A 1285 metri sul livello del mare, alle pendici del monte Carnara a San Paolo Albanese (Pz), il paese più piccolo della Basilicata, immersi in una distesa di terreni incolti, è possibile assistere a una splendida fioritura di peonie. È la peonia pellegrina (Paeonia peregrina) che nella lingua arbëreshe parlata dagli abitanti di questo piccolo borgo, corrisponde al nome di “banxhurna ka Karnara”.

Com’è fatta la peonia pellegrina
Si tratta di una pianta erbacea rizomatosa perenne, una specie botanica spontanea, rara, esotica ed errabonda.
Ha steli e foglie verdi, petali vellutati di color rosso-purpureo e stami giallo oro. Grazie alla bellezza, alla fragranza del fiore e alla forma delle foglie, la peonia peregrina si presenta imponente, carnosa e dal fascino vagamente sensuale. Per le sue corolle colorate contende alla rosa il titolo di Regina dei fiori. È delicatissima: se viene colta deperisce rapidamente. Tant’è, si dice della donna: “fragile come una peonia”. Nel linguaggio dei fiori, la peonia indica timidezza, vergogna, eleganza, raffinatezza, nobiltà. È ritenuta di buon auspicio, un fiore di gioia, un fiore d’amore.

Curiosità sulla peonia pellegrina
L’etimologia del nome fa riferimento a “peonia” derivante dal termine greco paionìa che Teofrasto attribuì in onore di Peone, il medico degli dei mutato in fiore da Plutone per renderlo immortale dopo che gli aveva guarito una ferita.
Per le loro proprietà toniche, antiossidanti, idratanti, lenitive, antispasmodiche, sedative, diuretiche, i petali e le radici della peonia venivano usati dai Greci, dai Romani e dai popoli dell’Europa meridionale e dell’Asia medio-orientale a scopo medicinale, fin dall’antichità. Gli antichi, inoltre, la consideravano una pianta degli dei capace di allontanare gli spiriti maligni.

Oltre che in Italia e, in particolare, sul Monte Carnara di San Paolo Albanese e in alcuni altri areali del Parco Nazionale del Pollino, la peonia pellegrina ha il suo habitat naturale anche in Ucraina, Moldavia, Romania, Bulgaria, Serbia, Bosnia, Montenegro, Kossovo, Albania, Macedonia, Grecia e Turchia dove è soprannominata “la peonia rossa di Costantinopoli”.
Il nome banxhurna, come è chiamata la peonia del Monte Carnara nella lingua parlata a San Paolo Albanese, è affine a bozhure, il nome che in Albania indica la peonia. Ha anche assonanza con la parola bujór della Romania, dove lo stesso fiore è molto diffuso.
Legata alle origini a San Paolo Albanese

«Nei canti della tradizione arbëreshe di San Paolo Albanese banxhurna viene associata alla bellezza della donna, come nel canto popolare. Banxhurna ka Karnara – come ricorda Annibale Formica, scrittore autoctono e profondo conoscitore del fiore – è richiamata spesso negli aneddoti, nei detti popolari, nei canti, nei dialoghi tra gli Arbëreshë di San Paolo Albanese. Fa parte dell’intero ecosistema naturale, culturale, storico, socio-antropologico del paese».
Proprio a San Paolo Albanese, il Comune ha cura di organizzare ogni anno, in piena fioritura, a maggio, la “passeggiata ecologica”. «Si ha modo di arricchire l’attività esperienziale con l’interpretazione naturalistica e culturale e la conoscenza scientifica di una specie botanica spontanea del luogo, tanto amata e decantata dalla minoranza etnico-linguistica arbëreshe, lungo gli oltre cinque secoli trascorsi dal suo insediamento in questo piccolo paese della Basilicata, immerso nel Parco nazionale del Pollino, dove, insieme alla peonia pellegrina, si può scoprire tutto il ricco mondo culturale di derivazione albanese che le sta dietro – ha così concluso Formica».