pomodoro vaso
Il pomodoro in vaso vive anche sul balcone, con alcune attenzioni.
I rossi frutti del pomodoro in vaso si ottengono facilmente, con un contenitore capiente, tanto sole, molta acqua e il giusto concime

Tanta voglia di pomodoro? È soddisfabile in terrazzo e persino in balcone, con i giusti accorgimenti, ricavando un raccolto che difficilmente sarà quello dell’orto, ma ci renderà comunque orgogliosi e golosi…

Partiamo dalle varietà: in vaso bisogna coltivare quelle nane o a sviluppo determinato (cioè che arrestano la crescita in verticale a una determinata altezza, diversa per ogni varietà): negli ultimi anni se sono state create molte, che si riconoscono perché vengono vendute in un vasetto singolo. Quelle invece nelle vaschette sono in genere per l’orto, anche perché sono in vendita in numero di 6, 9 o 12 piante: chiedete al rivenditore se sono di varietà a crescita determinata.

Il TRAPIANTO in vaso

Il contenitore deve essere largo e profondo almeno 30 cm per una singola pianta; in una vasca da 60 x 40 x 50 cm ci stanno 2 file a distanza di 15 cm per 6 piante in totale. Usiamo un terriccio ricco, come quello specifico per pomodori oppure un buon terriccio da orto, con uno strato di drenaggio di 3 cm di argilla espansa sul fondo. Possiamo mettere 5 g di stallatico pellettato anche nelle buche di piantagione. Mentre inseriamo il panetto di terra, infiliamo anche il tutore a cui la pianta andrà legata. Quindi mettiamo il sottovaso e bagniamo in abbondanza.

A crescita indeterminata

Solo su grandi terrazzi è possibile coltivare in vasca (minimo 60 x 40 x 40 h cm) le varietà a crescita indeterminata: la pianta si sviluppa continuamente in altezza, a volte anche oltre i 2 m. Per fermarne lo sviluppo all’altezza che desideriamo, possiamo cimare la pianta, ossia asportarne l’apice: si anticipa l’entrata in produzione, ma si accorcia il ciclo produttivo.

Inoltre, per le varietà a sviluppo indeterminato è necessario l’impiego di strutture di sostegno in grado di mantenere eretta la pianta durante il suo sviluppo. In vaso bisogna inserire tutori di bambù o di ferro plasticato, a cui legare regolarmente i fusti e i tralci laterali man mano che crescono.

Le cure GIUSTE

Man mano che le piante crescono, indirizziamo i fusti lungo i tutori e leghiamoli senza stringere. Eliminiamo i succhioni (“femminelle”, cioè germogli) che compaiono all’ascella delle foglie e che indeboliscono la pianta moltiplicandone le ramificazioni. Conserviamo 4 o 5 gruppi di fiori per ogni ramo laterale. Annaffiamo ai piedi della pianta, senza bagnare il fogliame, in modo regolare, specialmente quando si formano le bacche; e quando i frutti sono quasi maturi è meglio innaffiare moderatamente per ridurre il rischio di spaccature (squilibrio idrico) e marciumi. Togliamo le foglie che impediscono al sole di arrivare ai frutti, ma senza esagerare. Concimiamo in copertura (cioè durante la coltivazione) ogni 10 giorni con un prodotto organico specifico per pomodori. A fine agosto, se desideriamo migliorare l’ultima produzione, cimiamo la pianta (vedi box).

Ricordiamoci che i pomodori possono vivere e produrre solo se le piante ricevono almeno 6 ore di sole ogni giorno. Con 4 ore possono resistere solo varietà nane, e la produzione sarà piuttosto scarsa. Con meno ore, ripieghiamo su ravanelli e insalate…

La raccolta

Procediamo a raccogliere quando i pomodori sono già rossi almeno per 3/4 della superficie. Operiamo nelle ore meno calde della giornata, usando guanti, coltelli o forbici con cui tagliare il gambo e molta delicatezza. Le bacche non devono venire danneggiate perché, continuando a maturare anche dopo la raccolta, si deteriorano rapidamente se si ammaccano o vengono ferite.

I tre nemici

Tra i parassiti animali dei pomodori in vaso ci sono gli afidi (colonie di insettini verdi o gialli o neri sui germogli; irroriamo un preparato a base di sapone molle o un macerato d’aglio fai-da-te) e il ragnetto rosso (foglie scolorite e poi color bronzo, avvolte da sottili ragnatele; irroriamo preparati di sapone molle). Per scongiurare l’arrivo di entrambi questi parassiti, non procuriamo mai stress idrici alle piante: è l’alternanza di appassimenti da asciutto e inondazioni d’acqua a indebolire i tessuti, rendendoli l’habitat ideale per questi due parassiti.

Fra le malattie fungine la più terribile è la peronospora (macchie brune sulle foglie che poi seccano, macchie sulle bacche che diventano immangiabili, prima biancastre e poi nerastre; si previene evitando di bagnare il fogliame e irrorando un prodotto corroborante a base di propoli; si cura trattando con rame).

Per approfondire

Orto facile
per tutti, tutto l’anno
40301 - Ultima modifica: 2024-04-18T17:26:40+02:00 da Elena Tibiletti
Pomodoro in vaso, su balconi e terrazzi - Ultima modifica: 2024-05-03T06:39:06+02:00 da Elena Tibiletti