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I fiori del biancospino per uso erboristico si raccolgono in boccio.
Il biancospino è una pianta adattogena, nel senso che abbassa la pressione negli ipertesi e tonifica il cuore in caso di pressione bassa

Come l’aglio, il biancospino è, all’occorrenza, un potente ipotensivo e un cardiotonico: non c’è contraddizione, perché si tratta di una pianta cosiddetta “adattogena”, che cioè esplica gli effetti solo in caso di bisogno. Ciò significa che chi ha la pressione bassa non sarà danneggiato dalle tisane a base di aglio o biancospino: la pressione rimarrà costante, mentre sugli ipertesi normalizza la pressione e corrobora il cuore, ma solo se affaticato.

Inoltre, grazie a flavoni, terpeni e tannino, ha proprietà diuretiche e astringenti, e combatte i disturbi della menopausa; in virtù della vitamina C è febbrifugo e con l’istamina diviene antispasmodico e sedativo del sistema nervoso.

Attenzione però alle controindicazioni: non va assunto in gravidanza né in allattamento, non va somministrato ai bambini, va assunto sotto controllo medico se si soffre di aritmie e può potenziare gli effetti dei medicinali a base di digitalina.

Com'è fatto il biancospino

Il biancospino (Crataegus monogyna) è una Rosacea a forma di cespuglio o piccolo albero a crescita lenta (può dar vita a tronchi anche di 2 m di circonferenza), che può raggiungere gli 8-12 m d’altezza. La corteccia è giallo-grigiastra e liscia; i rami hanno spine rade.

Le foglie sono intere alla base, con tre lobi divergenti dentati, brevemente peduncolate, caduche in autunno.

I fiori, piccoli e a cinque petali, sono odorosi (non tutti trovano gradevole il sentore che emettono), bianchi o leggermente rosati, riuniti in infiorescenze a corimbo, con fioritura tra maggio e giugno.

I frutti, di forma globosa e di colore rosso, maturano dalla metà di settembre: hanno la forma di una piccola oliva, dal diametro di 1 cm, e sono commestibili.

Come coltivare il biancospino

È una pianta spontanea ma utilizzata anche per siepi naturalistiche. Rustica e poco esigente, cresce bene in quasi tutti i terreni, anche se preferisce quelli asciutti, piuttosto sabbiosi e soleggiati.

Anche la posizione deve essere esposta a sud e riparata dai venti freddi.

Ha una crescita molto lenta ed è quindi sconsigliabile ottenerlo da seme: meglio acquistare una piantina che sia già di almeno 80-100 cm d’altezza.

Va annaffiato solo nella prima estate, poi non richiede altre cure.

Attenzione: è tra le specie che più facilmente vengono interessate dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora): per questo motivo in alcune regioni italiane vige il divieto di piantagione di specie del genere Crataegus.

Come si raccoglie il biancospino

Spontaneo nei boschi di tutta la Penisola e in Sicilia fino ai 1.600 m d’altitudine, cresce in genere in zone poco contaminate, salvo che non formi una siepe ai bordi di una strada trafficata (nel qual caso si sconsiglia la raccolta delle parti della pianta).

Si usano i fiori in boccio (da raccogliere uno a uno tra l’inizio e la metà di maggio) e i frutti (pronti a settembre, da staccare con le cesoie).

Ambedue si appoggiano sui graticci da porre in luogo aerato e ombroso a essiccare; le drupe si possono anche far seccare in forno a 60° per 15 minuti.

Le due parti si conservano separate in barattoli di vetro ben chiusi al buio.

Rimedi naturali con il biancospino

Per combattere l’ipertensione: infondete per 20 minuti 10 g di fiori e foglie secchi in una tazza di acqua bollente. Filtrate, dolcificate con miele di castagno o di acacia e bevete tre volte al giorno dopo i pasti per due mesi.

Come cardiotonico: fate rinvenire in acqua tiepida un cucchiaio raso di frutti essiccati, schiacciateli e poneteli per 5 minuti in infusione in una tazza d’acqua bollente, filtrate, dolcificate con miele di biancospino o d’acacia e assumete tre tazze al giorno per un mese.

Per calmare i nervi o predisporre al sonno: infondete per 15 minuti 15 g di fiori e foglie in una tazza di acqua bollente, filtrate, dolcificate con miele di tiglio, assumete una tazza al bisogno o mezz’ora prima di coricarvi.

Contro vampate e palpitazioni da menopausa: infondete 10 g di fiori in un bicchiere d'acqua bollente per 5 minuti, filtrate, addolcite con miele di sulla o di trifoglio, bevete una tazza tutte le sere prima di coricarvi per almeno un mese.

In caso di diarrea: ponete 5 g di frutti essiccati e schiacciati in una tazza d’acqua tiepida e lasciate macerare per 1 ora, poi fate bollire per 10 minuti, filtrate e bevete senza dolcificare fino a un massimo di 3 tazze al giorno.

Per combattere gengiviti e stomatiti: fate sciacqui tre volte al giorno con la tisana indicata come calmante, senza però aggiungere il miele.

Fra realtà, storia e leggenda

• Nella preistoria i frutti erano utilizzati come alimento: sono stati trovati i noccioli in insediamenti lacustri dell’Europa centrale.

• Nel mondo classico era sconosciuto l’impiego fitoterapico. I Greci lo associavano alla speranza e alla fertilità: era un ornamento delle giovani spose. I Romani ne adornavano le culle dei bambini per allontanare gli spiriti maligni.

• Nella zona del basso Danubio, fino alla seconda guerra mondiale i frutti essiccati e ridotti in farina servivano per preparare una specie di pane. Celebrato da poeti e romanzieri.

• Nel linguaggio dei fiori è il simbolo della fresca bellezza giovanile e della delicatezza.

• È una pianta ottima per salvaguardare la biodiversità: i fiori sono un irresistibile richiamo per api, vespe e altri insetti che fanno del nettare il loro principale alimento; i frutti sono un cibo ricercato dagli uccelli, in particolare merli e tordi.

• Il legno pesante, duro e compatto, viene utilizzato per lavori di ebanisteria.

• Data la lentezza di crescita, è molto longevo: può raggiungere i 500 anni d’età.

(A cura di Elena Tibiletti - Pubblicato su Giardinaggio 7-8/2011)

Biancospino, addio ipertensione - Ultima modifica: 2017-07-10T06:35:00+02:00 da Redazione Passione In Verde