La cameraria o minatrice fogliare dell’ippocastano venuta dai Balcani attacca gli ippocastani che ornano i nostri viali cittadini, seccando le foglie e provocandone la caduta anticipata. Se gli attacchi si ripetono negli anni, gli alberi esauriscono le forze vitali, vengono attaccati da altri parassiti e si seccano interamente.
Cameraria o minatrice dell’ippocastano: com’è fatta
La cameraria o minatrice fogliare dell’ippocastano (Cameraria ohridella) è un insetto appartenente al gruppo dei Lepidotteri che vive a spese degli ippocastani, sui quali compie tre-quattro generazioni all’anno; in genere sono meno colpite le varietà di ippocastano a fiori rossi.
Originaria della Macedonia dove è stata segnalata per la prima volta nel 1985 (deve il suo nome al lago di Ohrid, in Macedonia del Nord), è arrivata in Friuli Venezia-Giulia alla fine degli anni 90 e si è diffusa rapidamente in tutte le regioni.
Gli adulti sono piccole farfalle poco appariscenti di colore bruno con caratteristiche striature sulle ali. Prima di deporre le uova si concentrano sui tronchi per accoppiarsi; durante questa fase le farfalline possono ricoprire tutto quello che si trova in prossimità degli alberi infestati. La femmina depone le uova isolate sulla pagina superiore delle foglie, vicino alle nervature.
Dalle uova sgusciano le larve che si nutrono delle foglie e, giunte a maturità, si incrisalidano in corrispondenza delle mine, per poi originare una nuova generazione di adulti.
Quando compare e che danno fa la cameraria o minatrice dell’ippocastano
La cameraria trascorre l’inverno sotto forma di crisalide, nelle foglie infestate cadute al suolo. Gli adulti che si originano dalle crisalidi svernanti cominciano a volare tra metà aprile e le prime settimane di maggio. È possibile monitorare l’inizio del volo di prima generazione tramite trappole a feromoni, da installare nella chioma degli ippocastani tra fine marzo e inizio aprile.
Il danno è determinato dalle larve, che si nutrono delle foglie dove scavano gallerie chiamate “mine”. Ogni larva può produrre mine lunghe fino a 4 cm; osservate in controluce, esse appaiono trasparenti e lasciano vedere le larve al loro interno. Le mine, spesso molto numerose, confluiscono tra loro e finiscono con il ricoprire l’intera lamina. Le foglie quindi disseccano e cadono precocemente; in presenza di forti infestazioni già in agosto gli ippocastani si presentano con buona parte della chioma secca.
Spesso si osservano seconde fioriture (ovviamente si tratta di un fenomeno anomalo) in settembre-ottobre, su alberi quasi del tutto privi di foglie.
L’infestazione interessa inizialmente i rami più bassi, poi progredisce verso l’alto fino a coinvolgere l’intera chioma.
Gli ippocastani non muoiono a causa degli attacchi di cameraria; questo insetto contribuisce a danneggiare la chioma e a determinare una riduzione dell’attività fotosintetica insieme ad altre patologie a carico della chioma, quali l’antracnosi (determinata dal fungo Guignardia aesculi) e il seccume non parassitario.
Prevenzione e cura della cameraria o minatrice dell’ippocastano
Per il controllo di Cameraria ohridella possono essere attuate diverse strategie che, opportunamente integrate tra loro, danno buoni risultati.
- Entro la fine dell’inverno è molto importante raccogliere e distruggere le foglie infestate cadute al suolo nelle quali si conservano le crisalidi (responsabili dell’avvio dell’infestazione alla primavera successiva).
- All’inizio di aprile è possibile installare le trappole a feromoni per il monitoraggio del primo volo degli adulti. Le trappole forniscono anche un’indicazione sull’entità dell’infestazione e quindi sull’opportunità di programmare eventuali trattamenti specifici Le trappole possono essere acquistate dai rivenditori dei prodotti per l’agricoltura oppure on line (riff98.it).
- Esistono numerose specie di parassitoidi che vivono a spese delle larve e delle crisalidi di cameraria. Per non ostacolare la loro azione è indispensabile non effettuare trattamenti insetticidi alla chioma, i quali comunque sono difficilmente realizzabili data l’altezza degli ippocastani.
- In presenza di alberi soggetti a ripetute infestazioni si può ricorrere a un trattamento insetticida effettuato tramite la tecnica dell’endoterapia. Questa applicazione, che deve essere effettuata da personale specializzato, mantiene la sua efficacia per almeno 2 anni.