La betulla è la migliore alleata delle donne nella lotta all’antiestetica pelle “a buccia d’arancia”: drena infatti efficacemente i liquidi in eccesso, grazie all’elevato tenore di flavonoidi (in particolare la quercetina, l’iperoside e altri composti fenolici), che contribuiscono ad accelerare la formazione dell'urina e quindi a liberare l’organismo dell’eccesso di ritenzione idrica corresponsabile della cellulite, e grazie anche all’alta quantità di potassio, eccellente diuretico.
Oltre ad agire sugli accumuli cellulitici, incide positivamente anche sull’ipertensione arteriosa e sugli edemi (gonfiori) degli arti inferiori. L’aumento della diuresi favorisce l’espulsione dell’acido urico, responsabile della gotta, e del colesterolo, nonché dei sali che tendono a precipitare nei reni determinando la formazione di calcoli; inoltre aiuta a pulire la vescica, riducendo i sintomi della fastidiosissima cistite.
Ma la sua azione non si ferma qui: possiede virtù antinfiammatorie, dovute ai glucosidi salicilici e all’acido acetilsalicilico (scoperto proprio nella betulla e poi utilizzato come principio attivo dell’aspirina), che calmano l’infiammazione delle zone affette da cellulite, ma anche i dolori mestruali e reumatici e gli stati febbrili, in sinergia con la vitamina C.
Viste le proprietà che possiede, la betulla è sconsigliata se si stanno assumendo farmaci diuretici, ipotensivi o anticoagulanti; se si è allergici all’aspirina (cioè all’acido salicilico) e durante l’allattamento (i salicilati passano nel latte materno).
La coltivazione della betulla
Albero tipico del Nord Europa, sua terra d’origine, vive bene solo nelle zone più fredde (Prealpi, Alpi, Appennino settentrionale dai 600 m d’altitudine in su), perché rifugge un eccessivo calore estivo, magari accompagnato da siccità. Desidera climi freschi (resiste fino a –25 °C), anche ventosi, ed è del tutto inadatta alle coste.
Necessita di terreno acido, anche povero o sassoso (con le robuste radici è in grado di consolidare pendii e scarpate o suoli bruciati da incendi), meglio se leggermente umido ma con un discreto drenaggio e ben aerato. Può essere impiegata proficuamente per consolidare terreni franosi e in pendio instabile. Non ama la competizione con altre piante: meglio piantarla isolata.
Solo nei primi anni dall’impianto occorre annaffiare durante i periodi più caldi dell’estate. La concimazione organica autunnale aiuta nei primi anni.
Come si raccoglie
Della betulla si utilizzano diverse parti, le foglie, la corteccia, le gemme e la linfa dalle quali si ricavano differenti prodotti.
Le foglie si raccolgono tra aprile e giugno, preferibilmente da alberi di medio sviluppo, nati in montagna, e dopo un inverno particolarmente rigido; si impiegano sia fresche sia essiccate in tisane diuretiche.
La corteccia si preleva in novembre-dicembre, incidendo e staccando piccole porzioni di scorza; si utilizza essiccata (contro la febbre e il colesterolo), ma anche distillata da fresca per ricavarne un catrame (utile contro le dermatiti), dal quale a sua volta si distilla l’olio essenziale (che lenisce i reumatismi), oppure essiccata e polverizzata per ottenerne la polvere (“carbone”, ottimo contro il meteorismo).
Dalle gemme prelevate in marzo si distilla direttamente l’essenza, antisettica e cicatrizzante; se ne ricava anche la tintura madre, diuretica per uso interno.
La linfa viene raccolta da erboristi esperti che, all'inizio di marzo, praticano nelle betulle adulte di bosco, sulla parte di tronco esposta a sud, alcuni fori a circa 1 m da terra, profondi 2-5 cm, leggermente obliqui verso l'alto, nei quali introducono un tubicino da cui la linfa defluisce nei recipienti posti a terra; un tronco di 50 cm di diametro fornisce in 4 giorni 3-4 l di linfa; è analgesica e antinfiammatoria.
In erboristeria
- Per alleviare una cistite leggera e non batterica, infondete 10 g di foglie secche in una tazza d’acqua bollente per 15 minuti, filtrate, addolcite con miele di rododendro o corbezzolo, bevete due tazze al giorno a digiuno.
