L’orto in inverno nel Nord Italia è quasi fermo, mentre nel Sud produce ancora sotto tunnel o in serra. Ecco cosa fare durante l’inverno.

Durante l’inverno l’orto impegna ben poco. Sulle Alpi il terreno è ghiacciato e le temperature rigide e le nevicate rendono improponibile anche l’allestimento di una serra, a meno che non sia riscaldata (e quindi costosissima). Anche in Pianura Padana per i medesimi motivi risulta difficile coltivare qualcosa: si può fare un tentativo con insalata tipo radicchio da taglio sotto tunnel (seminata a fine novembre), ma il risultato non è certo, perché dipende dall’andamento termico. Analogo discorso anche per l’Appennino e le coste adriatiche almeno fino al Gargano.

Solo sulla costa tirrenica dal Lazio in giù, sulle coste sarde, in Sicilia e in Puglia, sotto strutture protette è possibile ancora coltivare pomodori, zucchini, insalate ecc., in piena terra raccogliere cavoli di tutti i tipi, carciofi ecc., e, fra dicembre e febbraio, piantare i tuberi-seme di patata, i bulbilli d’aglio e cipolla e seminare piselli e fave.

Coltivazioni in pieno campo

Dalla Val Padana in giù, man mano che le coltivazioni si esauriscono, procedete con l’eliminazione delle piante morte e di tutti i residui e, se possibile (suolo apribile, assenza di neve), effettuate la lavorazione del terreno.

Dal Lazio in giù, nell’arco dell’inverno raccogliete dal pieno campo bietola da taglio, carote, verza, broccoli, cavolfiori, cappucci, cime di rapa, carciofi, finocchi, indivia, lattuga, radicchio da taglio, ravanelli, spinaci, piselli, fave, aglio, cipolle. Tutti questi ortaggi si possono anche riseminare in gennaio-inizio febbraio, compatibilmente con le condizioni meteo.

Tenete comunque a portata di mano i teli di tessuto non tessuto (tnt) o ancora meglio di plastica pesante da stendere in caso di gelate o nevicate, entrambi da rimuovere appena il termometro ritorna normale per la zona e il periodo o appena cessano i fiocchi.

Coltivazioni in serra e tunnel

Sotto protezione (tunnel e serra fredda) dalla Val Padana in giù lungo la costa adriatica si raccolgono insalate da taglio, bietola da taglio, carote, ravanelli. In Sicilia invece si coltivano e si raccolgono ancora pomodori, peperoni, melanzane, zucchini e sedano.

Anche in questo caso, fate attenzione al meteo: in caso di nevicate, attivatevi subito con una vecchia ramazza per eliminare la coltre man mano che si deposita, evitando così che possa sfondare la plastica del tunnel o i vetri della serra.

La lavorazione del terreno

Nella prima metà di febbraio, nelle zone calde del Sud Italia è già possibile procedere con la lavorazione del terreno preliminare alla semina. Sminuzzate con la zappa le zolle risultanti dalla lavorazione autunnale, poi affinatele con un rastrello a denti larghi, infine ripassate tutto il terreno dell’orto con un rastrello a denti stretti per livellare bene la superficie.

Valutate poi se effettuare una falsa semina: consiste nel livellare il letto di semina e irrigare come se si avesse già seminato, con lo scopo di far nascere quante più malerbe possibile. Dopo 15 giorni è possibile scerbare o zappettare o fresare il terreno, eliminando tutte le plantule infestanti. Dopodiché si livella nuovamente il terreno e si procede con la vera semina.

La medesima lavorazione può essere effettuata a partire dalla fine di febbraio nelle altre zone fino alla Val Padana compresa. Per l’Alto Appennino e le Alpi, invece, è ancora presto: si procederà solo dopo la fine di marzo.

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