Le Phoenix sono le classiche palme dei lungomare delle località marittime italiane. Ne esistono diverse specie, ciascuna adatta a una zona d'Italia piuttosto che a un'altra.
Le specie di Phoenix da piantare nell’Alto Adriatico contemplano, nella zona prospiciente al mare, quindi soggette all’aerosol marino, P. dactylifera (che resiste fino a –8 °C) e P. reclinata (–7 °C); nell’immediato entroterra o in centro città, potete aggiungere P. canariensis (–9 °C). Sono comunque piante di grandi dimensioni, che arrivano a 0,7-1,2 m di diametro del tronco e 6-9 m della chioma.
Nel resto delle coste italiane, più miti, sono adatte sempre P. dactylifera e P. reclinata a cui, vicino al mare ma un po’ al riparo, si affianca P. canariensis; si può continuare con altre specie più piccole come P. sylvestris (resiste fino a –5 °C) e P. rupicola (–4 °C), per finire con P. roubellinii (–4 °C), la più elegante e la più piccola della famiglia, in grado di vivere benissimo anche in vaso e all’interno.
Le Phoenix si adattano a qualsiasi tipo di terreno, fatta eccezione per quello argilloso che va corretto con aggiunta di sabbia o altro materiale idoneo a renderlo più aerato e permeabile intorno al tronco. La buca per la messa a dimora deve essere delle stesse dimensioni del vaso. Inoltre le Phoenix, come tutte le palme, necessitano di avere il colletto asciutto e le radici più profonde nell’umido. Per i primi anni, finché non affonda per bene le radici a raggiungere il terreno più bagnato, da maggio a settembre va innaffiata abbondantemente e concimata tre volte con concime ternario tipo 20-10-10.
Riguardo al primo inverno, se c’è rischio che la temperatura scenda al di sotto della tolleranza di ogni specifica varietà, bisogna pacciamare con uno strato di paglia o corteccia di pino la base del tronco; raccogliere le foglie (come si fa con il cardo) e avvolgerle con il non tessuto (non più di due strati) tenendolo però solo per il tempo necessario; se è previsto un inverno molto rigido, ricoprire il tronco con strisce di yuta.
Nella primavera successiva, passato il rischio delle gelate, svestite la pianta e irrigate (solo se necessario); da maggio in poi provvedete con le concimazioni indicate: le piante più forti e in buona salute affrontano meglio il seguente inverno.