La pianta dei chiodi di garofano (Syzygium aromaticum, sin. Eugenia caryophyllata) è un esotica parente del mirto sardo, visto che appartengono entrambi alla famiglia delle Mirtacee.
Il nome scientifico Eugenia deriva da Eugenio di Savoia Carignano, un Asburgo del XVIII sec. particolarmente dedito alle scienze.
Il nome comune deriva dalla somiglianza dei fiori con i chiodi, in tedesco Nagel, dalla cui storpiatura è scaturito il termine garofano.
La spezia, originaria delle Molucche, nell’Oceano Indiano, giunse in Europa nel IV-V sec. d.C., ma si diffuse (ovviamente tra le classi agiate) solo dopo le crociate. Per secoli fu commercializzata in esclusiva da Olanda e Portogallo, finché i Francesi trafugarono alcune piante da porre nelle proprie colonie, rendendoli più accessibili a tutti.
Comunque, il chiodo di garofano non ha nulla a che fare, botanicamente parlando, con i fiori da occhiello: deriva infatti da un alberello tropicale della famiglia delle Mirtacee. Inoltre, i cosiddetti “chiodi” non sono altro che i boccioli dei fiori essiccati.
Com’è fatta la pianta di chiodi di garofano
Si tratta di un alberello di 10-15 m d’altezza, sempreverde, aromatico in ogni sua parte. La chioma, tondeggiante, è data da foglie ovali-lanceolate, verde scuro, che presentano, in trasparenza, numerosi puntini traslucidi, ricchi d’olio essenziale. Le infiorescenze, a pannocchia, sono composte ciascuna da 20-25 fiori color cremisi e giallo. I frutti vengono prodotti dopo 10 anni dall'impianto e la pianta vive circa 60 anni.
Dove e come si coltiva
Viene coltivato in Tanzania, Zanzibar, Indonesia, Madagascar, isole Comore e Brasile. In Italia è coltivabile in piena terra solo nelle zone più miti e riparate del Sud Italia, mentre nel Nord va allevato in vaso. Risulta reperibile nei vivai specializzati in piante tropicali.
Soffre sotto gli 8 °C e nel Nord va ricoverato in serra calda o veranda da ottobre ad aprile. Necessita di una posizione più all’ombra che al sole e di un substrato sempre leggermente umido, anche se ben drenato, leggermente acido. Le annaffiature devono essere regolari durante tutta la bella stagione e solo un po’ più diradate d’inverno. Si concima in primavera e in autunno con un prodotto granulare per acidofile. Le piantine in commercio provengono da seme e impiegano almeno 5 anni prima di fiorire.
Come si raccolgono e si conservano
I cosiddetti “chiodi” non sono altro che i boccioli rosati dei fiori, i quali vengono raccolti a mano uno per uno, prima che si schiudano, in due periodi dell'anno, da metà a tarda estate a poi ancora a metà inverno. Vengono immersi in acqua bollente per pochi minuti e poi essiccati al sole finché, da rossi che erano, divengono rosso scuro, ruvidi al tatto, perdono due terzi del loro peso e, se schiacciati fra le dita, lasciano tracce oleose e sprigionano l'aroma. Un albero produce in media 3 kg di chiodi l’anno. Si conservano ben chiusi in barattoli di vetro scuro.
I chiodi di garofano si trovano in vendita interi o polverizzati, in barattoli da mantenere ben chiusi e al buio, anche per un anno. Se interi, il colore non deve essere troppo scuro, perché indica una qualità scadente: l'essiccazione è stata eccessiva o i boccioli fiorali erano di seconda scelta. Ove possibile, è preferibile utilizzare la spezia proveniente dalle (poche) coltivazioni biologiche esistenti.
L’olio essenziale è in vendita in erboristeria, pratico e multiuso, spesso con il contagocce.
Come si usano in cucina
Spezia dal profumo caldo, forte e intenso, ama in ugual misura il salato e il dolce. Interi, liberi in pentola o all’interno del diffusore, oppure in polvere danno un aroma straordinario a stufati e stracotti, ragù e salse di pomodoro, lingua e prosciutto, polpettoni e conserve di verdura. Si usano anche per steccare la cipolla, da aggiungere a brodi e umidi di carne o pesce, o per steccare il carré di maiale nelle preparazioni in agrodolce. Sono molto adatti per aromatizzare, e sterilizzare, marinate e salmì e per dare quel gusto un po' speziato ad arrosti, sottaceti, insaccati, ma anche ai cocktail di frutta.
