Il vostro noce vi ha dato frutti bacati e marci? La ragione potrebbe essere la mosca del noce, un parassita temibile e oggi diffuso in molte zone di collina, dalla Val d'Aosta al Veneto dove ha causato molti problemi.
La mosca del noce (Rhagoletis completa) è un insetto che attacca il noce comune danneggiando i frutti. Originario dell’America centro-settentrionale, questo parassita è stato segnalato per la prima volta in Veneto, una ventina di anni fa, e da allora si è diffuso in tutte le regioni del Nord e del Centro Italia. In Valle d’Aosta è arrivato negli anni ’90 e, adesso, rappresenta il principale problema fitosanitario del noce.
Come si manifesta la mosca della noce
L’infestazione dà luogo alla comparsa di macchie scure sul mallo da cui cola un liquido nerastro ricco di tannino e caratterizzato da un odore sgradevole.
Le macchie sono dovute al progressivo disfacimento della polpa provocato dallo sviluppo delle larve.
Il liquido prodotto dai tessuti in disfacimento impregna il guscio annerendolo e, nei casi più gravi, fa ammuffire il gheriglio, la parte commestibile.
La difesa
La difesa si può fare con l’uso di trappole proteiche che si costruiscono a livello domestico prendendo delle comuni bottiglie di plastica da 2 litri, riempite per 1/3 del loro volume con una miscela di ammoniaca al 5% (non profumata) e acqua in parti uguali, a cui si deve aggiungere qualche acciuga.
Queste trappole devono essere appese agli alberi, in numero di 2-4 per pianta, secondo le dimensione della chioma, con l’ausilio di tappi speciali (reperibili in commercio) che permettono l’entrata degli insetti, ma impediscono quella della pioggia. Gli insetti, attratti dall’odore emesso dal contenuto della bottiglia, penetrano all’interno e annegano nel liquido.
L’impiego di insetticidi è il sistema più efficace nelle zone a forte presenza dell’insetto. Si utilizzano quelli normalmente usati contro la carpocapsa (che attacca anche il noce), in quanto esplicano, indirettamente, il controllo del parassita Rhagoletis completa.