Se abbiamo una rete metallica di recinzione o dei pilastri di metallo o mattoni e vogliamo ricoprirli durante la bella stagione con qualcosa di insolito, e magari produttivo, scegliamo il luppolo (Humulus lupulus), magari nella varietà ‘Aureus’ a foglia color oro, o ‘Taff’s Variegated’, variegata.
Com'è fatto il luppolo
È un rampicante perenne caducifoglio, dai lunghi fusti lianosi che si avvolgono su qualsiasi sostegno: angolosi, sono dotati di grossi peli corti e duri ripiegati verso il basso e di viticci con cui si agganciano a ciò che incontrano. Ha una crescita molto veloce (fino a 7 m) e copre facilmente grate e cancellate.
Nel pieno dell’estate compaiono i fiori maschili o femminili: si sviluppano su piante separate. Quelli maschili, di colore bianco-verdognolo, formano un grappolo che cresce all’attaccatura delle foglie. Quelli femminili, verde chiaro o rossastro, sono raggruppati in spighe che vengono dette “coni”. I frutti, chiamati botanicamente “acheni”, sono un insieme di frutticini e ricordano una morbida pigna, color verde chiaro o giallastro, che alla base di ogni squama porta granellini giallastri, piccole ghiandole resinifere che contengono la luppolina, dall’intenso odore e dal sapore amarognolo.
Come coltivarlo
Il luppolo è una pianta spontanea nella flora italiana, molto rustica, tant’e vero che si rinviene facilmente dal mare alla montagna, specie nell’Italia settentrionale, lungo le siepi, i sentieri, nelle radure dei boschi.
Piantiamolo in primavera o autunno, su qualunque terreno purché non troppo povero o calcareo, in tutta Italia, al sole o a mezz’ombra. Annaffiamolo nel primo anno e poi solo in estate se non piove. Concimiamolo con lo stesso prodotto che utilizziamo per gli arbusti fioriti in giardino. Se necessario, potiamolo in pieno inverno, quando è a riposo.
La birra dal luppolo
Possiamo utilizzarne le infiorescenze femminili per preparare un infuso dall’azione sedativa e digestiva. I germogli invece si possono prelevare (la pianta ne produrrà altri nell’arco della stagione) e utilizzare come verdura al posto degli spinaci.
Per confezionare la birra, infine, i coni si raccolgono a fine estate e si fanno seccare all’ombra e all’aria. Si può partire dall’estratto di malto al quale aggiungere l’acqua e il luppolo sotto forma di fiori secchi per procedere alla bollitura: questa ha lo scopo di estrarre dal luppolo le sostanze che daranno alla birra il gusto amaro e anche l'aroma di luppolo. Dopodiché si ottiene il mosto di birra che viene fatto raffreddare per poi aggiungere il lievito (di birra!). La birra a questo punto fermenta per qualche giorno: il lievito infatti produce enzimi che trasformano lo zucchero del malto in alcool e anidride carbonica e altre sostanze (per esempio gli esteri) importanti per il gusto e l'aroma. Seguono quindi tutte le fasi, non proprio semplicissime, di imbottigliamento.