Coltivare un orto è, per tradizione, un esercizio di pazienza, quindi che sia rapido è un'antitesi. Perché bisogna seminare in semenzaio gli ortaggi, attendere che i semi germoglino, preparare il terreno, trapiantare le pianticelle, bagnarle con regolarità, legarle ai tutori, concimarle al momento giusto, liberarle da erbacce, parassiti e malattie, ecc. Dopo tre-quattro mesi, se saremo stati premurosi, arriverà la sudata ricompensa, cioè il momento della raccolta di frutti, radici, fusti o foglie. Nel frattempo, avremo continuato ad acquistare verdura già pronta dall’ortolano! E, se non saremo stati previdenti riprendendo per tempo tutta la trafila di coltivazione, passata la “buttata” produttiva (che ci può costringere a regalare verdura agli amici), dovremo tornare all’acquisto in negozio.
In giardino è molto più facile: basta scegliere nel garden center un bell’assortimento di erbacee in fiore, trapiantarle e, nel giro di pochi giorni, godere dello spettacolo multicolore. Nell’orto invece il “pronto effetto” non esiste: anche se si trovano in vendita piante di pomodoro cariche di bacche appena verdognole, acquistarle ha poco senso perché si fermeranno per un mese subito dopo il trapianto per assestarsi, e quando riprenderanno a produrre, la stagione sarà già finita... Non si trovano invece piantine di carota con la radice già di un paio di centimetri, pronta al consumo in una decina di giorni...
Ma una soluzione c’è: programmare per tempo, cioè a febbraio (Sud)-marzo (Nord), un buon avvicendamento dei diversi ortaggi da qui sino all’autunno, scegliendo le specie e varietà più rapide e meno bisognose di cure, in modo da avere ogni giorno e in ogni periodo almeno un prodotto, senza tempi morti e con il minimo sforzo rispetto ai risultati.
In primavera
Questa è la stagione delle semine: dalla fine di gennaio (al Sud) sino all’inizio di maggio (sulle Alpi) si semina in semenzaio o direttamente a dimora, a seconda del tipo di ortaggio e del periodo. Seminando il pomodoro a febbraio in Pianura Padana, non si può prescindere dal semenzaio, ma in aprile la stessa operazione si effettua in piena terra. Così come, in pieno inverno, anche il clima temperato del Sud Italia obbliga a proteggere la germinazione, ma già a metà febbraio le precauzioni non servono più e la semina avviene a dimora.
Ma cosa seminare in primavera per avere il primo raccolto fra circa un mese? Ecco una piccola panoramica sulle diverse possibilità.
- Leguminose: i piselli si seminano tra febbraio (Sud) e aprile (Nord), in piena terra su file distanti fra loro da 45 (varietà nane) a 120 cm (varietà rampicanti). Producono i baccelli in 60-80 giorni. Tra marzo e maggio è il momento dei fagiolini, da seminare a dimora in file distanziate da 40 (varietà nane) a 90 cm (varietà rampicanti). I primi fagiolini si mangiano dopo 55 giorni. Seguono i fagioli, da seminare fra aprile e giugno con le stesse modalità: occorrono 60 giorni per il primo raccolto. Tutte le varietà rampicanti sono più lente a produrre rispetto a quelle nane, e necessitano di tutori (raggiungono anche i 3 m d’altezza). A fine ciclo, sostituite le piante con cavoli estivi, spinaci o insalate.
- Solanacee: non possono mancare i pomodori, da seminare tra gennaio e marzo in semenzaio, per trapiantarli a dimora in febbraio-aprile. Il tempo minimo fra trapianto e primo frutto è di 80-90 giorni, ma la produzione continua per tre mesi. Peperoni e melanzane sono un po’ più rapidi, offrendo bacche mature dopo 70 e 60 giorni, ma esaurendo la produzione in due mesi. Dopo di loro, coltivate insalate o rape.
