lavandula hidecote blue lavanda
Lavanda 'Hidecote Blue'.
Lavanda, un classico aroma per la biancheria, è in fiore per tutta l’estate ed è anche fra le piante mellifere e regala un miele pregiato

Trovare qualcuno a cui non piaccia il profumo della lavanda è difficile: dai sacchettini imbottiti di fiori messi fra la biancheria dalle nostre antenate fino ai modernissimi profumatori d’ambiente o ammorbidenti da bucato, le sue note olfattive sono inconfondibili e, generalmente, gradite a tutti. Del resto, la lavanda è la regina dell’armadio: oltre a entrare nei cuscinetti di erbe e nei pot pourri, è anche un potente antitarme che sostituisce, profumando, la naftalina. Ed è anche la “regina del pulito”, perché il suo aroma evoca immediatamente le lenzuola appena lavate!

Ma da una decina d’anni questa graziosa aromatica è uscita dal recinto della profumazione per approdare a buon diritto sui nostri balconi e nei nostri giardini e orti. È un sistema per moltiplicare il piacere olfattivo aggiungendovi anche la delizia estetica perché, quando la lavanda è in fiore, è particolarmente gradevole. Senza contare la soddisfazione di fare, nel nostro piccolo, qualcosa per l’ambiente: i fiori di lavanda sono ricercatissimi dalle api attratte dal profumo intenso (si tratta di una pianta mellifera, vedi in fondo), quindi contribuiamo a sfamarle e, in seguito, ne potremo anche gustare un ottimo miele.

Piante di BELL’ASPETTO

Soprattutto da giovane, la lavanda è anche una piantina graziosa: è una perenne, alta da 30 a 180 cm, grazie ai fusti eretti legnosi, mentre i rami giovani sono erbacei ed esili. Questi ultimi sono cosparsi da fitte foglie lanceolate, lineari (a bordo dentellato in Lavandula dentata), grigio-verdastre e pelosette, adattate a trattenere l’acqua per poter vivere in luoghi aridi, e aromaticissime se sfiorate o accarezzate. I fiori sono riuniti in spighe di 3-10 cm, color blu-viola, bianco crema oppure fucsia-porpora, e sbocciano tra giugno e settembre. Il frutto è un achenio ovoidale di colore marrone, assente negli ibridi spesso utilizzati nei giardini.

Quando poi la pianta, in piena terra, cresce, deve essere sostenuta o appoggiandosi a una recinzione, muretto, cancello ecc., o mediante un tutore: ha infatti un unico fusto che man mano si spoglia del fogliame, che risulta perciò concentrato solo nella parte alta della pianta, sbilanciandola e creando il rischio di adagiamento sul terreno o, peggio, stroncatura del fusto alla base. È quindi indispensabile il sostegno, legandovi la pianta in vari punti per mantenerla eretta.

Per la verità, non tutte le lavande “si spiaggiano”: lo fanno per esempio L. officinalis, L. spica, L. angustifolia e L. latifolia, che possono raggiungere anche i 180 cm d’altezza, mentre rimangono di dimensioni contenute L. dentata (60 x 60 cm) e soprattutto L. stoechas, la più piccola (30 x 30 cm), adattissima alla vita in vaso. Da queste e altre specie sono poi stati ricavati tantissimi ibridi ornamentali, selezionati per la bellezza della fioritura, la compattezza delle spighe e il colore dei fiori, che appunto oggi spazia dal viola al bianco, sebbene il colore tipico delle specie botaniche sia il lavanda.

DOVE mettere la lavanda

Grazie alle caratteristiche delle foglie “a risparmio idrico”, la lavanda vive benissimo nei terreni sassosi e secchi, nelle zone coperte da macchia mediterranea, fino ai 1.700 m d’altitudine. Spontanea si trova infatti solo lungo le coste di Liguria, Campania, Basilicata, Calabria, e in Piemonte (inselvatichita dai numerosi campi di coltivazione officinale).

È quindi la pianta ideale per le zone secche e aride: preferisce terreni leggeri e calcarei, ma si adatta anche a suoli argillosi, se si aggiunge un po’ di sabbia. Il terreno deve comunque sempre essere molto ben drenato: la buca deve essere profonda il doppio del pane di terra, perché sul fondo bisogna appoggiare uno strato di 5 cm di ghiaia di drenaggio. Ama il sole e le posizioni riparate, in tutta Italia, ma nelle zone più fredde va protetta alla base, durante l’inverno, con abbondanti foglie secche. Non resiste però all’aperto sulle Alpi e l’Alto Appennino, dove va coltivata solamente in vaso da ricoverare in cantina da metà ottobre a fine aprile. Naturalmente, tollera il caldo e anche il clima salso e marino.

Attenzione: come tutte le aromatiche a fusto legnoso, non ama avere compagnia, né di suoi simili, né di altre piante. Mettiamola in una posizione dove possa vivere in solitaria, ad almeno 50 cm da altre piante di qualunque specie.

Ben poche CURE

Una volta messa a dimora la pianta, e annaffiata abbondantemente, solo per il primo anno dall’impianto dovremo bagnarla se non piove a sufficienza, soprattutto d’estate. In seguito si affrancherà, e potranno servire solo annaffiature di soccorso nelle estati più feroci. È parca anche in fatto di concime: una manciata di stallatico secco in ottobre e una in aprile, mescolata al terriccio intorno alla base della pianta è più che sufficiente.