In America i chiodi di garofano sono usati per preparare il prosciutto cotto; in Gran Bretagna sono essenziali nel Christmas Pudding; in Germania si impiegano nel pane speziato; nei Paesi scandinavi profumano il pane, i biscotti e le torte alla frutta; in Italia sono tipici delle composte di frutta cotta, mele al forno, strudel e il vin brûlé. In India fanno parte, assieme ad altre spezie, del Garam Masala (curry). Entrano anche negli amari a base di erbe e nei liquori aromatici, soprattutto italiani. Dall’olio essenziale, ricavato dagli scarti di lavorazione, si estrae per sintesi la vanillina, utilizzata nelle preparazioni dolciarie.
5 usi insoliti con i chiodi di garofano
- Quando i chiodi di garofano vengono bruciati nel barbecue, nel caminetto o in un braciere, liberano nell'aria l’aroma che cancella i cattivi odori.
- Mezzo limone steccato nella parte tagliata con i chiodi di garofano tiene lontane le mosche per 2-3 giorni.
- Un’arancia intera steccata esternamente, avvolta in carta velina e lasciata seccare dentro una scatola o un cassetto per un mese, è un efficace antitarme (pomander).
- Quattro-cinque chiodi o 10 gocce d’essenza posti nell’acqua degli umidificatori del termosifone profumano l’aria (vanno sostituiti ogni settimana).
- Qualche goccia d’olio essenziale di chiodi di garofano sparsa sulle zampe dei tavoli allontana i dentini dei cagnolini e le unghie dei gatti.
Proprietà nutrizionali
Le prime testimonianze dell'uso dei chiodi di garofano risalgono all'antica letteratura cinese: cortigiani e ufficiali erano obbligati a tenere in bocca queste spezie per profumare l'alito quando si rivolgevano all'imperatore.
Contengono un olio essenziale, costituito quasi solo da eugenolo (70-90%), dal sapore aspro e bruciante, e ricco di molteplici proprietà. È un potente anestetico, utile in caso di dolori e infezioni alla cavità orale, o durante le cefalee. Disinfetta le vie respiratorie e gastrointestinali a partire dalla bocca. È tonificante e antiossidante. La sua azione si associa perfettamente a quella dei tannini, sostanze astringenti con proprietà principalmente battericide, così spiccate da placare le infiammazioni intestinali ed eliminare i vermi.
Un’assunzione moderata di chiodi di garofano (3-4 preparazioni a settimana) è caldamente raccomandata in gravidanza, perché l'essenza tonifica e rinforza le pareti uterine, facilitando e accelerando le operazioni al momento del parto.
Rimedi naturali con i chiodi di garofano
• Per alleviare il mal di testa: infondete 15 chiodi in mezzo litro d'aceto bollente per 10 minuti, filtrate e lasciate raffreddare, applicate una pezzuola imbevuta sulle tempie e sulla nuca.
• Per risolvere l’alitosi: infondete per 10 minuti 3 chiodi in un bicchiere d'acqua bollente, fate degli sciacqui a digiuno o dopo i pasti.
• Contro il mal di denti: pennellate la zona con qualche goccia di essenza, o masticate lentamente 2 chiodi interi (lo spray anestetizzante che prelude all’iniezione di anestetico del dentista è a base di chiodi di garofano).
• Come disinfettante della bocca (per prevenire afte e ascessi): fate sciacqui con l'infuso preparato con 15 chiodi lasciati per 10 minuti in mezzo litro d'acqua bollente.
• Come disinfettante gastrointestinale: infondete 7 chiodi in una tazza d'acqua bollente per 12 minuti, assumetene un cucchiaio all'ora lontano dai pasti.
• Contro le malattie da raffreddamento: portate a ebollizione mezzo bicchiere di vino rosso in cui avrete messo 2 chiodi, un frammento di cannella, un pezzetto di scorza d'arancia non trattata, un cucchiaino di zucchero; spegnete subito, filtrate e bevete bollente; possibilmente coricatevi al caldo.
• In caso di vermi intestinali: bollite 10 chiodi in una tazza d’acqua per 15 minuti, lasciate in infusione altri 15 minuti, filtrate, non dolcificate, bevete tiepido in dose di 3 tazze al giorno per 7 giorni.
(tratto da "Chiodo di garofano, l’anestetico aromatico", di E. Tibiletti, n.12, 2011)