Sono belle, anzi bellissime, le Pieris, ma il loro segreto non è nei fiori: sono le foglie, in primavera in quasi tutte le tonalità di rosso, che affascinano e attraggono. Hanno pochi nemici e sono facili da coltivare, se si rispettano alcuni accorgimenti fondamentali.
Come sono fatte le Pieris
Le Pieris, come quasi tutte le Ericacee, producono piccoli fiori urceolati in pannocchie terminali, inizialmente erette, ma, quando i fiori si aprono, a causa del peso assumono un aspetto pendulo.
Le specie in natura sono solo sette, ma esistono molte varietà e cultivar create nel corso degli anni, indicative delle attenzioni dei ricercatori botanici verso il genere. La specie più diffusa, Pieris japonica, ci suggerisce l’origine orientale, anche se in natura occupa un’area molto più vasta. Pieris floribunda ad esempio arriva dagli Stati Uniti. Pieris formosa ricorda, nel nome, da dove viene: Taiwan (un tempo Formosa), per essere precisi, tanto che oggi la varietà viene chiamata Pieris f. taiwanensis. I piccoli fiori, molto simili nelle varie specie, sono in genere bianchi, ma non mancano cultivar con fiori rosa più o meno intenso.
Ma l’attrattiva principale delle Pieris non è la fioritura, bensì la vegetazione primaverile. Le foglie, quando si sviluppano, sono di un rosso così intenso da sembrare fiori. Possono presentare tonalità diverse di rosso, più o meno vivo, rosato o bronzeo, ma sempre di bellezza impareggiabile.
Come si coltivano
Le Pieris sono parenti dei più conosciuti rododendri, ai quali li accomuna una spiccata tendenza a preferire terreni acidi, tanto che se il vostro giardino ha un suolo argilloso-calcareo è bene rinunciare a coltivarli. Qualcuno vi potrà consigliare di fare una grande buca per poi riempirla con terra acida. Per qualche anno le Pieris, come altre acidofile, si svilupperanno bene, ma poi lentamente il pH del terreno si alzerà mettendo in crisi le piante.
Le Pieris crescono bene in vaso, scelta che rappresenta un’ottima alternativa ai terreni calcarei. Il vantaggio, rispetto a una grande vasca, consiste nel fatto che, con il rinvaso, si porterà sempre terra nuova. È bene rinvasare le piante ogni anno. Il terriccio di base è la torba a grana piuttosto grossolana (almeno 2/3), unita a 1/3 di un buon terriccio professionale, con pomice o lapillo e argilla.
Occorre avere una certa attenzione nel bagnare le Pieris: pur amando un terriccio sempre fresco, non sopportano eccessive irrigazioni, che possono innescare marciumi radicali.
I nemici delle Pieris
Se le cure agronomiche sono buone, le Pieris non si ammalano facilmente. Di solito non sono infastidite da afidi, ragni rossi e l’onnipresente metcalfa, parassiti che privilegiano altre piante.
Una costante attenzione si deve prestare alle irrigazioni, come già detto, evitando gli eccessi e gli stress idrici per prevenire l’insorgere dei soliti pericolosi funghi sull’apparato radicale (Phytophtora, Ryzoctonia, Phytium) sempre molto difficili da trattare.
Come per quasi tutte le piante di piccola dimensione le larve dell’Otiorrhynchus, che vivono nel terreno e hanno la caratteristica di nutrirsi della corteccia delle radici, possono rappresentare un problema serio, specie per le piante in contenitore.
Pur non soffrendo del freddo invernale, le Pieris tendono a risvegliarsi troppo presto dal riposo vernino, e brinate tardive possono danneggiare la vegetazione nuova appena sviluppata.
(tratto da "Straordinari Pieris", di R. Ronco, Giardinaggio n. 3, 2008)