All'inizio della primavera si possono piantare in giardino e in vaso nuovi esemplari di bambù, un gruppo di piante molto vasto e interessante per gli aspetti estetici e funzionali.
I bambù possono essere classificati in base alla loro tendenza a espandersi, fino a diventare invasivi. I più difficoltosi da controllare sono quelli caratterizzati da un sistema radicale rizomatoso che si espande nel suolo, anche a buona distanza dalla pianta madre, provocando la moltiplicazione della pianta a scapito di quelle vicine. Altre specie, con un apparato radicale che tende ad andare in profondità senza espandersi, sono consigliabili dove non sia possibile piantare specie vigorose e invasive.
Com'è fatto il bambù
Appartiene alla famiglia delle Graminaceae, originario dell’Asia; in Europa non esistono specie autoctone di bambù, per quanto la maggior parte si adatti a crescere ottimamente anche nei nostri climi.
L’apparato radicale è rizomatoso e nelle diverse specie presenta modalità di crescita molto differenti: alcune piante hanno le radici che si allontanano molto dal punto di origine, mentre altre presentano uno sviluppo più contenuto (diretto verso la profondità).
Il fusto, com’è tipico delle Graminacee, possiede internodi cavi e nodi da cui si originano i rami laterali.
Le foglie hanno forma allungata, di colore verde brillante, e in alcune specie possono presentare delle variegature.
In generale sono piante che raggiungono rapidamente la maturità, anche se fioriscono raramente.
Dove piantare il bambù
I bambù amano luoghi aperti ma protetti: in pieno sole possono dare risultati mediocri e altrettanto avviene se piantati in ambiente molto ombreggiato. Alcune specie reggono discretamente i forti venti e sono impiegate come schermi, ma in genere è meglio evitare le posizioni molto esposte, temono soprattutto i venti freddi da nord. Essendo una pianta che richiede molte irrigazioni, un'esposizione al vento potrebbe determinare la disidratazione delle foglie.
Sono piante molto adattabili che non hanno problemi particolari in fatto di pH del suolo, pur preferendo quelli a reazione debolmente acida; è preferibile comunque che il terreno sia sciolto e drenato, e in grado di mantenere un certo livello di umidità. Accettano di vivere in terreno povero, ma difficilmente cresceranno bene in un substrato troppo umido o molto arido. I suoli asfittici che tendono ad allagarsi, sono da evitare in quanto potrebbero portare al marciume dei rizomi.
Il bambù tende a preferire climi tropicali umidi anche se numerose specie si adattano bene alle temperature del nostro Paese.
La maggior parte dei bambù, in particolare il bambù gigante (Dendrocalamus giganteus), predilige le posizioni assolate, alcune specie tropicali potrebbero desiderare un’ombra parziale per le ore più calde della giornata.
Richiede molto spazio, nel realizzare una siepe o una bordura; sarà necessario considerare uno spazio d’impianto, tra una pianta e l'altra, di almeno un metro e mezzo, permettendo così agli esemplari di infittirsi nel tempo.
Il trapianto
In genere i bambù sono commercializzati in vaso; è preferibile metterli a dimora tra febbraio e aprile perché in questo modo le riserve nutritive conservate nei rizomi sono ancora interamente disponibili per sostenere l’attecchimento, la ripresa e la produzione di nuovi steli o foglie. In seguito, verso l’autunno, il rizoma tende a svilupparsi e a produrre nuove radici, bloccando lo sviluppo di steli fino alla primavera successiva.
Prima di piantare è bene procedere a una vangatura in profondità per sbriciolare bene il terreno, limitando i rischi di compattazione. È utile ammendare con substrati fertili, ad esempio terriccio da compost, che contribuiscono anche a migliorare il drenaggio. La zolla va messa a dimora coprendola con pochi centimetri di terriccio, che va fatto penetrare bene anche sui lati cercando di non spezzare le giovani porzioni di rizoma che dovessero emergere intorno alla zolla. Una buona pacciamatura di torba o corteccia sminuzzata è consigliata, all'inizio.
Come coltivarlo
Tutti i bambù sono grandi consumatori di nutrimento e di acqua e richiedono quindi, soprattutto nelle fasi giovanili, un programma di concimazione e irrigazione, senza eccessi: in terreno fradicio i rizomi marciscono rapidamente.
Il nutrimento dovrà essere ricco di azoto in primavera e in seguito più bilanciato; la somministrazione di concime va iniziata non appena si notano i segni della ripresa primaverile.
I bambù contengono una notevole percentuale di silice nei loro tessuti vegetali e hanno la capacità di riciclarla riassorbendola dalle foglie cadute, che vanno perciò lasciate come pacciamatura ai piedi delle piante.
La potatura del bambù
In genere la vita di ogni canna è di 10 anni e più; per mantenere ordinato un boschetto di vecchi bambù conviene provvedere a togliere quelle più vecchie che sbiadiscono dopo il quinto-sesto anno di vita, perdendo la loro bellezza.
Utile ringiovanire ogni anno il cespo, togliendo il 20-30% di steli, recisi all’altezza del suolo.
La rimozione delle foglie nella parte più bassa di ogni canna aiuta a rivelarne la bellezza, soprattutto nelle varietà colorate o striate.
Una graminacea diversa da quelle che conosciamo, insomma un'erba gigante. Oltre alla sua bellezza ornamentale, il bambù è apprezzato anche per gli innumerevoli usi del suo particolarissimo legno. Scopriamo insieme come coltivarlo e utilizzarlo.
Utilizzi
Il bambù è una tra le piante più utilizzate al mondo; il suo legno resistente e leggero viene impiegato per innumerevli utilizzi, tra questi i più importanti sono:
- tronchi cavi usati come condotti d’acqua per l’irrigazione,
- in India i fusti più grossi vengono legati e utilizzati come impalcature,
- per realizzare strumenti musicali, armi, recipienti per il cibo e stuoie per gli interni delle case,
- I rami più sottili della pianta hanno trovato impiego nella costruzione delle stecche degli ombrelli più pregiati,
- pianta ornamentale,
- i rami sono impiegati come tutori per orto e giardino,
- i germogli di bambù sono consumati come se fosse insalata.
(Tratto da Giardinaggio n. 9-2013, di Alberto Maggini)
Il bambù gigante
In alcuni casi, eccezionali, qualcuno chiama ironicamente il bambù “l’erba dei giganti”. Stiamo parlando di dimensioni davvero straordinarie: nei climi umidi e miti il bambù infatti arriva anche a superare i 15-20 metri. Tra i più rustici, che resistono anche a brevi ondate di gelo, c'è Bambusa vulgaris, la specie più diffusa alle Maldive; questa bella pianta vigorosa nei nostri climi può raggiungere i 10 metri di altezza e i 7-8 cm di diametro. La forma variegata, B. vulgaris f. vittata, molto comune in Oriente, risulta assai più delicata di quella verde.
Il ‘Budda bambù’, il cui nome botanico è Bambusa ventricosa, deve il suo nome ai rigonfiamenti panciuti che si formano a livello dell’internodo del culmo. Tra le sue varietà c’è ‘Kimmei’, variegata di giallo con striature verdi, molto elegante e più piccola, e ‘Wamin’, che si presta anche alla coltivazione in vaso perché gli internodi sono più corti e gonfi. Molte altre sono le specie di bambù disponibili per il giardino e alcune sono di dimensioni minime, adatte a essere utilizzate come specie tappezzanti.
Per impedire ai bambù di invadere con le loro poderose radici rizomatose le zone riservate ad altre piante occorre delimitare quella loro riservata con una guaina di plastica.