Soprattutto nei giardini creati nella prima metà del secolo scorso, l'alloro non mancava mai: serviva come pianta aromatica da utilizzare in cucina, ma anche come quinta e come elemento ricco di storia: nell'antichità con i rami si incoronavano i saggi (donde il termine "laureato") ma anche gli dei, i valorosi generali, e gli atleti, fieri di cingersi il capo a testimoniare la Vittoria.
Com'è fatto l'alloro
L'alloro (Laurus nobilis), appartenente alla famiglia delle Lauracee, è originario dell’Asia Minore e del bacino del Mediterraneo, è un arbusto sempreverde o piccolo albero (fino a 20 m d’altezza), con foglie coriacee, lanceolate, verde lucido sulla pagina superiore e verde glauco opaco su quella inferiore, munite di piccole ghiandole contenenti olio essenziale. Fiorisce in marzo-aprile con minuti fiori giallo-verdastri unisessuati portati da piante femminili o maschili. I frutti a maturazione sono neri, simili a piccole olive.
Dove e come si coltiva
Si coltiva in piena terra in tutta Italia fino alla Val Padana compresa; sulle Alpi e sull’alto Appennino solo in posizione molto riparata e soleggiata oppure in vaso da tenere all’aperto da aprile a ottobre.
Va posto in un vaso di plastica di dimensioni comprese fra 20 e 60 cm a seconda dell’altezza della pianta. Preferisce un terreno calcareo, oppure una buona terra fertile (8 parti) addizionata con 2 parti di sabbia. Predilige una posizione soleggiata o a mezz’ombra (in Meridione).
Si annaffia nel primo anno d’impianto e per sempre in vaso, da maggio a settembre, con moderazione. Si concima in primavera e in autunno con un prodotto per arbusti o universale.
Si riproduce per talea da prelevare in luglio-agosto e da porre in terra torbosa, oppure per polloni radicali che l'alloro produce in abbondanza (fino a diventare invasivo). Non va potato, se non per contenerne l'esuberanza, per ridurre attacchi di cocciniglie o... per metterlo in pentola.
Nelle zone molto fredde si ricovera il vaso in cantina o in serra fredda.
È facile preda delle cocciniglie a scudetto che attaccano le foglie, sopra e sotto, e i rami.
Non confondete le sue foglie con quelle molto più strette e allungate dell’oleandro (Nerium oleander), che si distingue facilmente per la fioritura, e soprattutto con quelle del lauroceraso (Prunus laurocerasus), decisamente più grandi e molto più lucide e chiare sulla pagina superiore: sia l'oleandro che il lauroceraso sono velenosi.