Le piante da balcone vanno protette quando la temperatura scende sotto lo zero. In particolar modo in inverno quando si può arrivare sotto i 10 °C. La resistenza della pianta dipende, comunque, dalla rusticità della specie allevata. Le protezioni possono essere di due tipi:
- Ricovero dell’esemplare in una struttura chiusa
- Con l’avvolgimento di teli all’esterno.
Piante da esterno: i locali di ricovero
La serra riscaldata è perfetta per tutte le piante tropicali, ricordando di impostare i parametri ambientali in funzione della temperatura esterna.
La serra fredda va bene solo per esemplari non particolarmente delicati, perché ripara dalla pioggia ma non dal freddo quando la temperatura scende sotto lo zero; va integrata all’occorrenza con coperture di non tessuto.
Veranda o doppi vetri rappresentano la collocazione ideale, anche per piante tropicali e grasse, perché la temperatura non scende mai sotto lo zero, anzi rimane in genere sopra i 5 °C; le piante entrano in riposo o, se vi batte il sole, addirittura producono quella fioritura che faticano a donare in estate; punti deboli sono l’eccesso di umidità a cui si ovvia arieggiando ogni giorno, e le ustioni solari nel mese di marzo a cui si rimedia con un telo ombreggiante attaccato con nastro adesivo al vetro.
Cantina, soffitta o solaio, magazzino o capanno degli attrezzi in genere sono privi di luce, ma la bassa temperatura induce il riposo nei vegetali; se all’esterno si scende sotto i –5 °C stendete veli di non tessuto o addirittura attaccate un termoventilatore al minimo almeno durante la notte; idonei per piante non tropicali.
Pianerottolo o atrio condominiale vanno bene, a condizione di non intralciare il passaggio, solo se sono luminosi e non esposti all’ingresso di aria gelida; tenete d’occhio la temperatura interna perché sotto i 12 °C le piante tropicali potrebbero avere problemi, mentre le cactacee tollerano fino a 5-7 °C.
In casa, possibilmente in una stanza non riscaldata e luminosa, svernano bene le piante tropicali e le succulente; mentre se stanno al caldo dell’appartamento bisogna curare molto l’irrigazione, l’umidità e lo stato sanitario.
Piante da terrazzo: protezione in loco
È l’unica soluzione per le piante semi-rustiche e quelle inamovibili e consiste nell’avvolgimento con teli di vario genere e altri accorgimenti. La protezione più classica si compone di:
- Avvolgimento della base della pianta con paglia, segatura o fogli di giornale
- Avvolgimento del contenitore con una tela di juta, un foglio di non tessuto o di plastica pluriball
- Sollevamento del vaso dal pavimento con tavolette di legno o di polistirolo, senza ostruire il foro di drenaggio
- Telo di plastica pesante trasparente o di pluri-ball o di tessuto non tessuto da avvolgere intorno alla chioma, fermandolo con nastro di iuta e mollette, oppure telo di incannucciato da avvolgere lasciando aperta la sommità per dare luce
- Spostamento dei vasi contro la parte più riparata del balcone, contro un muro, meglio se esposto a sud, dove non arrivino le folate di tramontana o di maestrale;
- Addossamento fra loro degli esemplari più delicati, in modo da poterli coprire con un telo di plastica (lasciato leggermente aperto) o di tessuto non tessuto (da chiudere bene).
Naturalmente, fra le protezioni per piante entro i 40 cm d’altezza, è sempre valida la serra da balcone.
Piante da terrazzo: protezioni in loco insolite
Se siete costretti a lasciare fuori tavoli e sedie, ponete le piante più basse sotto la tavola ed eventualmente anche sotto le sedie, disposte vicine le une alle altre; quelle più alte (entro l’altezza degli schienali) collocatele in mezzo tra le seggiole; poi munitevi di un ampio telo di plastica pesante trasparente (la migliore è in polietilene, PE) o di velo di non tessuto, da appoggiare sul pianale della tavola e sopra lo schienale delle sedie. Fermatelo con mattoni, ciocchi di legno, piastrelle o grandi vasi di coccio rovesciati.
Per le piante alte: conservate i manici di scopa o munitevi di bastoni lunghi almeno 20 cm più dell’altezza dell’arbusto (il cui vaso va anche sollevato con tasselli di plastica o legno); disponeteli a piramide sopra la pianta, fermandoli sul pavimento contro il parapetto o la parete di casa, o con mattoni o vasi pesanti; copriteli con il telo di plastica o velo di non tessuto, fissati in basso dalle punte dei bastoni; bloccate la costruzione al colmo con un semplice vaso di coccio capovolto, da assicurare ai bastoni con un filo di ferro che passa attraverso il foro di drenaggio.
Per le piante più basse di 10 cm: prendete una cassetta di legno da frutta a bordi alti; ponete sul fondo un velo di non tessuto, spargete 1 cm di torba, poi appoggiate i vasetti, riempiendo gli spazi fra di loro con altra torba; coprite con una lastra di vetro, che sporga di almeno 10 cm da ogni lato, con le superfici di taglio smussate; addossate la cassetta a un muro esposto a sud, o comunque ponetela nell’angolo più riparato del terrazzo.
Per i bonsai da esterni: prendete una mezza scatola di polistirolo, tipo quelle di imballaggio degli apparecchi elettrici; infiggete negli angoli quattro bastoncini (tipo i tutori in legno), due più lunghi e due più corti, in maniera da dare una certa inclinazione al tettuccio; tagliate un pezzo di plexiglass da copertura o di compensato in modo che debordi rispetto alla cassetta di 5 cm per ogni lato, e praticatevi 4 fori agli angoli, attraverso i quali far passare il fil di ferro con cui fissare il tettuccio ai bastoncini; ponete uno strato di sabbia nella cassetta, su cui appoggiare i vasetti e colmate gli spazi rimasti con altra sabbia; ricoprite tutto il ricovero con un telo di plastica pesante, da fissare in basso alla scatola mediante puntine da disegno, in modo che non vi penetri il vento gelido; ponete il tutto su una mensola oppure, se deve rimanere appoggiata sul pavimento del terrazzo, inserite al di sotto, da un solo lato lungo, due piccoli tasselli (vanno bene anche due sassi piatti) alti al massimo 2 cm, in modo da accentuare la pendenza per far scivolare l’acqua.