Nata, e coltivata per decenni, come pianta da esterni, la strelitzia si è conquistata da qualche anno un posto anche in appartamento: piace per le sue grandi foglie ellittiche, carnose e rigide, che regalano immediatamente un’atmosfera esotica, sebbene in casa non possa fiorire. Perché il vero motivo d’interesse sta invece nella fioritura, grazie alla quale si è guadagnata il nome comune di “fiore del paradiso” o “uccello del paradiso”: che somigli o no a un volatile, il fiore fa rimanere veramente a bocca aperta, con un notevole effetto WOW! Gli strani fiori, a metà fra uccelli tropicali e giganteschi insetti dalla livrea variopinta, sembrano creature barocche con un tocco di dadaismo, e potrebbero fare la felicità dell’architetto Gaudì, innamorato del colore forte. La strelitzia o piace o si detesta…
Com’è fatta la strelitzia
La strelitzia o fiore del paradiso è originaria del Sud Africa. La più comune è Strelitzia reginae, che ha portamento a cespuglio e può raggiungere un massimo di 1,2 metri d’altezza e 1,5 m di diametro, con foglie ellittiche di colore argentato lunghe 30-40 cm, senza un fusto che le porta (nascono direttamente dal cespo alla base della pianta). Il fiore si presenta con sepali giallo arancio divisi da petali uniti blu; la fioritura compare a volte a fine primavera, a volte a fine estate, addirittura in alcuni casi fioriscono per tutto l’inverno.
Molto diffusa come pianta d’appartamento è S. augustae, di dimensioni più piccole e con foglie bluastre, mentre i fiori sono gialli e blu.
I fiori delle strelitzie ultimamente sono molto di moda come reciso, per composizioni spettacolari, anch’esse a effetto WOW.
In giardino, ma d’inverno…
Necessita di temperature miti per sopravvivere all’aperto, perché soffre sotto i 5 °C: può vivere all’aperto tutto l’anno solamente nella costa tirrenica dalla Liguria in giù, costa adriatica dalle basse Marche in giù, Sicilia e Sardegna. Se però si preannuncia un colpo di freddo, va subito stesa sulle piante una protezione con velo di non tessuto e, possibilmente, pacciamata la base con paglia o foglie secche. Tenendo presente che una pianta adulta, anche se danneggiata dal gelo, in capo a un paio d’anni riprende la fioritura.
Si può però coltivare in vaso e spostare all’aperto in aprile per poi ricoverarla all’interno in ottobre. In autunno-inverno deve stare in un ambiente non riscaldato (al massimo 12 °C) ma che non scenda mai sotto i 5 °C, luminoso il più possibile. L’ideale sarebbe davanti ai finestroni di un pianerottolo di scale in cui entrasse anche un po’ di sole, oppure nell’atrio, ma assolutamente non esposta alle raffiche di gelo che entrano quando la porta si apre. Le basse temperature sono fondamentali per indurre la fioritura: questo è uno dei motivi per cui le strelitzie tenute in appartamento non fioriranno mai. Inoltre temperature più elevate, per es. 18-20 °C, favoriscono la comparsa del ragnetto rosso.
Coltivare la strelitzia in vaso…
Il vaso, in plastica, deve essere almeno di 30 cm di diametro per una pianta alta 50 cm. Servono un buon drenaggio (3 cm di argilla espansa) sul fondo del vaso e un terriccio universale di ottima qualità. In vaso il terriccio deve rimanere sempre leggermente umido e, una volta al mese va aggiunta una dose di concime liquido per piante da fiore all’acqua di annaffiatura. Non bagnare mai le foglie.
Il rinvaso si effettua quando la fioritura è finita e quando le piante sono ormai troppo strette. Si sospendono le annaffiature 7 giorni prima e si prepara un vaso di 4 misure in più se l’intento è di non dividere i polloni dalla madre; se invece dividete i cespi, allestite tanti vasi dello stesso diametro del precedente quante sono le piante. In tutti i vasi ponete il drenaggio sul fondo. Le radici, carnose, sono delicate, per cui bisogna fare in modo che non sia necessario rinvasare più spesso di ogni 4-5 anni; quando lo si fa occorre molta attenzione a non danneggiarle.
La divisione delle piante si effettua in agosto, in genere ogni 4-5 anni, o comunque quando si nota una diminuzione dei fiori. Se è necessaria la divisione, estraete le piante dal vaso e separate con delicatezza con le mani il pane di terra in modo da ottenere due o più piante. Per il resto comportatevi come per un normale rinvaso. Si riprendono le annaffiature dopo 5-6 giorni per lasciare il tempo che eventuali danni alle radici si cicatrizzino. Dopo la divisione, se la pianta ha un po’ sofferto, potrebbero passare 1-2 anni prima che riprenda a fiorire.
Se si preferisce avere un “boschetto” di strelitzie, con più piante nello stesso vaso, ci vuole un contenitore di almeno 50x50x50 cm, e vanno supportate da abbondanti concimazioni potassiche (prodotto a lenta cessione, da somministrare in ottobre, in febbraio e in aprile) per tentare di avere ugualmente una fioritura.
… e in giardino
La posizione deve essere in pieno sole per tutto l’anno. Preferisce un terreno leggermente acido, comunque non calcareo, ricco di humus e nutrimento, perfettamente drenato (sul fondo della buca mettete 5 cm di ghiaia grossa). Il momento migliore per metterla a dimora è il tardo inverno-inizio primavera (il terreno deve già essere di nuovo morbido). All’impianto, aggiungete alla terra una pala di letame maturo, o compost o stallatico secco: si tratta di specie che necessitano di molto nutrimento.
Dopo una buona annaffiatura all’impianto, intervenite solo se non piove per più di 2 settimane durante il primo anno; in seguito basterà un secchio d’acqua una volta al mese in mancanza di pioggia.
La strelitzia in casa
Se la strelitzia sta in appartamento per tutto l’anno, godetevela come pianta verde dalle grandi foglie, ma non aspettatevi che fiorisca. Le manca il sole diretto, e le manca l’abbassamento di temperatura che induce la fioritura. Tenetela in un punto dove non venga urtata continuamente, e da dove non debba essere spostata. Non eccedete con l’irrigazione per non generare marciumi radicali. Concimatela da marzo a settembre con un prodotto liquido per piante verdi. Attenzione al ragnetto rosso d’inverno, causato dall’aria secca: vaporizzate il fogliame ogni mattina con acqua decalcificata (per evitare righe bianche).
Se invece la strelitzia esce da aprile a ottobre, ma poi viene ricoverata in una stanza calda, ugualmente sarà quasi impossibile che fiorisca in primavera. Per non avere rimorsi, però, concimatela da marzo in poi con un fertilizzante liquido per piante da fiore, per es. quello per gerani.