anice
L'anice è una pianta coltivabile in tutta Italia.
Coltivare l'anice è facilissimo, perché è una pianta erbacea annuale che vive in tutta Italia. Ottenere i semi è ancora più facile, per impiegarli in cucina

L’anice (Pimpinella anisum) appartiene alla stessa famiglia del finocchio selvatico, dell'aneto e del cumino, ossia quella delle Apiacee o Ombrellifere.

Originario del Medio Oriente, si diffuse nel bacino del Mediterraneo al tempo dei Greci e dei Romani grazie alle proprietà digestive: i Romani servivano piccoli dolci profumati con i suoi semi alla fine dei banchetti. Plinio il Vecchio lo suggeriva per favorire il sonno e rallentare l'invecchiamento della pelle, mentre il botanico Nicholas Culpeper (XVII sec.) consigliava i semi ancora verdi, conditi con olio e limone, contro le malattie da raffreddamento.

Non va confuso con l’anice stellato (Illicium verum), a cui assomiglia per sapore, e l’anice pepato (Xanthoxylum piperitium) che ha gusto di pepe.

Com’è fatto l'anice

Erbacea annuale a radice rizomatosa, alta fino a 80 cm, con fusto eretto, cavo all’interno. Le foglie, non molto numerose, hanno forma diversa a seconda dell’età e della posizione sulla pianta: quelle basali ricordano vagamente il prezzemolo, sono ovaleggianti, dentate o lobate, munite di un lungo picciolo che inguaina il fusto; quelle superiori sono finemente incise, pinnate, quasi piumose e hanno un picciolo molto più corto; sono tutte di colore verde chiaro e non sono profumatissime. I fiori, in giugno-agosto, sono minuscoli, biancastri, riuniti in grandi infiorescenze a ombrella. Segue il frutto (achenio), che contiene numerosi semi minuscoli (3 mm).

Dove e come si coltiva

Ovunque il clima caldo lo consenta, prevalentemente nell'area mediterranea e in India, è coltivabile. Essendo annuale, si può coltivare in tutta Italia, anche in vaso purché di almeno 24 cm di diametro per una sola pianta.

Si parte dal seme, posto direttamente a dimora, perché non gradisce i trapianti che possono danneggiare la radice carnosa. Si semina tra marzo e maggio, a spaglio. Il terreno deve essere morbido, mediamente fertile, anche sabbioso o ghiaioso, sempre ben drenato. L’esposizione deve essere ben soleggiata e riparata dai venti che possono abbattere i fusti. I semi germogliano dopo un mese e le piantine vanno diradate a 10 cm d’altezza, lasciando 20 cm di distanza. La terra va mantenuta libera da malerbe. Le annaffiature devono essere abbondanti dalla semina fino ai 20 cm d’altezza, poi si possono diradare e infine sospendere 10 giorni prima della raccolta dei semi.

Come si raccoglie e si conserva l'anice

Si raccolgono le ombrelle mature (brune) ma con i frutti ancora chiusi in agosto-settembre. Poi si dispongono in cassette di cartone ad asciugare al sole finché i frutti si aprono e i semi fuoriescono scuotendo le ombrelle. I semi si fanno ancora seccare all’ombra per una settimana, in scatoline di cartone; quindi si ripongono in barattoli di vetro al buio.

Come si usa in cucina

I semi vengono utilizzati come aroma nel mix di spezie per i dolci invernali e il vin brûlé, assieme a chiodi di garofano e cannella. Danno l’aroma caratterizzante ai brigidini, le cialde prodotte a Lamporecchio, vicino a Pistoia. Sono l’ingrediente costitutivo del liquore Sambuca, preparato con un’infusione di anice e altre erbe, ma anche dell’Anice (o Anisette) inteso come liquore: ambedue hanno proprietà digestive, proprio come il francese Pastis e il greco Ouzo. Tutti i dolci invernali del Nord Europa contengono anice, e spesso anche i pani. Esistono anche le caramelle all’anice. In Oriente e in India viene impiegato come condimento salato, per arricchire zuppe e minestre, stufati e pane speziato, ma anche carni e verdure.

Per voi la salutare ricetta dei Biscotti del Lagaccio con farro monococco e anice.

L’olio essenziale, a base di anetolo, isoanetolo e aldeide anisica, ha proprietà carminative, stomachiche, spasmolitiche, balsamiche. È un ottimo digestivo.

Anice, come coltivarlo e ricavarne i semi - Ultima modifica: 2020-04-26T07:33:01+02:00 da Redazione GI