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Ragnatela intessuta dalle larve di ifantria.
L'ifantria è un bruco che durante la sua crescita divora il fogliame di alberi e arbusti ornamentali e selvatici, defogliandoli

Chiamata anche “bruco americano” a causa delle sue origini statunitensi, l'ifantria americana (Hyphantria cunea) è arrivata in Italia negli anni ’80 e si è diffusa in tutta la Val Padana, lungo l’arco alpino e fino al Lazio e all’Abruzzo.

Com'è fatta l'ifantria

È un lepidottero le cui larve sono defogliatrici, nutrendosi voracemente delle lamine fogliari: hanno infatti bisogno di accumulare molte sostanze di riserva per crescere e irrobustirsi in vista della trasformazione finale, quella che li porta a formare il bozzolo (pupa) dove, dopo una permanenza di una settimana circa, si trasformeranno in adulto, cioè in farfalla, bianca, larga 2,5-4 cm.

Le farfalle adulte svernano sotto forma di crisalidi (l’ultimo stadio larvale) nella corteccia, nei garage, nelle soffitte ecc. Così come svernano anche le crisalidi (l’ultimo stadio larvale) che, all’inizio di aprile diventano farfalle, si accoppiano e depongono le uova sulla pagina inferiore delle foglie.

Ne nascono larve (bruchi) di colore giallastro con punti neri, ricoperte da una fine peluria e da lunghi peli disposti a ciuffi; esse formano colonie molto numerose (anche un centinaio di bruchi per nido).

Quali piante attacca l'ifantria

I bruchi di ifantria attaccano indistintamente alberi e arbusti caducifogli, come noce, gelsi, ciliegio, pero, pioppi, aceri, platano, tiglio, salice, frassini, ontani, biancospino, ligustro, prugnolo, nocciolo, evonimo ecc.

Come si manifesta l'ifantria

I bruchi appoggiati sulle foglie tessono fra di esse e i rami fitte ragnatele, grosse masse setose e biancastre, veri e propri nidi, all’interno dei quali le larve divorano i tessuti vegetali, provocando vistose defogliazioni. I rami vengono completamente defogliati e rimangono nudi durante l’estate.

Ifantria, che danno provoca

Le foglie vengono svuotate della lamina e rimangono con le sole nervature, ma in caso di attacco massiccio la pianta può venire completamente defogliata.

Una normale colonia è capace di divorare il fogliame di un intero arbusto di medie dimensioni in 3-4 giorni.

A differenza di altri defogliatori (come la processionaria del pino), queste larve non sono irritanti per l’uomo, quindi non sono pericolose.

Quando colpisce l'ifantria

Le larve di prima generazione nascono dalle uova a fine aprile-metà maggio, mentre i primi caratteristici nidi sericei simili a ragnatele, che avvolgono completamente uno o più rami, appaiono in maggio-giugno.

La seconda generazione sfarfalla da metà luglio a fine agosto, i nidi appaiono circa un mese dopo e le nuove larve defogliano le piante nella tarda estate-inizio autunno.

Come si combatte l'ifantria

Se possibile, eliminate tutte le foglie che portano uova o piccole larve sulla pagina inferiore; eliminate anche i nidi, tagliando i rami che li portano (di solito sono più numerosi nelle parti esterne della chioma: le larve prediligono la presenza del sole); nelle piante più alte potete utilizzare uno svettatoio munito di asta allungabile; bruciate tutte le parti tagliate e infestate.

In alternativa, quando vedete le larve irrorate tutta la pianta, bagnandola bene anche sulle pagine inferiori delle foglie con un prodotto a base di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki (prodotto ammesso in agricoltura biologica, innocuo per l’uomo e per gli animali), seguendo attentamente le istruzioni riportate sulla confezione.

 

Ragnatele sulle piante: occhio all’ifantria - Ultima modifica: 2013-07-03T13:20:33+02:00 da Redazione Passione In Verde