ficus lyrata
Ficus lyrata, a ridosso di una tenda che scherma i raggi solari.
Ficus lyrata si fa notare per le forme ed è adatto solo a case medio-grandi, per non rovinare l’effetto scenografico del magnifico fogliame

La natura è incredibile: fra i tanti Ficus esistenti (circa 1000! Compreso il nostro “banale” Ficus carica, il fico dai fichi commestibili) ce n’è uno che ha grandi, lucide, nervose (nel senso che si notano bene le nervature) foglie a forma di violino, sagomate in maniera decisamente insolita, neanche fossero uscite da un fumetto Disney… Si chiama Ficus lyrata (= F. pandurata) ed è originario dell’Africa tropicale occidentale, dove assume forme imponenti: le foglie possono raggiungere i 60 cm di lunghezza e i 25 di larghezza e l’albero può toccare i 15 m d’altezza per 8 di diametro della chioma. Alle nostre latitudini, ovviamente, lo coltiviamo come pianta d’appartamento ovunque, oppure in piena terra nelle zone più calde del Meridione, dove però non raggiunge le dimensioni della terra d’origine.

Senza FIORI, senza frutti

In casa F. lyrata può raggiungere i 2 m d’altezza, con un fusto eretto, legnoso, non o poco ramificato, su cui si inseriscono le foglie lucide superiormente e opache di sotto, cuoiose, con nervi molto evidenti, verde brillante, a forma di violino (ossia con un restringimento laterale al centro) e a margini ondulati. In appartamento la fioritura e la fruttificazione non si presentano, mentre in piena terra può accadere, anche se, come per tutti i Ficus, non c’è produzione di un fiore evidente con petali, mentre i fruttini (simili ai nostri fichi edibili) non sono commestibili.

Le cure di BASE per il Ficus lyrata

ficus lyrataPoiché la bellezza del F. lyrata sta nel fogliame, le cure di mantenimento devono essere volte non solo al benessere della pianta, ma anche alla preservazione del fogliame nel miglior modo.

Partendo dalle basi, poniamo la pianta in piena luce senza raggi diretti, ma si può adattare anche all’ombra. Preferisce un certo movimento d’aria, ma detesta le correnti fredde: non apriamole la finestra in faccia in autunno-inverno. Non tollera temperature inferiori a 14 °C: fanno annerire le foglie; sopporta invece temperature vicine ai 40 °C. Il vaso, in plastica, deve misurare 24 cm per pianta alta 60 cm, e via a salire in proporzione. Al rinvaso, da effettuarsi ad anni alterni finché è giovane e ogni 3-4 anni da adulta, sul fondo mettiamo 3 cm di argilla espansa come drenaggio. Colmiamo con un terriccio per piante verdi, ben torboso.

Attenzione a ogni spostamento rispetto alla posizione abituale: i ficus detestano gli spostamenti, soprattutto se si trovavano bene nel luogo dov’erano collocati e sono stati spostati in un punto che per loro risulta peggiore.

Poca ACQUA

In primavera-estate va annaffiato, anche direttamente sul terriccio, 2 volte a settimana in base alla temperatura esterna, con poca acqua per volta (per il vaso da 24 cm di cui sopra, la quantità giusta è di un bicchiere); in autunno-inverno basta una volta ogni 10 giorni. È meglio se il substrato resta appena appena umido al momento dell’annaffiatura successiva.

È preferibile, ma non indispensabile, mantenere un microclima umido ponendo uno strato di palline di argilla espansa nel sottovaso, coperte da un dito d’acqua, e appoggiandovi sopra il vaso senza che peschi l’acqua.

Non è indispensabile la vaporizzazione del fogliame, come capita per tutte le piante a foglia coriacea. Volendo, nei periodi più caldi e afosi, possiamo nebulizzare acqua demineralizzata (quella per il ferro da stiro), l’unica che non lascia orrende strisce di calcare sulle lamine lucide.

È invece obbligatorio, ogni mese, pulire delicatamente le foglie con una spugnetta: sosteniamo sempre la lamina con una mano, perché è facile che si stacchino durante l’operazione.

Infine, da maggio a settembre, concimiamola ogni 15 giorni nell’acqua d’irrigazione, con prodotti liquidi per piante verdi.

Tutti i NEMICI del Ficus lyrata

Se in autunno-inverno, alcune foglie si staccano senza preavviso, su altre compaiono macchie scure traslucide e umide, è il freddo eccessivo: spostiamo l’esemplare in luogo più caldo. Se la pianta si spoglia troppo, pensiamo a una margotta, da eseguire in primavera.

Se sulle foglie compaiono macchiette bianche, lanose, sia sopra sia sotto, è la cocciniglia cotonosa: se sono poche, passiamo un batuffolo imbevuto d’alcol; se l’attacco è massiccio usiamo un prodotto anticocciniglia, ripetendo ogni 10 giorni fino a completa scomparsa.

Se la lamina superiore è screziata di giallo, si notano minuscoli puntini rossi e sulla pagina inferiore compaiono sottili ragnatele, è il ragnetto rosso: l’umidità è troppo scarsa. Interveniamo anche con un acaricida, ripetendo se necessario.

Se sotto le foglie e lungo i fusti si notano puntini scuri, immobili, sono le cocciniglie a scudetto: vale quanto indicato per la cocciniglia cotonosa.

Se le foglie ingialliscono uniformemente, è un eccesso d’acqua: i Ficus sono parchi! Bisogna innaffiare solo quando i primi 5 cm di terriccio sono asciutti.

Se le foglie si seccano in punta e poi sull’intera lamina, è troppo caldo e manca umidità. Collochiamo l’argilla espansa bagnata nel sottovaso e allontaniamolo da fonti di calore.

Se il Ficus sta sul pianerottolo, potrebbe soffrire delle ventate d’aria fredda che arrivano ogni volta che viene aperto il portone d’ingresso al piano terra. Bisogna spostarlo in una posizione più riparata.

Riprodurlo per MARGOTTA

Se la nostra pianta ha perso le foglie basali, mantenendo solo il ciuffo apicale, è il momento di riprodurla per margotta. Ne ricaveremo due piante: una nuova, dall’apice, e una “vecchia”, che ricaccia dalla base.

Poco sotto le ultime foglie, effettuiamo un’incisione superficiale con un coltello affilato e pulito: dobbiamo incidere solo la scorza del fusto, senza arrivare al midollo interno.

Inseriamo nel taglio un minuscolo sassolino, in modo che la scorza rimanga sollevata dai tessuti interni (altrimenti tende a risaldarsi chiudendo l’apertura). Pennelliamo la ferita con polvere di ormone radicante.

Avvolgiamo l’area del taglio, per una lunghezza di almeno 5 cm sopra e sotto, con paglia o muschio naturale inumiditi, legandoli con alcuni giri di rafia. Attenzione a non stringere troppo: potremmo soffocare il fusto.

Circondiamo il manicotto con un foglio di plastica morbida trasparente (basta un solo giro), fermandolo con rafia subito sotto e sopra l’ingrossamento. Anche in questo caso non stringiamo.

Non ci resta che attendere, circa 6 mesi, che dalla parte inferiore spuntino le radici (nel frattempo trattate la pianta come solito). Prepariamo un vaso con drenaggio e terriccio, tagliamo il fusto subito sotto l’involucro, liberate da plastica e muschio e invasate. Spolveriamo il taglio della pianta madre con rame.

Per approfondire

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39018 - Ultima modifica: 2023-08-17T23:25:03+02:00 da Elena Tibiletti
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