Nella prima parte abbiamo visto perché è importante pacciamare e con quali materiali. In questo post descriviamo come effettuare la pacciamatura dell’orto e come irrigare il terreno pacciamato.
Teli per la pacciamatura dell’orto e stesura del materiale
È importante che, prima di stendere i teli, il terreno nell’aiuola in giardino o nell’orto sia stato accuratamente lavorato: in particolare, deve risultare soffice e ben sminuzzato.
Nell’orto, le aiuole che accoglieranno le piantine devono essere leggermente baulate, cioè rialzate rispetto al normale livello del terreno, per facilitare il regolare sgrondo dell'acqua. Mediamente il dislivello si deve aggirare sugli 8-10 cm, ma può essere molto inferiore nei terreni molto ricchi di sabbia (tendenzialmente asciutti), e viceversa va aumentato fino a 15 cm nei suoli compatti, molto ricchi di limo o argilla.
A seconda delle specie, nelle aiuole pacciamate si può eseguire direttamente la semina, ponendo due-tre semi in corrispondenza di ogni foro, oppure il trapianto delle piantine precedentemente coltivate in semenzaio o acquistate in vaso o vasetto.
La stesura del materiale deve essere uniforme e per uno spessore minimo di 5 cm: solo in questo modo il terreno risulterà “isolato” termicamente e le erbe infestanti avranno molta difficoltà a germogliare.
Pacciamatura delle aiuole e irrigazione
Nel caso di pacciamatura con materiale inerte e impermeabile come la plastica (bio e tradizionale), utilizzata in genere nell’orto, assume un’importanza fondamentale l’irrigazione, che deve essere eseguita correttamente, rispettando soprattutto i giusti intervalli di tempo, perché nelle colture pacciamate c’è un buon risparmio d’acqua, visto che l’umidità viene trattenuta sotto la plastica. È consigliabile l’irrigazione per scorrimento, con la quale l’acqua penetra direttamente dal tubo lungo i solchi fatti tra un’aiuola pacciamata e l’altra. Poiché si distribuiscono elevati quantitativi d’acqua, si consiglia questo metodo per le colture aventi consumi idrici elevati, come zucchino, pomodoro e cetriolo.
Se si lavora invece su terreni molto sciolti, come quelli sabbiosi, è meglio ricorrere ai tubi microforati, che vanno sistemati longitudinalmente sotto la plastica e collegati all’impianto d’irrigazione da una parte, mentre dall’altra si chiudono semplicemente annodandoli. In questo modo si realizza una perfetta uniformità d’irrigazione nelle diverse aiuole.
Si ricorda comunque che l’acqua in una certa misura arriva agli ortaggi pacciamati anche attraverso vie “naturali”, dato che un po’ di acqua piovana riesce comunque a penetrare attraverso i fori o lungo i sentieri che dividono le aiuole. Su questi ultimi infatti non c’è la plastica, per cui l’acqua che vi penetra si muove nel terreno e arriva alle radici attraverso la risalita capillare.
Se invece la pacciamatura è a base di materiali naturali, non è necessario un particolare sistema d’irrigazione.