erica calluna
La calluna è un'erica dai molti colori.
Coltivare l'erica o calluna è facilissimo, se si sa come fare! Richiede condizioni ben precise e, soddisfandole, vivrà a lungo

Erica carnea Calluna vulgaris sono graziose piantine che, nella maggior parte dei casi, vanno considerate purtroppo un “usa e getta” perché richiedono un preciso equilibrio di ambiente idoneo e cure corrette (sono acidofile), pena il deperimento quasi immediato (anche nell’arco di una settimana, se non gradiscono la situazione). Se però si azzeccano le loro esigenze, fanno compagnia per alcuni mesi splendidamente in fiore.

Origine: Europa.

Descrizione botanica: erbacee suffruticose sempreverdi, alte e larghe fino a 30 cm, cespitose e molto ramificate, con crescita lenta. Le foglie sono coriacee, aghiformi, molto piccole, di colore verde intenso. I fiori, piccoli ma numerosissimi, tanto fitti a volte da nascondere il fogliame, di colore rosa (bianchi, rossi o verdi nelle cultivar), appaiono in agosto-novembre su Calluna e in febbraio-aprile su Erica.

Specie affini e varietà: di Erica esistono alcune decine di varietà, di Calluna circa un centinaio, differenti soprattutto per il colore dei fiori.

Esposizione: ombra/luce da marzo a ottobre, ombra/sole nei restanti mesi.

Temperatura: non temono il gelo (fino a –25 °C), ma non tollerano il caldo (soffrono già a 25 °C).

Precauzioni invernali/estive: nessuna in inverno; da marzo a ottobre devono stare necessariamente in posizione ombreggiata, eventualmente vaporizzando la chioma ogni giorno con acqua decalcificata.

Vaso: in plastica, di diametro pari alla chioma della pianta, anche in cassetta (max 3 piante in 40 cm di lunghezza). Se pensate di non tenere la pianta, il rinvaso non è necessario subito dopo l’acquisto; se invece volete mantenerla, rinvasatela ogni anno a fine fioritura in una misura in più.

Terra: acida, torbosa, fertile, umida ma ben drenata; non sopporta substrati calcarei. Ideale il terriccio specifico per acidofile.

Acqua: solo decalcificata, abbondante e regolare in primavera-estate e anche in autunno se non piove a sufficienza, scarsa in inverno.

Concime: in febbraio, aprile e ottobre un prodotto granulare per acidofile a lenta cessione.

Potatura: subito dopo la fioritura, per eliminare le cime sfiorite.

Moltiplicazione: per talea di ramo in maggio-giugno.

Malattie e parassiti: se le cime e poi gli interi rametti si seccano, l’ambiente è troppo caldo o soleggiato, oppure l’acqua è stata scarsa. Se oltre all’irrigazione è carente anche l’umidità, può comparire il ragnetto rosso.

Per approfondire

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