Il termine "margherite" è molto generico: indica fiori (o meglio infiorescenze) con un disco centrale e tanti petali (in realtà ligule) disposti a raggiera, nei più diversi colori e nelle dimensioni da minima a massima.
Qui descriviamo quattro specie di margherita, che fioriscono dal cuore dell'estate all'autunno: Rudbeckia, Echinacea, Helenium, Aster.
Margherite: la Rudbeckia e l'Echinacea
Numerosi tipi di Rudbeckia, tra annuali ed erbacee, offrono continuità nelle fioriture da giugno a ottobre e, poiché provengono, come le Echinacea (alle quali sono strettamente connesse), dalle praterie dell’America settentrionale e occidentale, richiedono terreni ben drenati ma non siccitosi e pieno sole (all’ombra si allungano sino a diventare sgraziate).
Si esprimono in accese gradazioni di giallo, arancio e cacao in varie combinazioni, mentre le Echinacea sono rappresentate da fiori prevalentemente rosa (E. purpurea) o bianchi (E. ‘White Swan’), talvolta albicocca o arancio nelle ultime ibridazioni (E. ‘Art’s Pride’). Il caratteristico cono centrale da cui derivano il nome (dal greco echinos = riccio) è molto vistoso e rimane evidente anche dopo la perdita dei petali.
Margherite: l'Helenium e l'Aster
L’Helenium, o girasole delle paludi e anch’esso nativo dell’America settentrionale e centrale, è del tutto rustico e simile alle precedenti nelle richieste di coltivazione, ma ha bisogno di terreno ricco e umido perché gli steli rizomatosi producano la tipica profusione di corolle grandi dal centro prominente che sfavillano, nelle luce di tarda estate, in toni di rosso, giallo, arancio e mogano e diventano una meta preziosa per le api.
Impossibile non menzionare gli innumerevoli astri autunnali tradizionalmente protagonisti della fine dell’estate e che fioriscono per molte settimane. Una volta consolidati ripetono la fioritura ogni anno. Coltivati anche nei giardini del secolo scorso per la fioritura abbondante e la facilità di coltivazione, i “settembrini” comprendono soprattutto varietà di Aster novae angliae e A. novi belgii, ma ne esistono molte altre a fioritura tardiva (A. dumosus, A. tripolium, A. diffusus, A. divaricatus e A. tataricus).
Sono in genere perenni con portamento denso e cespuglioso, raggiungono i 40-90 cm e producono grandi macchie di colore con innumerevoli fiorellini a margherita nelle tonalità del rosa e del lilla, oppure bianchi a centro giallo. Si tratta di piante poco esigenti, che si sviluppano in luoghi soleggiati o semiombreggiati e si adattano alla comune terra da giardino. Per fioriture supergenerose è consigliabile coltivare gli astri in terreno ricco e ben drenato e fornire concime organico a inizio stagione.
4 consigli per tante margherite
- Lo sviluppo vegetativo iniziale delle specie a fioritura tardiva deve essere aiutato in primavera con concimazioni specifiche; in assenza di piogge stagionali possono inoltre rendersi necessarie irrigazioni aggiuntive.
- I nemici più temibili a inizio stagione sono le chiocciole e le limacce. È necessario prevenire i loro attacchi per salvaguardare il fogliame.
- La generosità nelle fioriture di fine estate è direttamente proporzionale alle cure prestate agli esemplari durante i mesi precedenti, soprattutto per quanto riguarda le disponibilità idriche. È consigliabile quindi optare per scelte realistiche a seconda della regione e dal microclima locale.
- La pratica di rimuovere i fiori appassiti prolunga la fioritura di tutte le specie annuali