La robbia ha costituito sin dall'antichità la principale fonte di colorazione rossa per le fibre tessili, le pelli e le pitture murali. Citata nelle opere di Ippocrate, Teofrasto e Dioscoride, che ne menziona la coltivazione in Toscana, era usata dagli antichi Egizi per la tintura del lino. Vediamone insieme le caratteristiche per poi, seguendo la ricetta di tintura, sperimentarne le proprietà coloranti.
Alla famiglia botanica delle Rubiaceae appartengono alcune specie erbacee usate nell'arte tintoria, fra cui la robbia dei tintori (Rubia tinctorum) e la robbia selvatica (Rubia peregrina), oltre ad Asperula tinctoria e ad alcune specie di gallio.
Le due piante di robbia sono entrambe perenni e caratterizzate da un fusto quadrangolare aculeato, diffuso-lianoso. Hanno foglie lucide, di color verde intenso, fiori riuniti in pannocchie e terminali, bianchi o giallastri, con fioritura da marzo a maggio. I frutti sono piccole bacche, di forma sferica, nera e lucida.
La robbia dei tintori è una specie coltivata e si riconosce per la maggiore dimensione della parte aerea e dell'apparato radicale, oltre che per il colore verde chiaro di fusto e foglie, che si seccano completamente in autunno, per poi rivegetare in primavera.
La robbia selvatica invece si caratterizza per essere sempreverde e avere foglie più piccole, coriacee e di color verde più scuro.
La storia della robbia
Dal Medioevo in poi, sino alla realizzazione del corrispondente pigmento di sintesi, le sostanze pigmentanti prodotte dalla pianta hanno costituito il motivo di vaste coltivazioni e ricco commercio.
A partire dal XVII secolo le sue radici hanno cominciato a essere importate in Europa dalla Siria, Persia, Asia minore e Grecia, provenienti da Siria, per opera degli Olandesi, essi stessi grandi produttori insieme alla Francia, dove fu introdotta ai tempi di Luigi XV e coltivata in seguito intensivamente in alcune regioni meridionali, fra cui la Provenza.
In Italia le coltivazioni di robbia sono state mantenute sino alla fine del XIX secolo, caratterizzando con il colore rosso mattone che se ne ricava, unitamente al blu del guado, la colorazione del tessuto popolare locale, soprattutto negli abiti tradizionali regionali.
Il rapido declino della robbia avvenne con l'individuazione del suo principio colorante, che è un composto antracenico, di nome alizarina, sintetizzato nel 1868 dai chimici tedeschi Groebe e Liebermann.
Coltivazione e raccolta della robbia
La pianta di robbia predilige terreni profondi, permeabili e freschi, per permettere alle radici (parte da cui si estrae il pigmento), di svilupparsi meglio in lunghezza e grossezza.
Può essere seminata o riprodotta per talea della radice.
Si semina in campo aperto in primavera, da marzo a maggio, al riparo dal gelo, a 4-6 cm di profondità, con un intervallo da 3 a 6 cm, lasciando tra una fila e l'altra un metro e mezzo di distanza, per facilitare la successiva raccolta. La germinazione avviene in genere a distanza di 15-20 giorni. Ottima anche la semina in serra, con trapianto delle piantine di 6-8 mesi di vita.
La riproduzione per talea della radice si effettua con pezzetti di radice di piantine nate in serra.
La radice matura il principio tintorio tra i due ed i tre anni di vita e necessita nel frattempo di un suolo fertile e ben irrigato.
Nel frattempo si possono raccogliere i semi, che vanno staccati dalla pianta una volta raggiunta la piena maturazione e seccati al sole.
La raccolta delle radici si fa nel periodo settembre-novembre, durante il terzo anno di coltivazione, quando la pianta raggiunge il massimo del suo potere colorante. Vanno fatte seccare al sole, dopo averle liberate dalla terra, senza lavarle.
Ricetta di tintura con la robbia
Procedimento adatto per tingere in rosso con radice di robbia su lana o cotone.
- Pretrattare la lana facendola sobbollire per un'ora in acqua in cui sia stato sciolto allume di potassio (reperibile in farmacia). La quantità di allume (si usa al 25%) è da calcolare sul peso del materiale da tingere; ad esempio per 100 grammi di lana occorrono 25 grammi di allume. Lasciar raffreddare il materiale nel bagno.
- Volendo tingere il cotone invece occorre calcolare sul peso del materiale asciutto il 20% di allume di potassio e il 5% di soda Solvay (reperibile tra i detersivi al supermercato) e procedere come sopra.
- Procurarsi della radice di robbia coltivata o selvatica (raccolta ed essiccata o acquistata in erboristeria, possibilmente polverizzata) e procedere alla tintura immergendo il materiale in acqua a cui sia stata aggiunta la robbia. Portare il bagno di tintura a 85° e mantenere la temperatura per un'ora, mescolando spesso per ottenere una tintura uniforme.
- Lasciare quindi raffreddare nel bagno, lavare in acqua e sapone neutro, sciacquare, centrifugare e asciugare all'ombra.
N.B. Se si usa la radice a pezzetti, occorre prima estrarre il colore tenendola a bagno in acqua alcune ore e poi ad 85° un'ora, farla quindi raffreddare e filtrare.
Ringraziamo per la consulenza Rosella Cilano, Natural Color Consultant | www.tinturanaturale.it