Se non si possiede un giardino, si può creare un roseto anche in vaso con un buon successo, seguendo i consigli giusti.
Varietà e forme
In pratica quasi tutte le specie e varietà di rose possono venire allevate in contenitore, con la sola esclusione di quelle che per natura tendono a raggiungere un ingombro notevole, come 'Levade' che tocca i 3 x 3 m. La forma di allevamento dipende dallo spazio a disposizione e dalle dimensioni del contenitore: per un balcone è preferibile un rosaio ad alberetto, mentre un grande terrazzo può reggere il peso e l’ingombro di un cespuglio o di una vera e propria siepe. A qualunque spazio si adattano poi le rampicanti, a cui basta fornire un traliccio (anche incorporato alla fioriera) o un pergolato su cui avvinghiarsi. Quest’ultimo si può confare anche alle sarmentose.
Ecco un elenco di rose perfette per creare un roseto in vaso: 'Bonheur' o 'Sirjoie', a fiori semidoppi bianchi profumati; 'Corazon' a fiori doppi rosso carminio; 'Desdemona' un po' più grande a fiori rosa tenue profumati; 'Lady Adrianna' a fiori rosa-giallo; 'Lollipop' a fiori giallo-arancio; 'Petit Bijoux' a fiori rosa chiaro a mazzetti; 'Pitti' Miniatura a fiori doppi arancio a mazzetti; 'Sternenhimmel' Miniatura a fiori bianchi.
Contenitore per il roseto
La scelta del contenitore è fondamentale: riguardo ai materiali, si sconsigliano il coccio e la terracotta che rischiano di causare un effetto “pollo alla creta” durante l’estate, quando il caldo fa asciugare immediatamente il terriccio, e un pericoloso congelamento in inverno, quando la temperatura scende inevitabilmente. L’ideale è un contenitore in resina, che trattiene l’umidità in luglio e una briciola di calore in gennaio. Naturalmente le dimensioni devono essere adeguate allo sviluppo della pianta, tenendo presente che la parte aerea equivale a quella sotterranea, cioè allo sviluppo dell’apparato radicale. Ciò significa da un lato che nessuna varietà potrà raggiungere le stesse dimensioni che avrebbe in piena terra, e dall’altro che esiste un limite fisico alla crescita, dato appunto dalla capienza del contenitore. Naturalmente, finché ciò risulta possibile, ogni anno in primavera è bene rinvasare in un vaso di una taglia in più.
Cure fondamentali per il roseto
Sicuramente il consiglio fondamentale a livello di cure consiste nel non far mai mancare un’adeguata irrigazione: per “adeguata” si intende frequente (anche due volte al giorno nei periodi di canicola), abbondante (dato per scontato che il drenaggio funzioni bene) e alla temperatura compatibile con il calore incamerato dal substrato (quindi no all’annaffiatura con acqua corrente sul far della sera: provoca un terribile shock termico alle radici). Per evitare inconvenienti, sarebbe meglio premunirsi con un impianto d’irrigazione automatizzato comandato da una centralina, programmandone i cicli a mezzanotte e/o alle cinque di mattina, in estate.
Malattie del roseto
L’ambiente del vaso è di per sé limitante la vita della pianta: ne discende che le attenzioni volte a mantenerla in buona salute dovranno essere maggiori rispetto agli esemplari allevati in terra nel giardino. Se il rosaio mostra un aspetto stentato, patito o sofferente senza alcun segnale di malattia conclamata, provate a somministrare un fitostimolante a base di acidi umici e/o aminoacidi: è un prodotto che fa miracoli sulle piante in vaso!
Quanto alle malattie vere e proprie, in terrazzo è senz’altro meglio prevenire che curare perché, sebbene in genere la rosa sia tanto resistente da non soccombere (a differenza di altre specie), certo non è piacevole avere la vista diretta su piante malaticce che possono trasmettere gli agenti patogeni a tutte le altre! Dunque, dalla fine di marzo sino alla fine di giugno si consiglia un trattamento ogni 7 giorni con macerato d'ortica e propoli o sapone molle per prevenire le malattie nel roseto.
Fioritura
Per ottenere abbondanti fioriture, qualche piccolo “segreto” esiste: innanzitutto una buona concimazione autunnale o primaverile, con un prodotto specifico per rosai. Poi, al termine della prima fioritura, recidete immediatamente gli steli sfioriti e ripetete la concimazione con un fertilizzante ad alto titolo di potassio e contenente un 2-3% di magnesio, minerale essenziale per conferire colore ai petali ma di norma piuttosto scarso nel terriccio di un vaso. Potenzialmente il rosaio potrebbe rifiorire già nel cuore dell’estate, ma sovente il fattore limitante diviene la temperatura: quella ideale è compresa fra 18 e 32 °C, ed è evidente che – con estati canicolari ben oltre i 40 °C – le piante non possono far altro che entrare in una sorta di quiescenza (“dormienza”), durante la quale riducono al minimo tutte le funzioni vitali. Salvo poi riprendersi perfettamente quando la temperatura cala e rifiorire splendidamente se hanno ricevuto le cure e il nutrimento adatto.
Roselline mignon
Ormai sono praticamente tutte varietà a forte rifiorenza: il discriminante per mantenerle vitali e fiorite consiste nel fornire loro le cure adeguate. Innanzitutto, tenete presente che – se provengono dai vivai olandesi – hanno trascorso tutta la loro ancora breve vita in un’atmosfera controllata per temperatura, ore di luce, umidità dell’aria, irrigazione e fertilizzazione. Per ridurre lo stress da cambiamento di condizioni di vita, è necessario metterle nella migliore situazione possibile per un corretto sviluppo.
Come prima cosa, è necessario un immediato trapianto: il pane di terra, in genere a base torbosa, va smosso con delicatezza per consentire di allargare le radici, eventualmente anche separando le singole piantine (in un vasetto se ne contano da 3 a 5). Poi si procede al rinvaso, utilizzando una buona terra da giardino, fertile e ricca di humus o, in mancanza, anche un normale terriccio universale. Naturalmente avrete cura di aumentare almeno di una misura le dimensioni del contenitore. Le restanti attenzioni seguono quanto indicato per le “sorelle maggiori”.
Situazione ambientale per il roseto
Certamente la zona climatica in cui il roseto viene coltivato influisce notevolmente sulla sua vitalità ma, entro certi limiti, una sufficiente dose di cure può supplire a quanto manca o abbonda nell’ambiente. Per esempio, la calura del Meridione può divenire tollerabile se sul terrazzo o in giardino una pergola ombreggia il vaso proprio nelle ore più calde, ricordando sempre di fornire il giusto quantitativo d’acqua in maniera costante. Viceversa, in una vallata alpina su un balcone rivolto a nord è ben difficile poter ottenere buoni risultati, non solo in termini di fioritura, ma anche di sopravvivenza del rosaio. Del resto, almeno 4-5 ore al giorno di sole sono indispensabili per la produzione dei boccioli: al riguardo è preferibile un’esposizione a mattina, quando i raggi sono meno intensi e la temperatura ancora moderata. Se l’affaccio è rivolto a nord-est o nord-ovest, potete tentare con varietà meno eliofile (“amanti del sole”) come 'M.me Afric Carriere' o 'Alberic Barbier'. In sostanza la rosa è ben più che adattabile (anche perché è presente nella flora spontanea italiana), e spesso riesce a fornire risultati accettabili anche in condizioni non ottimali, ma non in quelle estreme.