motozappa
La motozappa è un grande aiuto quando si deve lavorare il terreno.
Perché lavorare il terreno dell'orto (o del giardino)? Perché farlo con la motozappa? E soprattutto: come si usa correttamente la motozappa?

Come si fa a decidere da che parte iniziare per ottenere un buon orto anche in piccoli spazi e anche in città? Semplice: per prima cosa bisogna progettare le varietà, e poi iniziare a lavorare il terreno che ospiterà le piantine, in modo da garantirgli un substrato il più morbido possibile.

Il periodo migliore per effettuare le prime operazioni è il finale dell’inverno, in modo da avere circa tre o quattro settimane di pausa prima delle semine in cui il terreno è esposto agli agenti atmosferici. Per scegliere il momento più opportuno, ad ogni modo, è bene tener conto della zona climatica in cui ci si trova: al nord i lavori potranno essere rimandati molto più a lungo rispetto al sud, che con le sue temperature più miti permette di iniziare molto prima.

 La lavorazione del terreno è necessaria e fondamentale quando si decide di coltivarlo per la prima volta: questa operazione ha svariati pregi.

Innanzitutto smuovere la terra: farà emergere eventuali sassi o altri ostacoli che potrebbero intralciare in futuro. Soprattutto nelle aree cittadine, spesso sottoterra si trovano anche scarti e piccoli massi che non sono stati esportati durante i lavori di edilizia.

In secondo luogo favorisce la futura messa a dimora delle piantine: soprattutto nel caso delle orticole, le radici inizialmente tendono a essere piuttosto fragili e di dimensioni contenute; un terriccio ben lavorato risulta più morbido, e quindi più “accogliente”. Altrettanto importante è il fatto che smuovendolo si favoreggi il ricircolo dell’aria, che ancora una volta aiuterà la crescita e lo sviluppo dell’orto.

Inoltre, la lavorazione del terreno permette di aggiungere alla terra esistente anche il concime: scegliendo prodotti di alta qualità, a lenta cessione, si potrà essere ancora più sicuri di ottenere un raccolto abbondante e di qualità.

Si tratta di un tipo di lavoro che può essere svolto sia manualmente sia con l’ausilio di macchinari: nel primo caso bisognerà utilizzare una vanga o una zappa, avendo l’accortezza di procedere all’indietro per non camminare sulla zona appena lavorata. Questa soluzione rimane valida per terreni di massimo 30/40mq, oltre il quale diventa troppo faticoso.

Se si ha a disposizione un terreno più grande la soluzione migliore è quella di affidarsi ad attrezzi specifici, come la motozappa. In questo caso è fondamentale innanzitutto la sicurezza: abbigliamento comodo e non troppo largo, scarpe robuste, guanti e cuffie (se il rumore prodotto è superiore agli 80 Decibel descritti per legge; l’informazione è reperibile sul libretto della motozappa).

Il terreno va lavorato a lungo, in profondità, anche soffermandosi sullo stesso punto più volte. È bene ripassare sul terreno e accertarsi che tutte le zolle vengano smosse, arieggiate e ammorbidite dalla motozappa.

7 regole per usare la motozappa

  1. La motozappa deve essere usata da una persona adulta, in grado di padroneggiare il mezzo, che indossi calzature adatte in modo da non rischiare di scivolare mentre ne segue l’avanzamento.
  2. L’area di lavoro dev’essere libera da ingombri di ogni genere: oggetti lasciati a terra, cespugli di erbacce, animali domestici in libertà ecc. Una particolare attenzione, ovviamente, andrà posta se sono presenti bambini.
  3. Prima di iniziare a lavorare, inoltre, occorre regolare le stegole, cioè i “manici” dell’attrezzo: sia per adattarli alla propria altezza sia, se occorre, per evitare di calpestare il terreno appena lavorato.
  4. Non bisogna mai operare col motore al massimo dei giri: a regimi intermedi la macchina vibra meno, è meno rumorosa e, in caso di ostacoli imprevisti, si può arrestare con maggior facilità.
  5. L’avanzamento della macchina va seguito e non “spinto”: la riserva di potenza è utile per trarsi d’impaccio con un’accelerata se ci si imbatte in radici difficili da frammentare, o se l’organo lavorante penetra nel terreno a profondità eccessiva.
  6. I modelli di motozappa presenti sul mercato sono numerosi, e ognuno ha specifiche regole per la manutenzione ben evidenziate sul libretto delle istruzioni. La loro cadenza è collegata alle ore d’uso dell’attrezzo, e va dal controllo dell’olio del filtro dell’aria (ogni otto ore lavorative) alla pulizia degli organi di scarico (ogni 300 ore): le manutenzioni più complesse, che prevedono lo smontaggio di parti, possono essere affidate a una officina specializzata.
  7. La manutenzione più elementare, da effettuare al termine di ogni lavoro, è la pulizia dell’attrezzo: occorre eliminare tutta la terra che aderisce agli organi lavoranti, per evitare ristagni d’umidità e la formazione di ruggine.

Ecco il nostro video tutorial sulla lavorazione con la motozappa:

Orto: come lavorare il terreno con la motozappa - Ultima modifica: 2020-04-19T07:11:35+02:00 da Redazione GI