Il narciso (Narcissus jonquilla, N. tazetta, N. poeticus) è un altro grande classico per balconi e terrazzi, con la differenza rispetto al giacinto che il narciso è in grado di rifiorire in modo soddisfacente per 3-4 anni, prima di dover essere piantato in giardino o eliminato. Per non lasciare il vaso tristemente vuoto durante l’estate, si possono seminare in aprile le portulacche annuali, che richiedono poca acqua e non creano il rischio di far marcire i bulbi, eliminando poi le piantine a fine ciclo, in novembre.
Origine: Europa centrale e meridionale.
Descrizione botanica: perenne da bulbo, produce foglie erette, nastriformi, della lunghezza di 10-30 cm. Dal centro del cespo si erge lo scapo fiorale (fino a 30 cm) in marzo-aprile, che può portare uno o più fiori. Ogni fiore è composto da una corolla formata da sei tepali (ma esistono anche fiori doppi), e da una corona centrale corta o allungata, a coppa o a tubo; i colori vanno dal bianco puro e dal giallo, all’arancio e albicocca, spesso differenziandosi tra il perigonio e la corona che, talvolta, ha un bordo rosso.
Specie affini e varietà: sono alcune migliaia le varietà che afferiscono alla decina di specie selvatiche che sono state ampiamente manipolate dai floricoltori per variare la taglia della pianta, le dimensioni, la forma e il colore dei fiori.
Esposizione: da pieno sole a ombra/sole; in ombra/luce fioriscono meno e per un anno solo.
Temperatura: fino a –25 °C; il caldo è indifferente perché da maggio in poi il bulbo entra in riposo.
Precauzioni invernali/estive: nessuna; una copertura nevosa anche con germoglio già evidente non crea alcun danno. Dopo la fioritura i bulbi possono essere eliminati oppure conservati, nel qual caso si continuano le annaffiature, dopo aver distribuito il concime, fino a quando le foglie ingialliscono e si seccano (circa in maggio).
Vaso: di plastica o terracotta, di diametro di 20 cm per 6 bulbi di taglia piccola, di 28 cm per 4 bulbi, anche in cassette (rispettivamente max 12 e 8 bulbi per una lunghezza di 30 cm). Si interrano con l’apice verso l’alto da settembre (Alpi) a novembre (Sud), a una profondità pari a circa una volta e mezza l’altezza del bulbo.
Terra: sciolta, ricca di sostanza organica, per es. metà terra da giardino e metà terriccio universale; il drenaggio deve essere perfetto.
Acqua: moderata al momento dell’impianto e all’occorrenza se non piove per più di tre settimane; media e regolare appena i germogli si allungano e sino alla fine della fioritura. Se si conservano, fornire acqua moderata finché le foglie non si seccano.
Concime: se si conservano, un prodotto granulare a lenta cessione a metà della fioritura, continuando a bagnare per un mese circa.
Potatura: eliminate gli steli fiorali secchi; a volte lo stesso bulbo produce così un altro fiore.
Moltiplicazione: per bulbi laterali al bulbo principale; servono almeno 3 anni di cure per vederli fiorire.
Malattie e parassiti: i ristagni idrici causano il marciume radicale, spesso letale; la carenza d’acqua il disseccamento dei germogli.
Note: emette sostanze soporifere; inoltre il bulbo può irritare la pelle se toccato e le mucose se mangiato (attenzione a cani e gatti, che amano molto giocare con i bulbi appena messi in terra).