- Come diuretico, ponete in infusione 10 g di foglie secche per 10 minuti in una tazza d’acqua bollente, filtrate e bevete due tazze al giorno lontano dai pasti senza dolcificare. Oppure assumete 40 gocce di linfa in gemmo derivato, sempre due volte al giorno a digiuno; o anche 80 gocce di tintura madre in 1,5 l d’acqua naturale, da bere nell’arco della giornata non ai pasti.
- Per aiutare a combattere la cellulite, lasciate infondere per 10 minuti 10 g di foglie e corteccia secche in 1 l d’acqua bollente; filtrate e bevete a tazze in giornata.
- Per favorire il dimagrimento (in abbinamento alla dieta), infondete 10 g di foglie fresche per 15 minuti in una tazza d’acqua bollente, filtrate e bevete da una a tre tazze al giorno.
- Per evitare la formazione di calcoli renali (renella), portate a ebollizione 1 l di acqua, versate 10 g di foglie secche e fate bollire incoperchiato per 10 minuti; filtrate e bevete nell’arco della giornata, meglio a stomaco vuoto.
- Contro il colesterolo alto, mettete 5 g di foglie fresche spezzettate in una tazza d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevete una tazza tre volte al giorno fra i pasti.
- Contro il sebo del cuoio capelluto, bollite 20 g di corteccia secca in 1 l d’acqua per 10 minuti, lasciate intiepidire, filtrate e utilizzate per frizioni del cuoio capelluto dopo lo shampoo (non risciacquate). Questo decotto serve anche nel pediluvio per ridurre la sudorazione dei piedi.
Fra realtà, storia e leggenda
- Nel mondo slavo i boschi di betulla ospitavano le temibili Rusolski, bellissime ninfe degli stagni e dei laghi, che uscivano dagli specchi d’acqua in maggio, dopo il disgelo, e passeggiavano tra i bianchi tronchi, anch’esse ammantate di abiti candidi, per ammaliare i viandanti, circuirli e ucciderli. Per scongiurare il pericolo, all’inizio della primavera veniva tagliata la betulla più grande del circondario, per piantarla nella piazza del paese e compiere danze propiziatorie per ingraziarsela, affinché proteggesse i passanti. Al termine del rito, l’albero veniva bruciato e le ceneri sparse nei campi.
- Plinio, nel suo Historia Naturalis, afferma che la betulla sia originaria della Gallia e che con il suo legno si confezionano “per i magistrati i fasci che tutti temono, e per i panierai i cerchi e le coste necessari per la fabbricazione di panieri e cestini”, nonché le torce nuziali, oggetti portafortuna nel giorno delle nozze.
- Nel Medioevo l'acqua di betulla era ben nota per la capacità di sciogliere i calcoli urinari, tanto da proclamare l’albero "pianta renale d’Europa". Anche la sua linfa era considerata efficacissima contro i calcoli renali e vescicali.
La scheda botanica della betulla
La betulla (Betula pendula, sin. B. alba e B. verrucosa) è un elegante e leggero albero, tipico del Nord Europa, dalla corteccia bianca e liscia, screziata di scuro. Raggiunge i 25 m d’altezza, per un diametro di 15 m. Le foglie a cuore sono lucide e color verde brillante. La curiosa corteccia candida con screziature nere, la leggerezza del fogliame cuoriforme, la bellezza dei colori autunnali e la nitidezza della sagoma in inverno le conferiscono un fascino quasi magico. Ha crescita rapida, in base alla quale arriva a 25-30 m d’altezza, riempiendo in poco tempo il giardino, ma è poco longeva.
Offre una splendida scenografia in gruppi di 3-4 esemplari a poca distanza uno dall’altro. Molto elegante è B. jacquemontii, più piccola e con una corteccia bianca che si sfoglia. La varietà ‘Purpurea’ ha crescita lenta, tronco candido, rami eretti e radi e foglie color porpora. La cultivar ‘Youngii’ presenta rami piangenti che possono formare un cespuglio a piramide larga fino a terra, o un albero innestato a 2 m e poi ricadente, o alberelli innestati a 110 cm ideali in fioriere e giardini pensili di aree fredde.