Vedere una talpa dal vivo è quasi impossibile, date le sue abitudini ipogee. Ma le tracce che lascia al passaggio sono fin troppo evidenti: una serie di mucchietti di terra smossa che assurgono in primo piano sul manto erboso… Sono il prodotto dell’attività di scavo e segnano l’apertura di una galleria che l’animaletto ha scavato, costituendo il suo ricco sistema di abitazione sotterranea. Al suo interno vive un esemplare che perlustra quotidianamente tutti i cunicoli alla ricerca di cibo, ossia uova, larve e adulti di insetti, nonché vermi e molluschi.
Va detto che la maggioranza degli insetti nel terreno sono dannosi per le piante: larve e adulti perché si nutrono delle radici dei vegetali, e le uova perché ne deriveranno forme parassite. Quanto ai vermi, le talpe si cibano anche di benefici lombrichi, così come di nocivi nematodi, mentre i molluschi sono rappresentati dalle uova delle lumache e dalle chiocciole giovani.
Quindi, se la zona colpita dalle talpe non è il prato all’inglese, visti i benefici si potrebbe anche salvaguardare il mammifero cieco, anziché cercare di sterminarlo…
La biologia della talpa
È un mammifero insettivoro appartenente all’ordine dei Soricomorfi. Ha corpo tozzo, lungo 10 cm, con muso lungo e appuntito e collo corto. Gli arti sono brevi con cinque dita munite di robuste unghie, con le quali scavano lunghe gallerie sotterranee. Il pelo è fitto, morbido, di colore grigio scuro. È un insettivoro che libera il giardino da larve di insetti (come elateridi o ferretti, maggiolino, oziorrinco), da vermi (come i nematodi), da molluschi, piccoli anfibi e rettili.
È presente in tutta Italia esclusa la Sardegna, fino a 2.200 m d'altitudine. Animale mite, passa tutta la vita (circa 3 anni) sotto terra, con l'eccezione di eventuali inondazioni che lo costringono a uscire per poi rientrare al cessato pericolo. Ogni anno la famiglia aumenta in media con quattro nuovi nati.
Attacca il tappeto erboso, perché necessita di un suolo privo di grosse radici, che ostacolano lo scavo e la tenuta delle gallerie. Predilige terreni morbidi e ricchi di humus, dove trova più facilmente il cibo, localizzato grazie all'olfatto e alle vibrazioni. Se il terreno è povero o sassoso, un singolo individuo dovrà scavare numerose gallerie per esplorare il sottosuolo in cerca di nutrimento, dando così l'impressione, dall'esterno, che l'appezzamento sia infestato. Se viceversa sono innumerevoli i cumuli di terra in un suolo ricco, gli individui sono proprio molti.
I danni
La sua presenza si manifesta attraverso i caratteristici cumuli di terra (diametro 10-20 cm) buttata fuori dalla galleria durante lo scavo. In base al numero di talpe presenti, i cumuli possono essere talmente tanti da distanziarsi anche di soli 50 cm.
La rete di gallerie che crea l’animaletto può strappare le radici dei vegetali compromettendone la sopravvivenza. I mucchietti di terra in superficie deturpano i manti erbosi rendendo difficile il passaggio con il tosaerba.
Colpisce sostanzialmente durante la bella stagione. In inverno rimane attivo, pur approfondendosi nel sottosuolo per ripararsi dal gelo; l’attività di scavo di nuove gallerie si verifica dalla primavera all’autunno.
Prevenzione e lotta alla talpa
La prevenzione riguarda un’unica evenienza: se il terreno del vicino è appena stato infestato, per evitare il passaggio nel proprio si può recintarlo con una rete metallica a maglia stretta infissa nel suolo per almeno 50 cm.
Per combattere le talpe esistono due tipi di rimedi, i metodi non violenti, che allontanano o respingono gli animaletti dal terreno senza far loro male, oppure l’eliminazione mediante i talpicidi chimici.
I metodi incruenti sono numerosi: le trappole posizionate all'ingresso di ogni galleria per catturare l'animale e liberarlo in altro luogo, a distanza di almeno 500 m; le bottiglie di plastica, vuote e capovolte, poste su un palo da inserire nell'ingresso della galleria: le vibrazioni prodotte dalle bottiglie quando c’è vento risultano fastidiose per i roditori; gli apparecchi a ultrasuoni, da porre vicino agli ingressi delle gallerie per infastidire e allontanare le talpe; le piante dall’odore sgradevole: la Fritillaria o corona imperiale e l’euforbia catapuzia (Euphorbia lathyrus), utili in terreni piccoli (al massimo 100 mq); i concimi naturali che, oltre a nutrire l’erba, grazie all’odore che emanano (per es. il panello di ricino), allontanano le talpe; la calciocianamide che disinfetta il suolo abbattendo la carica di microfauna presente, concima e nel contempo repelle le talpe per il suo odore.
I talpicidi chimici vanno posizionati nell’apposita scatola protettiva per evitare che possano essere ingeriti da bambini o animali domestici. La talpa che li ingerisce morirà poi all’interno della galleria e la sua effettiva soppressione sarà annunciata dalla cessazione degli scavi.