- Apiacee: le carote si seminano tra febbraio e aprile a dimora. In primavera-estate richiedono circa 70 giorni per dare le prime radici commestibili. Il sedano va seminato in febbraio in semenzaio o in aprile all’aperto: quello da taglio è pronto in 60 giorni, mentre le coste necessitano di almeno tre mesi. E’ di poco più veloce il sedano rapa. Da evitare il ritorno sullo stesso quadro di terreno per almeno tre anni e le successioni a cipolla, bietola o altre Umbellifere (prezzemolo, finocchio, ecc.).
In estate
Il lavoro nell’orto non manca: oltre agli ortaggi da raccogliere e alle cure da apportare, ci sono le piante a fine ciclo da eliminare (cipolle e cipollotti, spinaci, insalate, carote, valeriana, ecc.) per sostituirle con le nuove semine e/o trapianti.
- Il finocchio va seminato fra giugno e agosto al Nord (settembre-ottobre al Sud). In Pianura Padana si raccoglie da novembre in poi.
- Cucurbitacee: in giugno si interrano a dimora i semi del cetriolo. Richiedono circa 60 giorni per maturare le prime bacche, ma vogliono innaffiature costanti e tutori di sostegno. Gli zucchini seminati in piena terra in maggio producono già dopo 50 giorni e continuano per altrettanti. Dovete fornire loro almeno 120 cm di spazio tutt’intorno. Non fate mai seguire altre Cucurbitacee (anguria, melone, ecc.) sulla stessa porzione di terra: è già troppo sfruttata, e si rischia che le piante si ammalino.
- Chenopodiacee: in luglio-agosto si seminano le bietole da costa, pronte in 80 giorni. Da agosto e fino all’aprile successivo, la semina a dimora degli spinaci regala copiosi raccolti dopo soli 45 giorni, a getto continuo se non si tagliano troppo in basso i gambi delle foglie. Gli spinaci possono seguire o precedere qualunque altra coltura.
- Crucifere: i cavoli (cavolfiore, verza, cappuccio, broccolo, ecc.) sono facili da coltivare per l’intero anno in tutta Italia, perché ne esistono varietà primaverili, estivo-autunnali e invernali a dare una produzione ininterrotta. Basta programmare le semine in semenzaio, calcolando almeno tre mesi per mangiare le teste globose. Le cime di rapa, seminate fra luglio (Nord) e ottobre (Sud), sono velocissime: possono bastare 40 giorni tra semina a dimora e raccolto. I ravanelli in 20-30 giorni forniscono le prime radici, da marzo fino a novembre se si effettua una semina a dimora ogni mese da febbraio in poi. Possono precedere o seguire tutti gli altri ortaggi.
- Insalate: a seconda della varietà (indivia, scarola, cicoria, lattughe, radicchi rossi, ecc.) si seminano per tutto l’anno, in semenzaio o a dimora a seconda del calore esterno. Le insalatine da taglio (radicchi, cicorini e misticanze) producono di continuo, tranne che in pieno inverno.
In autunno
Chi ha detto che in autunno (e poi in inverno) l’orto non possa dare soddisfazioni? Ormai pomodori, peperoni e zucchine sono un ricordo, ma stanno arrivando i raccolti propri della stagione fredda: dai vari cavoli fino a tutte le verdure da foglia. E poi bisogna allestire le semine che prolungheranno la vita dell’orto per tutto l’inverno fino alla ripresa primaverile.
- Alliacee: in settembre-ottobre vanno seminati cipolle e cipollotti, già a dimora. Per i porri aspettate gennaio (Sud)-aprile (Nord), rispettivamente in semenzaio o a dimora, per raccoglierli dal settembre successivo.
- La valeriana rende bene in tempi rapidi: si semina fra settembre (Nord) e novembre (Sud) a dimora a spaglio e in 50 giorni si raccoglie (per tutto l’inverno da Firenze in giù).
- La rucola selvatica resiste al gelo e ributta di continuo se non viene tagliata troppo alta: seminatela in settembre-ottobre a dimora. La sorella coltivata offre le stesse prestazioni solo nel Centro-Sud.
