L’inverno, nei tappeti erbosi indeboliti e predisposti, porta con sé un temibile fungo, Microdochium nivale, i cui danni si manifesteranno poi in febbraio-marzo e sono noti sotto il nome di “marciume rosa”.
Il fungo si sviluppa nel periodo freddo e umido, trovando il suo ambiente ideale quando il manto erboso viene coperto dalla neve, che poi si scioglie per essere sostituita da una nuova nevicata, e così via. Ma anche l’alternanza tra la nebbia notturna e il gelo diurno lo favoriscono.
Si manifesta al disgelo con la comparsa di piccole chiazze circolari (diametro inferiore a 5 cm) che man mano si allargano fino a un diametro massimo di 30 cm.
Al centro la chiazza è di colore scuro, mentre la circonferenza è più chiara, grigiastra, biancastra o rosata quando l’umidità è elevata. Ed è proprio questo anello a portare il micelio (“radici”) del fungo, in attiva crescita verso l’esterno.
Non sottovalutate il problema, anche se con temperature superiori a 16 °C il fungo cessa di crescere e muore: lascia però le spore (“semi”) nel terreno, pronte a riproporre l’infezione l’inverno successivo. Lascia inoltre le orrende chiazze nude, che costringono a riseminare più volte in primavera.
La malattia si previene evitando le concimazioni azotate da agosto in poi (meglio quelle potassico-fosforiche), arieggiando regolarmente il manto da marzo a settembre, evitando l’accumulo del feltro.
Sia in prevenzione, sia come difesa, non resta che un anticrittogamico efficace contro le fusariosi.