La potatura invece è necessaria e va effettuata fin dall’anno successivo all’impianto: per favorire l’accestimento, in febbraio i rametti vanno tagliati 1 cm al di sopra della vegetazione sviluppatasi l’anno precedente. Dal quarto-quinto anno, quando il cespuglio si sarà completamente formato, si può decidere se godersi il cespuglio cresciuto in altezza, ma spoglio alla base, oppure rigenerare ogni anno la vegetazione, sacrificando l’altezza per ottenere la larghezza del cespuglio: in questo caso, sempre a febbraio, si deve potare al di sotto della vegetazione erbacea, spogliandola completamente dal fogliame.

Per ottenere nuovi esemplari possiamo partire da seme, ponendolo in seminiera a febbraio in casa oppure in vasetto ad aprile sul balcone: serviranno un paio d’anni per beneficiare di piantine come quelle in vendita nei garden center. Più rapida è la moltiplicazione per talea: tagliamo in aprile porzioni lunghe 15 cm di rami semilegnosi (dell’anno precedente) di una pianta vecchia, oppure in agosto parti di rametti dell’anno, e mettiamole in un vaso con sabbia umida, da tenere all’ombra ma sempre all’aperto (tranne che sulle Alpi, dove in ottobre vanno ricoverati in una cantina luminosa); nella primavera successiva avranno radicato e saranno pronte per la piantagione. La talea è utile per riprodurre piante particolarmente belle, anche perché la lavanda non è molto longeva: al massimo una ventina d’anni.

Infine, non ha particolari nemici, quindi è amica dell’ambiente perché non necessita di trattamenti antiparassitari.

Lavanda anche in VASO

La lavanda, fra i tanti pregi, ha anche quello di adattarsi bene alla vita del vaso. Quando la acquistiamo, rinvasiamola subito in un paio di misure in più, nella plastica al Nord e nel coccio nel Sud: il diametro minimo è di 20 cm. Mettiamo 3 cm di ghiaia sul fondo e colmiamo con parti uguali di terriccio universale, sabbia di fiume e perlite. Ogni anno in primavera rinvasiamo in una misura in più. Curiamo l’annaffiatura: è importante che sia regolare, in base alla temperatura, più che abbondante la quantità d’acqua. Se siamo irregolari nella fornitura, mettiamo il sottovaso, ma ricordiamoci che l’alternanza siccità-annegamento non fa bene a nessuna pianta, men che meno alla lavanda. Da aprile ad agosto aggiungiamo ogni 30 giorni una dose di concime liquido per piante da fiore.

Come utilizzarla in CUCINA

Sembra strano, ma la lavanda si può utilizzare anche in cucina: attualmente si impiegano i fiori, ma in passato anche le foglie (parsimoniosamente, perché sono molto profumate) per aromatizzare minestre e stufati. L’impiego più semplice è quello di chiudere i fiori freschi nella gelatina di un fresco aspic di verdure. Poi c’è lo zucchero alla lavanda: in un barattolo di vetro a chiusura ermetica mettiamo 5 gocce di essenza o 1 cucchiaino raso di fiori a 500 g di zucchero e lasciamo riposare per almeno 2 settimane; usiamolo nel tè e nei dolci semplici. E l’aceto aromatizzato: mettiamo 6 spighe di lavanda in una bottiglia da mezzo litro di aceto di vino bianco, facciamo riposare per circa un mese; condiamo l’insalata o usiamolo per il salmoriglio al posto del limone. E ancora, il gelato alla lavanda: poniamo in una ciotola 2 cucchiai di fiori, aggiungiamo 4 cucchiai di acqua bollente e lasciamo riposare per due ore, poi lavoriamo 4 tuorli con 125 g di zucchero e 1-2 cucchiai d’acqua, poco alla volta unite all'amalgama 5 dl di latte, sempre mescolando; cuociamo il composto a bagnomaria per 15 minuti rigirando continuamente, togliamo dal fuoco e aggiungiamoci l’infuso di fiori filtrato, mescoliamo ancora e quando sarà freddo poniamolo nella gelatiera.

Il miele di lavanda, dal profumo intensamente aromatico e fresco, ha un colore ambrato più o meno carico, ed è ricchissimo di proprietà salutari: è analgesico, antireumatico, battericida, antisettico, digestivo, diuretico e calma le bruciature e le punture d'insetto.

RACCOGLIERE le spighe

Recidiamo con le cesoie i rametti fogliosi appena prima che si aprano i fiori, appoggiandoli in un cestino di vimini. Leghiamoli poi in mazzi lenti lasciandoli essiccare appesi in locali asciutti, bui e ventilati. Una volta seccati, i fiori e le foglie si separeranno facilmente dai rami passandoli tra le mani. Si conservano separatamente in vasi di vetro, ben chiusi per non disperdere l’aroma, che comunque svanisce nell’arco di un anno.

Un PROFUMO inconfondibile

Fin dall’antichità, la lavanda è stata sfruttata per il suo gradevole profumo, ma solo in epoca recente (XIX secolo) è iniziata la sua coltivazione su scala industriale: le varietà più pregiate si trovano a Grasse (in Francia, la capitale mondiale del profumo), nel Surrey e a Norfolk (in Inghilterra) e nel Chianti (Toscana). Per distillazione se ne estrae l’olio essenziale, che viene impiegato nell’industria profumiera e cosmetica: famosa è l’acqua di lavanda, una colonia leggera dall’aroma squisito e delicato. I saponi e i profumi di bassa qualità utilizzano invece l’essenza ricavata da varietà ibride, i cosiddetti “lavandini”.

Per approfondire

AROMATICHE PER TUTTI
Sul balcone, in terrazzo, in giardino
38882 - Ultima modifica: 2023-07-04T22:34:29+02:00 da Elena Tibiletti
Lavanda, amica delle api e di balconi e giardini - Ultima modifica: 2023-08-13T06:38:56+02:00 da Elena Tibiletti