La vanda è una delle orchidee più spettacolari, non fosse altro per i fiori grandi, reticolati di viola, e la capacità di vivere anche appesa a un mobile!
Inoltre, le Vanda vengono spesso utilizzate per creare ibridi, perché possono essere facilmente incrociate con altre orchidee.
Com'è fatta la vanda
Dell'orchidea Vanda, appartenente alla famiglia delle Orchidacee, esistono circa 80 specie, prevalentemente epifite (che vivono sugli alberi), originarie della Cina, delle montagne dell’Himalaya, della Nuova Guinea e dell’Australia.
Hanno in genere fusti eretti che, in natura ma non in coltivazione, possono superare il metro d’altezza.
Le foglie sono cilindriche o nastriformi, verde brillante, e partono dal terreno.
Lungo tutto il fusto, all’ascella delle foglie, si sviluppano radici aeree carnose che ancorano la pianta agli alberi e immagazzinano sostanze nutritive e acqua per i periodi di siccità.
Alla base delle foglie cresce un lungo stelo su cui sbocciano numerosi fiori (da 5 a 50), di grandi dimensioni, molto profumati e intensamente colorati, dal giallo al viola scuro, molto duraturi. Spesso, a causa del loro peso, le infiorescenze si inarcano.
Dove metterla e come coltivarla
Mettetela accanto a una finestra esposta a est, sud o ovest, con buona illuminazione, solo in estate al riparo dai raggi solari diretti e anche all’aperto.
Teme il freddo e desidera una temperatura di 22-27 °C. L’aria dovrebbe essere in continuo movimento.
Necessita di molta umidità ambientale: bisogna vaporizzarla ogni giorno (anche due volte in estate) e annaffiarla ogni due-tre giorni, senza inzupparla, fatta eccezione per il periodo successivo alla fioritura quando due settimane di riposo dalle annaffiature sono indispensabili.
Somministrate concime specifico per orchidee ogni 10-15 giorni nell'acqua di annaffiatura a partire da un mese dopo la fine della fioritura.
Zattere o cestelli sospesi sono i contenitori ideali, mentre il vaso di plastica o terracotta deve avere un ottimo drenaggio. Il substrato ideale è la corteccia di pino (“bark”), ma anche ghiaia, carbone di legna, ciottoli o pomice vanno benissimo; l’optimum sarebbe una miscela di corteccia, carbone e pomice in parti uguali. Non gradisce trapianti frequenti, basta aggiungere nuovo substrato fresco sopra il vecchio, senza togliere gli esemplari dai vasi o dalle zattere. Se il rinvaso fosse necessario, attenzione alle radici che, se vengono spezzate, marciscono.
La moltiplicazione avviene per mezzo dei “keiki” (“bambini”), vale a dire i getti laterali che la pianta produce durante tutto l’anno, ma soprattutto in autunno: quando raggiungono la dimensione di 5 cm si staccano con una lama affilata e si invasano in piccoli contenitori riempiti con la corteccia. Se, con il passare degli anni, la pianta cresce molto, si può tagliare in porzioni di 30-40 cm da trattare come i keiki.
Malattie e parassiti
Raramente la cocciniglia cotonosa, da eliminare manualmente se i parassiti sono ancora pochi, oppure da combattere con gli appositi prodotti anticocciniglia.