Arbusti ornamentali, come e quanto potarli – parte 5

Tra gli arbusti ornamentali i sempreverdi ricoprono un ruolo di primo piano. Anch’essi necessitano di una potatura adeguata. Scopri come fare

La potatura degli arbusti ornamentali è differente a seconda che si debba intervenire su arbusti caducifogli, sempreverdi o rampicanti. Ciascuna categoria si diversifica poi a seconda dell’epoca di fioritura, del portamento e della biologia in generale. Vediamo qui la potatura dei più comuni sempreverdi ornamentali, sia in forma libera sia in forma obbligata secondo l’arte topiaria.

Sia gli esemplari condotti secondo allevamento topiario, sia le siepi squadrate (le cosiddette “siepi formali”) richiedono almeno un paio di interventi cesori l’anno. I periodi più indicati sono i mesi di maggio e di settembre. Tuttavia, in situazioni di crescita particolarmente veloce (è il caso del ligustrino) in concomitanza con primavera o estate eccezionalmente piovosa, è possibile praticare un terzo intervento, anticipando il primo ad aprile, intercalandone uno in giugno e terminando comunque in settembre.

Potatura arbusti: i sempreverdi

Gli arbusti sempreverdi da potare in forma libera comprendono Aucuba japonica, Calluna, Camellia japonica, C. sasanqua, Cotoneaster sempreverdi, Erica, Hypericum calycinum, Lavandula, Ligustrum, Mahonia aquifolium, Prunus laurocerasus, Rhododendron, Rosmarinus, Salvia officinalis, Santolina chamaecyparissias ecc.

In genere, si tratta di piante a portamento denso che non richiedono grandi interventi cesori, se non per eliminare i fiori appassiti, i rami secchi, malati o cresciuti fuori dallo spazio loro assegnato o dalla sagoma naturale.

I rami secchi o malati possono essere tagliati in qualunque momento, mentre quelli fuori sagoma si recidono in primavera (subito dopo la loro formazione) e in settembre (intervento sui rami cresciuti durante l’estate).

Un’eventuale potatura per mantenere l’arbusto entro determinate dimensioni (che quindi riguarda anche rami sani) va condotta alla fine dell’inverno-inizio della primavera, per consentire l’accrescimento dell’anno con fortificazione dei rametti.

Un taglio drastico (a 10-20 cm da terra) può essere tollerato solo da poche specie: l’iperico per favorirne la diffusione come tappezzante, la lavanda per mantenerla compatta, la santolina per svecchiarla. Nel primo anno limitatevi a spuntare i rametti fuori sagoma o quelli deboli. Potete anche cimare leggermente il getto principale se scarseggiano i getti laterali che dovranno accestire il cespuglio. Una cimatura pesante indurrà numerosissimi getti.

Potatura arbusti: eriche e lavande

Alle eriche appartengono Calluna vulgaris, Erica carnea, E. multiflora, E. arborea, E. darleyensis, E. terminalis, E. scoparia, E. australis, E. cinerea, E. vagans, E. gracilis, E. ciliaris, E. vagans. Le lavande comprendono Lavandula spica, L. vera, L. stoechas, L. dentata, L. multifida e tutti gli ibridi (“lavandini”). Sono arbusti da fiore che hanno bisogno di un riordino periodico, soprattutto dopo la fioritura o dopo l’inverno, per svecchiarli e conferire loro una forma aggraziata.

Le eriche di grande taglia (come E. arborea) necessitano in aprile-maggio di una potatura per eliminare i rami danneggiati dal freddo, mal sagomati o fuori forma e per togliere le infiorescenze ormai sfiorite. Anche le eriche a fioritura precoce primaverile (come E. carnea) vanno ripulite delle infiorescenze appassite in aprile-maggio, ma in genere, dato il portamento naturalmente compatto, non necessitano di ulteriori interventi cesori.

Infine le eriche a fioritura estiva o autunnale e le callune vanno regolarmente potate in marzo-aprile, per eliminare le infiorescenze ormai secche e non più decorative; inoltre, se risultano fuori sagoma, è possibile intervenire anche sui rametti, regolandoli e conferendo loro una lunghezza consona.

Le lavande, invecchiando, tendono a spogliarsi in basso, divenendo legnose e contorte, se non sono state potate regolarmente fin da giovani. In agosto-settembre vanno recisi i rami fiorali ormai sfioriti, mentre in marzo-aprile ogni anno bisogna tagliare gli ultimi 10 cm dei rametti. Nelle zone fredde, non potate mai in autunno: rami e steli trattengono il calore.

La potatura topiaria

Per “arte topiaria o ars topiaria” si intende la potatura di piante sempreverdi secondo schemi o figure geometriche o di fantasia, e si effettua ogni 2-3 mesi in qualunque stagione per eliminare la ricrescita.

Le specie più adatte a questo tipo di taglio sono: Buxus sempervirens, Ligustrum japonicum, Taxus baccata. Per cominciare, partite da forme semplici: cubi o parallelepipedi rettangoli sono i più semplici da realizzare, tendendo una corda fra due sostegni (pali, picchetti...), per mantenervi diritti nel taglio, e osservando spesso da lontano il lavoro. Qualunque sia la forma finale, tagliate non più di 3 cm per volta: così potrete correggere un errore.

Per ottenere una forma a cono, bisogna sfoltire la parte interna della cima eliminando i rametti più interni, le parti esterne rimaste vanno legate tra loro con un legaccio di colore verde in modo che non si noti troppo, a questo punto la punta è praticamente fatta. Per fare i lati del cono ci si può aiutare con tre bastoni legati tra loro a formare un triangolo: ponete la struttura in piedi sopra l’arbusto e tutti i rami che eccedono i bastoni devono essere tagliati.

Per le sfere o globi la sagoma da seguire può essere fatta con un cartone ritagliato in listoni ricurvi da applicare in cima alla pianta. Quando avrete acquisito esperienza potete anche unire più forme, come un cono sovrastato da una sfera.

Per le forma più complicate, come i torciglioni, bisogna usare dei fili metallici per dare la giusta inclinazione ai rami, lo spessore della spirale può essere fatto sempre con una sagoma di cartone mentre per la larghezza il metodo dei tre bastoni funziona benissimo.

I primi interventi sono senza dubbio i più difficili, se partite da una pianta in forma libera, magari già adulta: il risultato potrebbe non essere ottimale, perché la pianta è già impostata su un tipo di forma naturale, e il taglio topiario ripetuto potrebbe evidenziare zone eccessivamente affollate di rami o spoglie di foglie. Meglio procedere con una pianta giovane (al massimo di 3 anni) da impostare negli anni progressivamente.

Se non ve la sentite di partire ex novo, acquistate un arbusto già formato e limitatevi solo a pareggiare la crescita. Dopo aver acquisito sicurezza e mano ferma, potrete cimentarvi nella creazione di forme partendo da piante giovani. Le sagome complesse (cuori, uccellini, cestini ecc.), oltre che difficili da ottenere, nel tempo possono stufare perché offrono un impatto forte: piante topiate così intensamente non potranno mai ritornare naturali.

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