Se è vero che 9 volte su 10 chi possiede un giardino gode anche della compagnia di un quattrozampe, cane o gatto che sia, è anche vero che nell'armadietto dei medicinali durante la bella stagione non possono mancare i prodotti antiparassitari che liberano Fido e Micio (ma anche gli ambienti domestici) dagli ospiti più indesiderati di stagione: le pulci e le zecche, che fin da marzo-aprile, si risvegliano dal letargo invernale e vanno in cerca di sangue fresco con cui nutrirsi, per potersi poi riprodurre e poter deporre le uova.
Le pulci
Le pulci sono parassiti esterni di mammiferi e uccelli. Sono relativamente specie-specifiche, nel senso che, pur esistendo una pulce del cane (Ctenocephalides canis), una del gatto (C. felis), una dell’uomo (Pulex irritans) ecc., all’occorrenza non disdegnano di soggiornare su una specie diversa da quella abituale.
Sono insetti di colore bruno, di piccole dimensioni (fino a 1,5 mm di lunghezza), con il corpo compresso longitudinalmente, privi di ali ma con il terzo paio di zampe sviluppatissimo e atto al salto, anche di parecchi centimetri.
Il ciclo biologico parte dall’uovo, attraversa tre stadi larvali e termina con l’adulto, nell’arco di un tempo di alcuni mesi (uova e larve sono generalmente gli stadi svernanti). La femmina depone 15-20 uova al giorno, direttamente sul pelo o sulle piume dell’ospite, da dove possono facilmente cadere nell’ambiente. In 2-14 giorni le uova schiudono e le larve possono rimanere sull’ospite nutrendosi di residui di cute e peli o penne, o vivere nelle fessure domestiche o nella sabbia in giardino nutrendosi di detriti. Entro una settimana o parecchi mesi le larve si imbozzolano, per fare uscire l’adulto quando esso percepisce la presenza di anidride carbonica emessa da un organismo animale.
Le pulci sono pericolose, per l’uomo e gli animali, perché sono potenzialmente vettori di malattie quali salmonellosi, rickettsiosi e, nei Paesi caldi, la peste. Inoltre la loro saliva può scatenare reazioni allergiche. Senza dimenticare il prurito determinato dalle loro punture, che porta al grattamento con possibile comparsa di dermatiti o addirittura ferite che si possono infettare. Inoltre possono ospitare al loro interno le uova della tenia (il verme solitario, Dipylidium caninum): se Fido o Micio, infastiditi dal prurito, ingeriscono una pulce infestata, possono sviluppare nel loro intestino la tenia.
Le zecche
Le zecche sono acari, quindi appartenenti alla classe degli Aracnidi, e non degli Insetti, dai quali si distinguono per la presenza di 8 zampe anziché 6. Alla famiglia degli Ixodidi appartengono le zecche “dure” come Ixodes ricinus (zecca del bosco) e Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane); mentre in quella degli Argasidi rientrano le zecche “molli” o “degli uccelli” come Argas reflexus (zecca dei piccioni).
Dallo stadio di uovo, attraverso quelli larvali e fino all’adulto possono passare da 30 a 60 giorni, con esclusione dell’inverno che viene superato solo in fase di uovo o larva. Tutto il ciclo biologico si compie nell’ambiente, dal quale la zecca femmina si allontana per parassitare un mammifero o un uccello (anche in questo caso la specie-specificità è molto labile) per il tempo necessario a realizzare un congruo pasto a base di sangue; subito dopo si stacca dall’ospite per tornare nell’ambiente ove depone le uova. Le dimensioni variano da 0,5 mm del primo stadio larvale a oltre 1 cm (Argas) della zecca femmina adulta gonfia di sangue. Per succhiarlo, la zecca infigge il rostro nella cute, senza che l’ospite ne ricavi alcun fastidio (non danno prurito né dolore alla puntura).
Tutte le zecche sono molto pericolose soprattutto per l’uomo, oltre che per Fido e, in misura leggermente minore, per Micio: trasmettono numerosi protozoi (organismi unicellulari primitivi) che danno luogo a malattie molto gravi, come la piroplasmosi o babesiosi, la rickettsiosi o febbre bottonosa, il morbo di Lyme o borreliosi, l’encefalite o TBE, l’erlichiosi, la febbre Q e altre. Il pericolo di trasmissione dei protozoi è direttamente proporzionale alla permanenza della zecca nella cute: entro le 12-24 ore è ridottissimo, ma sale con il passare del tempo (la zecca può rimanere infissa anche una settimana).
Attraversando zone che si sanno essere infestate, è bene sorvegliare gli arti inferiori della persona e il pelo di Fido, perché può capitare di vederle muoversi sulle scarpe, i vestiti o il mantello (se non sono scuri). Una volta attaccate, sulla pelle umana sembrano “nuovi nei” rilevati o piccoli piselli grigi, secondo la specie; di preferenza si infiggono sulle caviglie, nel retro delle ginocchia, all’inguine, sotto le ascelle e sul collo e la gola. Su cani e gatti si individuano più facilmente al tatto, una volta ingrossate, sotto la gola, le ascelle e all’inguine, oppure si vedono sul muso: la fronte, le palpebre, le labbra e le guance sono le zone preferite.
Come si eliminano pulci e zecche
Pulci e zecche si attaccano a Fido e Micio durante le passeggiate nell’erba in città o in campagna e nei boschi, soprattutto nei luoghi molto frequentati da quattrozampe.
Per tenere alla larga da loro le pulci sono utili i collarini antipulci o le gocce da porre fra le scapole dell’animale. Possono essere a base di principi attivi chimici di sintesi (che uccidono adulti e uova) o di estratti naturali di piante repellenti come l'olio di Neem (che impediscono l’arrivo dei parassiti sulla cute del quattrozampe). Quasi tutti questi prodotti hanno la caratteristica di promanare la medesima azione anche verso la cuccia o i luoghi in cui abitualmente riposano i pet, eliminando anche eventuali infestazioni nell’ambiente domestico. In caso di infestazioni massicce, prima di apporre il collarino o versare le gocce antiparassitarie è necessario fare al quattrozampe un bel bagno con lo shampoo antipulci. Attenzione: prima di acquistare un prodotto antiparassitario, accertatevi che sia idoneo per la specie dell’animale domestico a cui è destinato, perché alcuni principi attivi sicuri sul cane risultano invece tossici per gatti e conigli!
Quanto alle zecche, nonostante collarino e gocce è sempre bene controllare Fido e Micio ogni volta che rientrano in casa, perché qualche parassita ottopode potrebbe essersi comunque attaccato. Per estrarlo, si afferra il corpo con le apposite pinzette “levazecche” e si ruota l’aracnide con delicatezza finché non si stacca; indi si controlla di aver estratto anche il rostro (la “testa” di colore scuro) e, se così non fosse, lo si afferra e lo si tira via. Subito dopo, si disinfetta la ferita e la si controlla per qualche giorno: se si forma una crosticina, il decorso è normale; se invece si gonfia, è meglio andare subito dal veterinario.