Chiariamo subito un concetto: in generale, gli uccelli selvatici devono essere considerati amici del giardiniere hobbista in quanto si nutrono principalmente di insetti nemici delle piante coltivate. Non per niente, il giardinaggio naturale contempla la presenza di mangiatoie e abbeveratoi sempre pieni in autunno-inverno, e di nidi in primavera-estate, proprio per attirarli nei nostri spazi verdi, in modo che eliminino la maggior quantità possibile di afidi, psille, cicaline, larve di lepidotteri ecc.
Tuttavia, proprio quando la preziosa frutta autoprodotta sta maturando, è facile che questi graziosi animaletti, che ammiriamo per le livree colorate, il volo leggero e il canto armonioso, si trasformino in vandali affamati che assaggiano ogni singola ciliegia, albicocca, pesca, mela, fico, per poi magari abbandonare subito il frutto ancora non maturo, condannandolo al marciume. In sostanza, la fauna da preservare si trasforma, per qualche settimana o mese, in un nemico che compete con noi per i frutti…
Il problema diventa allora quello di tenere lontani i volatili dagli alberi o arbusti da frutto, naturalmente senza nuocere loro (anche perché in buona parte si tratta di fauna protetta per legge).
Salvare la frutta dagli uccelli
Gli uccelli sono ovviamente attirati dalla frutta matura o quasi: la vista acutissima consente loro non solo di distinguere piccoli “puntini” come le ciliegie, ma anche di percepirne il colore, e quindi il grado di maturità. Poiché però non sempre il colore rosso corrisponde a un frutto ben maturo, o del gusto desiderato dal volatile, capita spesso che la mela o la pesca vengano incise in un unico punto dal becco dell’animale che, non soddisfatto, le abbandona per assaggiarne altre. Ci si ritrova così con tutti i frutti “bucati”, destinati a marcire in tempi rapidi.
Per tenere lontani i diversi uccelletti, si può ricorrere al vecchio ma sempre utile spaventapasseri (a cui cambiare gli abiti ogni 3 giorni per scongiurare l’assuefazione dei volatili), alle strisce di carta argentata o della plastica argentata che avvolge le uova di Pasqua, alle buste di plastica da supermercato o alle bottiglie di plastica vuote, tutte appese ai rami degli alberi.
Tra i mezzi commerciali ci sono i palloni colorati con cerchi concentrici che imitano lo sguardo di un rapace, in colori diversi a seconda della specie da frutto: anche questi vanno appesi ai rami, spostandoli però una volta a settimana, sempre per evitare che gli uccelli capiscano l’inganno... Oppure, nel caso di alberi di dimensioni contenute, entro i 3 m d’altezza, si possono avvolgere con le reti anti-uccello, a maglia fitta, che oltretutto impediscono anche gli attacchi da parte di insetti come la mosca della ciliegia o la cidia e l’anarsia dell’albicocca.
In campagna, gli agricoltori professionali impiegano anche gli appositi cannoncini che “sparano” un suono potente a cadenza regolare e regolabile: anche questo mezzo crea assuefazione nei volatili, per cui va spostato di collocazione una volta a settimana. Fra i dissuasori sonori ci sono anche le registrazioni dei versi di caccia emessi da rapaci come il gheppio, l’aquila, la poiana: sono reperibili sul sito della Lipu (www.lipu.it) e vanno caricati come mp3 su un dispositivo di diffusione della musica resistente alle intemperie.
La presenza di un gatto cacciatore controlla solo in minima parte la popolazione volatile, perché si tratta di prede non facilmente afferrabili (e l’esito dipende anche dall’abilità del gatto alla caccia). Ha miglior effetto deterrente un cane che detesti gli uccellini e li insegua di continuo…
Sloggiare i piccioni
Chi invece possiede solo un balcone o un terrazzo avrà un’altra categoria di volatili sgraditi: quella dei piccioni, che ospitano parassiti e le cui deiezioni sporcano le superfici e sono veicolo di malattie anche gravi. In questo caso, per invitare gli ingombranti pennuti a volare da un’altra parte il sistema più efficace sarebbe costituito dalla presenza di un cane o un gatto, solo che il primo abbaia e dà fastidio ai vicini, mentre il secondo potrebbe cadere di sotto nell’enfasi di acchiappare il volatile.
Esistono poi gli spray dissuasori, a base di sostanze sgradevoli agli uccelli: vanno impiegati solo sulle superfici murarie senza intercettare le piante (anche solo per la potenza del getto) e il loro effetto non supera le 24 ore in estate; dopo l’erogazione è preferibile che bambini e animali domestici non vadano sul balcone o terrazzo per alcune ore.
I dissuasori elettrici funzionano, ma sono più complessi e costosi rispetto a quelli meccanici (gli aghetti), e richiedono maggiore manutenzione, oltre che l’alimentazione elettrica: di norma vengono impiegati su edifici di pregio, dove non è ammessa la presenza (sia pure discreta) degli aghetti.
E proprio gli aghetti rappresentano il metodo, in ultima analisi, migliore: se la messa in opera viene effettuata in modo corretto, il problema viene risolto quasi sempre completamente. Si pulisce e disinfetta la superficie in cui vanno installati i dissuasori meccanici, che vengono ancorati mediante tasselli o con colle siliconiche. La presenza di aghi lunghi e rigidi non consente più agli uccelli di posarsi, costringendoli a spostarsi altrove. La durata è molto lunga, anche se con l’andare del tempo i piccioni possono ricoprire determinati punti con materiale vario usato per costruire il nido, ma sono problemi che si risolvono con un po’ di manutenzione.
Tra i dissuasori meccanici, infine, ci sono anche le reti e i fili: servono a rendere inavvicinabili (nel caso della rete) oppure impraticabili (i fili) le porzioni di edificio su cui gli uccelli sono soliti posarsi.
Tutti i tipi di dissuasori, meccanici o elettrici, possono essere installati come fai-da-te, se si possiede l’esperienza necessaria, o a opera di ditte specializzate reperibili sull’elenco telefonico o su internet.