In Italia la stella di Natale è oggi un simbolo del periodo di fine anno, caratterizzato da una stella di colore rosso intenso, tipico della pianta spontanea, ma di recente, grazie alla selezione florovivaistica, anche in tinte insolite, come il bianco panna, il rosa pallido e il rosso rosato, con arricciature, crestature, doppiature quasi si trattasse di un vestito della Belle Époque.
Eppure, la stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), detta anche poinsettia o poinsezia, proviene dall'America centrale, e più precisamente dal Messico, dov’è pianta sacra in quanto simbolo della purezza. Gli steli fioriti vengono tagliati per ornare le chiese durante le cerimonie, per santificare la stanza da letto dei novelli sposi e per proteggere i neonati nei loro primi sonni.
La pianta, nella prima metà dell'Ottocento, varcò l'oceano per giungere in Europa, dove l'accoglienza fu però tiepida. Il vero e proprio boom della richiesta si è infatti avuto negli ultimi 40 anni, grazie all'abbinamento del vivace color carminio della pianta alla festosità del rosso natalizio.
La corona rossa a forma di stella che orna le sommità dei rami è quella che tutti considerano come la corolla del fiore, ma si tratta di uno splendido inganno. Nella realtà si tratta delle brattee fiorali, cioè foglie modificate che si arrossano, colorandosi vivacemente per attirare gli insetti verso i veri fiori. A uno sguardo più attento infatti, si possono vedere, all'apice degli steli, piccole ombrelle composte da minuscole e insignificanti coppette giallastre prive di petali. Fiori che sarebbero poco percepibili non solo all’occhio umano, ma soprattutto per l'insetto che li deve impollinare, se non fossero pubblicizzati da una cornice così vistosa.
La forma dei fiori, quelli veri, richiama alla mente una bocca dalle labbra carnose: per questo, in Brasile la pianta viene chiamata "bocca di negro".
Anche l’arrossamento delle brattee, cioè la fioritura, che avviene in inverno, ha un qualcosa di incredibile: nelle terre d’origine il processo incomincia in ottobre, quando le ore di luce incominciano a calare. È una pianta cosiddetta “brevidiurna”: ha cioè bisogno di ricevere 14 ore di buio totale per un mese; solo in questo modo incomincia il fenomeno di arrossamento delle brattee e di formazione dei fiori.
In casa è praticamente impossibile riprodurre un ambiente del genere, se non procedendo con un sacco di plastica nera pesante (tipo quello dell’immondizia), con cui avvolgere con molta delicatezza la pianta: il cappuccio deve rimanere sulla pianta per 14 ore esatte ogni giorno per un mese…