calluna
La calluna, chiamata "erica", fiorisce in autunno.
Tenere la calluna non è facile, ma nemmeno difficile: le regole sono poche, ma irrinunciabili. Grazie a queste, potrà durare per anni

Le eriche sono fra le piante regine dell’autunno: il plurale “eriche” è d’obbligo perché in questa stagione si trovano in vendita piantine appartenenti sia al genere Erica (poche), sia al genere Calluna. Il genere Erica comprende circa 500 specie, alcune delle quali vengono coltivate appunto per la ricca e durevole fioritura. Il genere Calluna è dato da una sola specie, C. vulgaris, simile all’erica e anch’essa molto fiorifera.

Da queste specie i floricoltori hanno poi ricavato numerose varietà che differiscono per il colore dei fiori (oltre al classico rosa, più o meno carico, il rosso fino al porpora e il bianco) e per il colore delle foglie (verde in varie tonalità fino al grigio-bluastro, giallo, rosso e marrone), che sono molto piccole e aghiformi. I fiori di Calluna, che appaiono in autunno, hanno la forma di una minuscola campanella tubolare e sono riuniti in spighe all’apice dei rami dell’anno precedente: se potiamo il cespuglio in primavera, non otterremo la fioritura in autunno.

Com'è fatta la calluna

La calluna è un'erbacea suffruticosa sempreverde, alta e larga fino a 30 cm, cespitosa e molto ramificata, con crescita lenta. Le foglie sono coriacee, aghiformi, molto piccole, di colore verde intenso. I fiori, piccoli ma numerosissimi, tanto fitti a volte da nascondere il fogliame, di colore rosa (bianchi, rossi o verdi nelle cultivar), appaiono in agosto-novembre.

Generalmente si tratta di graziose piantine che, nella maggior parte dei casi, vanno considerate purtroppo un “usa e getta” perché richiedono un preciso equilibrio di ambiente idoneo e cure corrette (sono acidofile), pena il deperimento quasi immediato (anche nell’arco di una settimana, se non gradiscono la situazione). Se però si soddisfano le loro esigenze, fanno compagnia per alcuni mesi splendidamente in fiore, e poi da un anno all’altro, rifiorendo in autunno.

Le condizioni indispensabili

Iniziamo con il tenerla all’aperto, in un luogo luminoso, ma non esposto ai raggi solari (quindi è ideale un balcone a nord, o al massimo a nord-est), e ben ventilato perché non sopporta un’atmosfera calda e un’aria stagnante. Resiste infatti fino a –15 °C, ma non tollera assolutamente il caldo: acquistiamola in settembre se abbiamo una posizione all’ombra, altrimenti aspettiamo almeno l’inizio di ottobre, quando i raggi saranno meno caldi.

Subito dopo l’acquisto, non rinvasiamola, lasciamola fiorire tranquilla. La rinvaseremo la prossima primavera, in un vaso in plastica, di diametro pari alla chioma della pianta, oppure in cassetta (max 3 piante in 40 cm di lunghezza). Diamole un substrato acido, a base di terriccio per acidofile, eventualmente con aggiunta di torba e di sabbia di fiume, con un discreto drenaggio sul fondo.

Acquistandola adesso, va bagnata in abbondanza finché le temperature diurne si manterranno sopra i 25 °C, anche tutti i giorni, diminuendo frequenza e quantità man mano che ci inoltriamo nell’autunno e le massime calano, mentre in inverno basta un po’ d’acqua ogni 15 giorni; nella primavera successiva riprendiamo a intensificare frequenza e quantità, fino a bagnarla ogni giorno in piena estate. Il terriccio, soprattutto per le piante in vaso, deve rimanere sempre umido ma non fradicio. Concimiamola da aprile a settembre, ogni 15 giorni, con un prodotto liquido per acidofile.

Come mantenerla a lungo

L’erica è una pianta acidofila e, come tutte le acidofile, richiede un trattamento particolare: se non glielo forniamo, la pianta non vivrà. Innanzitutto il terriccio deve avere pH acido: vanno bene, oltre a quello specifico per le acidofile, anche la terra di foglia, la terra d’erica o di castagno e la torba. Una manciata di sabbia serve ad alleggerire il substrato. L’acqua d’annaffiatura deve essere priva di calcio; il terriccio deve rimanere sempre leggermente inumidito, senza mai asciugarsi del tutto. Utilizziamo solo il concime specifico per acidofile. Scegliamo sempre una posizione molto fresca e ben arieggiata, ma non esposta ai raggi del sole: un colpo di calore (anche solo mezza giornata) può risultare fatale. Non teniamo mai la pianta all’interno: il calore dell’appartamento e la mancanza d’aria fresca fanno seccare prima i fiori e poi la pianta.

PRONTO SOCCORSO PER CALLUNA IN DIFFICOLTÀ

  • Se notiamo sulle foglie aghiformi piccoli fiocchetti bianchi, pelosi, mobili, si tratta della cocciniglia cotonosa. Interveniamo subito spruzzando un insetticida anticocciniglia, bagnando bene anche la base della pianta, dove i parassiti si annidano, ripetendo il trattamento dopo due settimane e fino alla completa scomparsa degli insetti.
  • Se le foglie sbiadiscono e poi ingialliscono, e appaiono circondate da sottili ragnatele, la causa è il ragnetto rosso. La pianta sta soffrendo perché l’atmosfera è troppo secca, poco ventilata e, probabilmente, non è stata bagnata con regolarità. Bagniamola bene, vaporizziamola anche ogni giorno, spostiamola in un punto più fresco e arieggiato, e trattiamo la pianta con un prodotto acaricida, ripetendo l’irrorazione dopo 10 giorni.
  • Se le foglie ingialliscono tutte contemporaneamente e, dopo pochi giorni, si seccano e incominciano a cadere, la pianta è vittima di un colpo di calore o di una prolungata siccità. Bagniamo bene il terriccio e vaporizziamo la chioma della pianta, spostandola in un luogo fresco: se gli aghi non sono completamente gialli, si può ancora salvare (potiamo però la parte secca); in caso contrario, è difficile che l’esemplare possa riprendersi.

Per approfondire

Piante da terrazzo e da balcone
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