Un giardino, con arbusti ornamentali, non è un bosco naturale: va quindi governato e indirizzato verso forme compatibili con le aspettative umane. E le piante gradiscono essere periodicamente manutenute, visto che reagiscono producendo fiori e fogliami sempre più ricchi. Metter mano alle forbici è comunque un’operazione che impensierisce, soprattutto pensando di poter sbagliare. Vi presentiamo allora, in alcuni post, i casi più comuni di taglio degli arbusti ornamentali, sia caducifogli sia sempreverdi, anche nelle forme topiarie.
Potatura arbusti: perché farla
In nome della naturalità a ogni costo (o della pigrizia o mancanza di tempo...) potreste decidere di non potare mai i vostri arbusti. I rischi sono però parecchi: se non eliminate i rami stentati, la pianta difficilmente fiorirà o produrrà un bel fogliame, né avrà un aspetto florido o tantomeno ordinato. Vi si possono annidare focolai di malattie fungine o parassitarie, la cui diffusione e mancato controllo vengono facilitati proprio dal disordine e dall’intrico di rami.
L’obbligo di potare dipende anche dalla collocazione della vostra pianta: assicuratevi al momento dell’impianto di posizionarla in modo che abbia sufficiente spazio anche una volta divenuta adulta, altrimenti la costringerete a una vita sacrificata dalle continue potature di contenimento, necessarie perché non invada domini non suoi.
Soprattutto, sarà un arbusto che non vi donerà ciò per cui l’avete scelto, che fosse un bel portamento, un decorativo fogliame o un’eccezionale fioritura. In questi casi, è meglio espiantare l’esemplare e – se possibile – cercare una posizione più idonea, altrimenti eliminarlo completamente.
Potatura, come farlo in sicurezza
La regola base quando si pota è quella di evitare ogni forma di pericolo per esseri umani e animali.
Bambini e animali domestici sono i primi che devono rimanere lontani dagli attrezzi da taglio, sia quando questi sono in riposo, sia soprattutto durante il loro uso.
Ma anche chi opera deve stare ben attento: è vero che tutte le tosasiepi “occidentali” (non quelle “cinesi”) possiedono un meccanismo di sicurezza che interrompe il movimento delle lame al rilascio del tasto, ma è anche vero che cesoie e segacci non ce l’hanno e vanno quindi usati con molta attenzione.
Mai lavorare in bilico su una scala (esistono tosasiepi e troncarami telescopici), ma nemmeno protesi con il viso verso l’alto, né tirando il ramo con il braccio teso…
Ma siccome l’imprevisto può colpire anche i più previdenti e assennati, se ci tenete alla pelle utilizzate sempre gli appositi guanti antitaglio e gli occhiali antinfortunistici, a cui si può aggiungere la tuta antitaglio, utile se dovete salire sulla scala. Meglio una precauzione in più…
Potatura, quando farlo
L’unica norma da rispettare tassativamente consiste nella scelta della giornata adatta: asciutta già da qualche giorno, senza previsione di pioggia da lì ad almeno tre giorni, con temperatura mite (compresa tra 5 e 25 °C a seconda della stagione), possibilmente soleggiata, senza vento durante l’esecuzione dell’operazione e per un’altra giornata intera.
Perché queste precauzioni? L’assenza di pioggia evita che eventuali spore fungine o batteriche (cioè i “semi” dei funghi patogeni o dei batteri) possano essere trasportate proprio sui punti di taglio, da dove possono facilmente penetrare nella pianta aggredendola. La temperatura gradevole evita, in inverno, che i tagli favoriscano un congelamento dei tessuti limitrofi, e in estate che si verifichi un’eccessiva dispersione di linfa e un disseccamento dei tessuti già “maltrattati” nella zona di taglio. Il soleggiamento contribuisce ad asciugare velocemente le superfici di taglio. L’aria immobile evita innanzitutto possibili incidenti al giardiniere impegnato nell’operazione, ma anche l’arrivo delle spore appena citate.
Si può aggiungere che, in genere, le potature si effettuano in primavera (quando è necessario regolare la forma) oppure in autunno-inverno, quando la pianta è andata a riposo (ha perso le foglie o ha rallentato l’attività se si tratta di un sempreverde), con l’intento di limitare le perdite di linfa che fuoriesce dal taglio. Sarebbe preferibile procedere in un periodo di luna calante, quando la forza gravitazionale riduce la fuoriuscita di linfa ed essudati dai tagli. Sulla vite è tassativo, vista l’abbondante perdita di liquidi.
Potatura arbusti, quanto tagliare
È meglio potare di meno che di più: fate sempre in tempo a dare qualche colpo di forbici di rifinitura, ma se tagliate troppo dovrete aspettare qualche anno prima di avere nuovamente un arbusto in bella forma. Una potatura incisiva può squilibrare l’esemplare, soprattutto se la sua natura non gradisce tagli forti; nel migliore dei casi invece si limiterà a non fiorire per qualche anno, nel peggiore crescerà stentato e forse morirà.
Il taglio che è valido dal punto di vista estetico lo è in genere anche sotto l’aspetto della funzionalità della pianta. Per questo il consiglio è quello di iniziare a potare poco, poi fare qualche passo indietro e fermarsi a osservare come si presenta la pianta: se l’impressione è di bellezza e grazia, siete sulla strada giusta e potete procedere tagliando pochi centimetri di ramo alla volta. Se invece l’aspetto è sgraziato, procedete limando poco per volta le porzioni eccedenti, senza però oltrepassare un certo minimo di lunghezza residua dei rami.
Potatura alberi, cosa fare dopo il taglio
Subito dopo la potatura dovete aiutare l’esemplare a riprendersi in fretta. Se l’operazione avviene in autunno-inverno, è buona norma distribuire al piede una dose di concime a lenta cessione (o di stallatico ben maturo), da incorporare rastrellando superficialmente e innaffiando subito dopo.
Se procedete alla fine dell’inverno-inizio della primavera, al concime a lento rilascio affiancate anche una dose di fertilizzante di pronto utilizzo, e aumentate la quantità d’acqua fornita. Infine, per i tagli effettuati in primavera-estate (“potatura verde”), vale l’apporto di fertilizzante prontamente assimilabile accompagnato da un’abbondante irrigazione.
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