cocos nucifera
Cocos nucifera germogliata su una spiaggia hawaiana (Foto Wikipedia).
la cocos o palma da cocco si può coltivare in appartamento: è una palma a crescita lenta che dà grandi soddisfazioni in casa

La Cocos nucifera o palma da cocco piace perché, in genere, parte dalla grossa noce infissa nel terriccio del vaso: questo imponente e robusto seme fa viaggiare la fantasia, portando a pensare di avere un pezzetto di spiaggia tropicale in soggiorno attraverso questa pianta. Impressione confermata anche dalle fronde, foglie coriacee, pennate, allungate e dalle nervature longitudinali, della lunghezza anche di 50 cm, e dal colore verde glauco lucido. Praticamente una piccola palma in casa: dal portamento cespitoso, può arrivare fino a un paio di metri d’altezza e un metro circa di diametro (contro i 10 m di altezza e larghezza in natura sulle isole del Pacifico, dove il tronco spesso si inclina). In commercio si trovano anche le affini C. plumosa e C. flexuosa, che hanno ugualmente fogliame pennato, ma più leggero.

Cocos, ottimo investimento

La cocos è una palma da interni che rappresenta un ottimo investimento: è quasi indistruttibile, resiste in parecchie condizioni limite (con troppa o poca luce, con poca acqua, senza concime) ed è molto longeva (20 anni e più), perché in genere la crescita è piuttosto lenta. Per questo motivo, gli esemplari grandi sono costosi, oltre che ingombranti: sono adatti a saloni di ricevimento o spaziosi luoghi di rappresentanza. È però facile trovare soggetti piccoli (altezza 20-50 cm) a buon mercato: l’acquisto è valido perché si tratta di una pianta robusta, bella ed elegante, aggraziata e leggera.

Coltivare la cocos

La palma da cocco deve stare in casa da ottobre ad aprile, perché soffre a 12-13 °C, in un punto luminoso finché è piccola e giovane, poi anche in penombra o con la luce artificiale; durante la bella stagione gradisce essere spostata all’aperto, a mezz’ombra, ma attenzione: così crescerà più velocemente.

Si rinvasa ogni 2-4 anni, in aprile-maggio in un contenitore in plastica di due misure in più: una pianta alta 40 cm deve stare in 20 cm di diametro. Sul fondo si pongono 3 cm di argilla espansa e si riempie con un ottimo terriccio specifico per piante verdi, mescolato a una manciata di sabbia di fiume.

Si annaffia in primavera-estate una volta a settimana, in autunno-inverno ogni 10-15 giorni, direttamente sul substrato già ben asciutto, con un bicchiere d’acqua per 20 cm di vaso. Da maggio ad agosto si concima ogni mese nell’acqua d’irrigazione, con un prodotto liquido specifico per piante verdi. Se però l’intento è che rimanga piccola il più possibile, bisogna dimezzare la dose indicata in etichetta.

Ama le vaporizzazioni della chioma, soprattutto in estate e in inverno con il riscaldamento acceso, quando devono essere giornaliere, mentre nelle altre stagioni possono essere a giorni alterni, sempre con acqua demineralizzata (per ferro da stiro o del condizionatore) per evitare strisce bianche sul fogliame.

Non va potata, ma bisogna rimuovere le foglie esterne quando si seccano, tagliandole alla base con un seghetto, senza ledere il grosso seme. La coltivazione può anche partire da noci pregermogliate, acquistabili nei vivai specializzati in piante esotiche.

I nemici della cocos

Se alla base della pianta compaiono zone nerastre e le foglie perdono lucentezza e consistenza, si piegano e appassiscono, è un eccesso d’acqua. Se le foglie presentano le punte secche e il seccume lentamente si estende a tutta la lamina, è la mancanza d’umidità; aumentate le vaporizzazioni e fornite appena un po’ più d’acqua d’irrigazione. Se le foglie divengono appiccicose e biancastre, con zone disseccate e, se urtate, si levano minuscoli moscerini bianchi che subito dopo vi si riappoggiano, è la mosca bianca (aleurodidi) da combattere con piretro o olio di Neem.

Quando le foglie si seccano per più della metà, meglio reciderle alla base con le cesoie o il segaccio; se sono solo le punte a essere secche o annerite, con un paio di forbici tagliatele nel punto in cui restano verdi.

Curiosità

La fibra di cocco, che oggi si trova spessissimo nei terricci come materiale drenante e alleggerente al posto della torba, si ricava dai frutti della palma da cocco, cioè dalle noci di cocco. Si ottiene dal mesocarpo della noce, vale a dire lo strato fra l’involucro esterno di colore beige e il guscio duro e bruno. Consente di riciclare un prodotto di scarto che fino ad alcuni anni fa veniva bruciato.

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