta si ha con terreno leggero o siliceo-argilloso profondo, organico, pH 6-7 e umido, ricco di sostanza organica, ben drenato; teme i suoli argillosi.
  • Utilizzando piante cresciute in vaso, la messa a dimora può avvenire praticamente durante tutto l’anno, ma l’epoca classica è durante il riposo vegetativo della pianta, da novembre a marzo.
  • La distanza tra le piante nelle file dipende dalla scelta del tipo di forma di allevamento, mentre tra le file è bene mantenere 250 cm. Per il fusetto verticale a unico asse 50 cm, per la palmetta a due o tre branche rispettivamente 80 e 100 cm, per il cespuglio 100 cm.
  • Esistono tre forme d'allevamento: a fusetto dove la pianta allevata a fusetto (unico astone centrale) va sostenuta da un palo alto circa 150 cm. Con la potatura si devono sopprimere tutti i polloni che crescono alla base e potare le branchette laterali in modo da mantenerle corte e orizzontali. A palmetta a 2 o 3 branche: nel caso di allevamento a palmetta è necessario fissare tre fili (altezza da terra 50 - 90 - 130 cm) per sostenere e indirizzare i rami lungo la spalliera. I tre fili vanno tirati su una palificazione alta 2 metri e distante 5 metri. Il primo anno si legano al 1° filo i tre rami più forti, eliminando gli altri. Dagli anni successivi si eliminano sempre i polloni basali e si rinnovano i rami laterali, raccorciandoli ed eliminando quelli troppo verticali che farebbero concorrenza alle 2-3 branche principali. A cespuglio: si lasciano 3-4 polloni, di cui ogni anno va eliminato uno, il più vecchio, sostituendolo con un nuovo pollone. Gli altri polloni e i rami più orizzontali vanno ogni anno eliminati.
  • L'irrigazione è necessaria con costanza e abbondanza nel primo anno dall'impianto e tutta la vita nella bella stagione appena il substrato si sta asciugando. È possibile adottare l’impianto a goccia, con un gocciolatoio per pianta. In terreni freschi e profondi, con esposizione a nord, è anche possibile coltivare senza impianto irriguo. In tale caso è consigliabile una potatura più corta.
  • Va concimata con 1 kg/pianta di letame maturo o 50 g di stallatico secco all'impianto e ogni anno in novembre. Distribuite un fertilizzante granulare a lenta cessione per pomodori in marzo, maggio, settembre, dose in etichetta.
  • In inverno effettuate una potatura di rimonda dal secco e di sfoltimento dei rametti rivolti verso l'interno, sovrapposti o intricati in modo che la mano possa passare agevolmente al momento della raccolta; tagliate progressivamente i rami più
    vecchi.
  • Fra le malattie e parassiti, attenzione all'oidio e alla muffa grigia. Fate trattamenti preventivi appena prima della schiusura gemme rispettivamente con zolfo e rame.

La coltivazione in vaso

L’uva spina può essere coltivata con buoni risultati anche in un vaso di almeno 10 litri con torba o terriccio leggero a pH 6,5, alimentando poi la pianta con abbondanti e regolari irrigazioni e con la distribuzione primaverile di concime complesso a lenta cessione.

(In collaborazione con Berry plant - Pubblicato su Giardinaggio 6/2013)

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