Dopo la bellezza e il pieno godimento estivo, il laghetto con l'avvicinarsi dell'autunno richiede alcune operazioni di manutenzione per far sì che l'invaso e i suoi abitanti superino bene la stagione avversa: il tardo autunno e l'inverno. Ecco quindi che cosa dovete fare tra la fine di settembre e la fine di ottobre, a seconda delle zone d'Italia da Nord verso Sud.
Le piante del laghetto in autunno
Prima che le temperature notturne scendano sotto i 15 °C occorre prendersi cura delle piante da laghetto che risentono del freddo. Infatti, non tutte le piante del laghetto possono affrontare i mesi freddi all’aperto.
Tutte le specie rustiche che alle nostre latitudini sopravvivono all’aperto (molte ninfee appartengono a questa categoria, e lo stesso accade al loto) possono restare nello specchio d’acqua, mentre quelle di origine tropicale devono essere protette o portate in locali leggermente riscaldati.
Le ninfee tropicali vanno estratte dai loro vasi di plastica bucherellata, sciacquando bene le radici per eliminare tutta la terra ed estrarre bulbi e bulbilli che compongono l'apparato radicale; le piante si conservano con le radici immerse in sabbia umida in locali con temperatura di circa 10 °C, per esempio un garage o solaio molto luminoso e mai del tutto gelido.
Alcune specie come il giacinto d'acqua (Eichornia crassipes), la lattuga acquatica (Pistia stratiotes) e la felce galleggiante (Salvinia natans) devono essere prelevate a fine settembre nell’Italia settentrionale o a fine ottobre nei climi mediterranei (coste, isole) con la sola esclusione delle zone d'Italia davvero miti e protette. Si conservano in un acquario o in una vaschetta per pesci rossi posta davanti a una finestra in una stanza riscaldata. È necessario concimarle perché hanno un elevato fabbisogno nutritivo e non entrano totalmente in riposo.
Anche il papiro, Cyperus papirus, va portato in casa a fine settembre; vive bene in un ambiente luminoso, caldo e umido, per esempio una stanza da bagno.
Alcune specie vivono invece l'inverno all'aperto, per esempio Thalia dealbata e Cyperus alternifolius possono svernare nel laghetto purché i vasi siano spostati nella parte più profonda quando le foglie sono completamente ingiallite. Gunnera manicata e Zantedeschia aethiopica vanno protette coprendo l’apice vegetativo con paglia, foglie o parecchi strati di geotessuto; le foglie scompaiono quasi del tutto per rinascere a primavera.
Piante perenni da fiore e da fogliame che vivono sulle rive come Lobelia, Marsilea quadrifolia, Peltandra virginica, Pontederia cordata, Saururus cernuus sopportano il gelo; se l’inverno è molto rigido, con basse temperature per varie settimane, è tuttavia consigliabile coprire la base con un mucchietto di foglie tenuto fermo da una rete fine.
Pulizie, alghe e pesci
Oltre alla protezione delle piante, non dimenticate di sostituire circa un terzo dell'acqua a partire da fine settembre, per eliminare la maggior parte di detriti in galleggiamento; è importante anche rimuovere foglie o detriti depositati sul fondo.
In alcune zone del nostro Paese l'inizio dell'autunno è spesso mite, ancora soleggiato e poco ventilato, condizioni che, insieme all'eccesso di nutrimento, possono provocare una vera invasione di alghe e di piante infestanti che arrivano a coprire interamente la superficie dell'acqua, in assenza di costante manutenzione. Se vi succede questo, prelevate la maggior parte delle infestanti utilizzando le apposite cesoie e cestelli su manico estensibile, poi effettuate un trattamento con un prodotto antialghe se non ci sono pesci.
Prima dell'inverno occorre verificare lo stato di salute dei pesci e somministrare un prodotto multivitaminico con il cibo; fatevi consigliare il prodotto giusto presso un centro specializzato in laghetti e pesci. In inverno occorre somministrare poco cibo, nei mesi più freddi meglio sospendere la somministrazione del cibo.
(Tratto da "Saper fare" - Pubblicato su Giardinaggio 10/2011)