aquila
L'aquila è simbolo di forza e potenza.
L'aquila da sempre è simbolo di potenza e di forza, a cui si aggiungono l'intelligeza e l'immortalità che l'ahho resa sacra per le civiltà del passato
L'Aquila è un uccello rapace della famiglia Accipitridae. Le caratteristiche di questo meraviglioso e affascinante rapace sono: una particolare robustezza e prestanza fisica, becco potente e uncinato, testa grande, ali ampie, corpo generalmente ricoperto di piume fino alle zampe che presentano artigli robusti, ricurvi e affilati.
Il maschio di Aquila è di dimensioni più piccole della femmina, il sesso infatti si distingue in base alla lunghezza delle ali e della coda, il maschio le ha più corte della femmina.
Le aquile hanno un volo potente, spesso veleggiato e maestoso, piombano dall'alto rapidissime sulle prede per poi afferrarle a volo radente. Come tutti i rapaci, dopo aver immobilizzato la vittima iniziano a divorarla ancora viva e spesso la inghiottono intera per poi rigettarne ossa, penne e piume che non riescono a digerire.

La regina degli uccelli

Grazie alle sue caratteristiche di grosso rapace, dalla vista acutissima, l'aquila, che ha la capacità di volare ad altezze irraggiungibili e di piombare con una velocità impressionante sulle prede, viene descritta in tutti i popoli antichi come animale invincibile, e spesso paragonata al sole, insignita del ruolo di messaggero degli Dei o di Dio stesso.
Come il leone è ritenuto il re di tutti gli animali terrestri, l'aquila è la regina degli uccelli.
Sono stati rinvenuti reperti archeologici sumeri che mostrano un animale con corpo di aquila e testa di leone, emblema di sovranità sulla terra e nel cielo.
L'aquila è simbolo anche di acutezza mentale e d'ingegno, tanto che ancora oggi parlando di una persona di intelligenza mediocre, se non scarsa, si ricorre all'espressione: «Quella persona non è certo un'aquila».
Dante Alighieri nella Divina Commedia parla di Omero, che ai tempi era considerato una delle più grandi menti esistenti, paragonando appunto il suo acume a quello dell'aquila.

L'aquila vola in alto

Il suo librarsi verso l’alto nel cielo, fino ad altezze impossibili per l’uomo, lo rende simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita.
L'aquila è detta anche "uccello di fuoco" per la sua capacità di volare ad altezze estreme tanto da sfidare il sole guardandolo senza bruciarsi e assimilando la potenza dai suoi raggi.
In simbologia viene associata al serpente, formando una coppia di opposti complementari, dove l'Aquila simboleggia la luce, il cielo, le forze supreme, mentre il Serpente l’oscurità, la terra, le forze ctonie.
Nutrendosi appunto di serpenti incarna il simbolo del trionfo del bene sul male: dei, eroi, re, capi, condottieri traggono forza dell'aquila scelta come loro simbolo e vediamo la storia ripetere l'analogia dell'aquila come vittoria del bene sul male, dell'elemento olimpico su quello titanico.
Un mito ellenico ci tramanda la leggenda dell’Aquila, inviata dal dio olimpico Zeus a divorare il fegato del titano Prometeo, come castigo per aver rubato il fuoco agli déi per farne dono agli uomini.
Nell’antica Grecia è l'animale sacro a Zeus che viene rappresentato seduto in un trono con al suo fianco un'aquila dalle ali spiegate.
Nella tradizione indiana Garunda è l’Aquila usata da Vishnu come cavalcatura, illustra la vittoria del bene sul male.
In quella iraniana è l'incarnazione della gloria dello hvarenò, come forza mistica, e un potere dall'alto che scende sui sovrani e sui capi li fa partecipi della natura immortale e li testimonia con la vittoria.

Immortale, accompagna i defunti

Gli Arii, una milizia che viveva ogni combattimento come una lotta fra forze olimpiche e titaniche avevano come simbolo l'aquila.
Il concetto dell’immortalità è anche proprio degli antichi egizi, solo una parte dell’essere umano è destinata ad una esistenza eterna celeste in stati di gloria, il cosiddetto Ba "l'anima", questa parte nei geroglifici egizi è raffigurata come Aquila.
Presso gli Irochesi, Oshadagea, la “grande Aquila della rugiada”, è al servizio del dio del Tuono, Hino. Porta sulle spalle un lago di rugiada, con la quale innaffia regolarmente la terra. Questo per permettere alla natura di proseguire la sua opera, anche dopo essere stata attaccata dagli spiriti maligni.
Animale psicopompo ("guida delle anime dei defunti"), accompagna le anime nel loro viaggio dal mondo dei vivi al mondo dei morti.
È anche un uccello augurale, di cui gli antichi interpretavano il volo.
L'aquila in araldica è una figura naturale femminile. Con Carlo Magno diviene il simbolo del Sacro Romano Impero ed era utilizzata nell'esercito romano come insegna dell'intera legione romana, e guadagna anche una seconda testa al momento della fusione tra l'Impero d'Oriente e l'Impero d'Occidente.
In battaglia, la perdita dell'aquila, il cui portatore era detto aquilifer, oggetto di vera e propria venerazione da parte dei soldati, poteva causare lo scioglimento dell'unità, come fosse la perdita dell'intero reparto, in quanto anima della legione.
Non è un caso che l'aquila sia stata l'emblema di tutti i grandi imperi del passato, dal romano al bizantino, dal carolingio al germanico, dal russo all’austriaco, dal napoleonico al tedesco.
Altera, aggressiva, implacabile, l'aquila ha sempre incarnato l'idea del primato e della forza.
L'uccello preferito di Zeus, di Zaratustra e di Odino è accolto nella simbologia del Medioevo come simbolo di creatura invincibile, viene rappresentato sugli scettri, nei globi, sui troni, sui gonfaloni, sui vessilli, negli stemmi e nelle altre insegne del potere.
Simbologia: aquila, la potenza - Ultima modifica: 2023-12-10T06:18:22+01:00 da Elena Tibiletti