- Aromatiche: dedicate loro una piccola aiuola, seminandole entro settembre-ottobre per poterne usufruire già da marzo-aprile seguenti. Fanno eccezione basilico, camomilla e coriandolo, piante annuali che vanno seminate in primavera e durano una sola stagione, mentre prezzemolo, aneto e cerfoglio sono biennali (semina in autunno e raccolto per tutto l’anno seguente).
Consigli per la massima resa
Un orto ad avvicendamento continuo richiede un terreno sano e ben nutrito. Ogni anno da ottobre-novembre lasciate almeno un’aiuola libera (quella che ha ospitato Cucurbitacee o Solanacee) per vangare e zappare bene il terreno, sminuzzando le zolle e incorporando circa 5 kg/mq di letame ben maturo. Poi lasciatela riposare fino a febbraio-marzo, quando potrete riseminarvi.
Anche gli altri riquadri necessitano di concime in inverno: man mano che si svuotano dalle piante, lavorate la terra e aggiungetevi il concime, senza seminare per circa un mese. Fa eccezione il quadro che ha ospitato le Leguminose, che può essere coltivato in continuo con ortaggi a media richiesta di nutrimento (Umbellifere, Alliacee, insalate).
Durante la bella stagione poi non deve mancare il concime organo-minerale: a base di azoto nelle prime fasi di sviluppo delle piante e per ortaggi da fusto o foglia, con prevalenza di fosforo per ortaggi da radice, a base di fosforo e potassio per quelli da bacca. Somministrate una dose (secondo l’etichetta del prodotto) all’inizio della crescita della pianta e un’altra, se l’ortaggio ha un ciclo superiore ai 40 giorni, all’inizio della produzione.
Infine, attenti all’irrigazione: soprattutto quando fa caldo, alla pianta serve molta acqua per evitare che i frutticini in formazione si secchino, che foglie e fusti si affloscino, e che le radici rinsecchiscano; mentre insalate, spinaci e bietole rischiano di “salire a fiore”, smettendo così di produrre foglie.
Orto rapido in pratica in 6 punti
- Seminate varietà nane di legumi: in questo modo non occorrerà disporre reti o sostegni, anche se la produzione sarà un po’ inferiore. Scalate la semina in tre turni distanti tra loro 4-5 giorni: così anche il raccolto sarà più graduale.
- Seminate a righe anche ortaggi normalmente seminati a spaglio (carota, prezzemolo, insalata da taglio, ravanello, ecc.). Risparmierete tempo quando occorrerà diradare, eliminare le infestanti, irrigare e raccogliere.
- Seminate sementi “a nastro”, cioè semi inglobati a distanza regolare in nastri di carta leggerissima e biodegradabile: basta appoggiarli sul terreno e ricoprire con un leggero strato di terra. Nel terreno umido i nastri si sciolgono completamente e il seme germoglia prima.
- Le sementi di varietà “precoci” sono più rapide a fornire il prodotto.
- La semina a dimora consente di risparmiare il tempo del trapianto, ma ritarda la produzione, perché le piante “partono” più in là nella stagione.
- Acquistate piantine con pane di terra pronte per il trapianto, anziché seminare e attendere lo sviluppo. Avrete un attecchimento rapido e uniforme, con file ordinate e regolari, e anticipo del raccolto: tutti vantaggi che giustificano la (modesta) spesa d’acquisto delle piante. Sono disponibili in commercio pomodori, peperoni, melanzane e zucchine.
11 verdure velocissime
- Cavolfiore “Precoce di Jesi”
- Cavolo broccolo “Di Albenga precoce”
- Cavolo cappuccio “Cuor di bue grosso”
- Cavolo verza “Salarite”
- Cipolla “Barletta”
- Fagiolino nano “Bobis bianco”
- Fagiolo “Borlotto di Vigevano nano”
- Melanzana “Black beauty”
- Peperone “Corno di toro”
- Pisello nano “Meraviglia d’Italia”
- Pomodoro “Super precoce Marmande”