Quando si osservano le piante, pensare che siano semplici esseri viventi, ferme, immobili, prive di ogni senso e che non siano in grado di cogliere la realtà circostante, è da considerarsi un errore. Infatti, oltre alla ben conosciuta fotosintesi clorofilliana, con cui ricavano energia dal sole, esse hanno altre abilità incredibili che ognuno di noi dovrebbe sapere. È difficile pensare che le piante abbiano dei sensi, ma è stato dimostrato che riescono a vedere, a comunicare, hanno tatto, riescono a muoversi e sono persino dotate di olfatto. Ma in che modo riescono a fare tutto ciò senza che ce ne accorgiamo? Ovviamente non hanno occhi, ma riescono a vedere la luce e grazie a essa regolano la perdita e la germinazione delle foglie: quando le ore di sole si riducono, mantenere gli apparati adatti alla produzione di energia risulta sconveniente in termini energetici!
Possono comunicare attraverso delle sostanze chimiche rilasciate nell’aria e nel suolo, sia ad altre piante sia a insetti. Questi ultimi sono capaci, come il vento, di propagare il polline a lunga distanza e consentendo alle specie vegetali di “muoversi” e conquistare nuove aree attraverso la riproduzione.
Nonostante sia meno sviluppato rispetto a quello degli animali, le piante possiedono un olfatto che permette di riconoscere sostanze nocive presenti nell’atmosfera e, nel caso delle piante carnivore e della Mimosa pudica, che chiude le foglie dopo che viene toccata, si dimostra come abbiano una spiccata sensibilità tattile.
Nei viali alberati
In città, gli alberi, attraverso reazioni chimiche, sono in grado di rendere l’ambiente urbano migliore dal punto di vista dell’inquinamento e, grazie alla copertura delle chiome, rendono le temperature estive più sopportabili. È dovere, perciò, conservare e proteggere i viali alberati cittadini evitando di danneggiarli, riducendo così la possibilità che quest’ultimi vengano attaccati da agenti patogeni.
Il platano, utilizzato in tutta Italia, viene attaccato da un fungo (Ceratocystis fimbriata, appartenente alla divisione degli Ascomiycota) che causa un cancro letale all’albero (cancro colorato), portando alla morte quest’ultimo in breve tempo. Il parassita infetta la pianta attraverso delle ferite sulla corteccia tramite le spore. Atti vandalici o più semplicemente manutenzione dello strato erboso (in particolare con decespugliatori) sono le cause più frequenti del ferimento degli individui.
Tutto ciò sottolinea quanto l’essere umano possa essere dannoso nei confronti di specie arboree che si sono evolute per milioni di anni lontane da ambienti urbani e, nonostante questo, si sono adattate anche in condizioni sfavorevoli, trovandosi circondate da cemento e asfalto, ricevendo ogni giorno veleni nocivi. Inoltre, nelle vie e nei corsi cittadini, si creano dei veri e propri corridoi in cui le forti raffiche di vento creano delle condizioni di stress per le piante, situazione che in aree aperte è più limitata. È bene ricordare però che il verde urbano è una preziosa risorsa che va curata essendo fonte di biodiversità animale (riparo per uccelli, scoiattoli), mitigazione del clima, smorzamento dei suoni e rende le città più colorate e meno stressanti.