Attraverso l'alfabeto dalla A alla Z, analizziamo tutti gli argomenti che riguardano il laghetto, per mantenerlo al meglio durante tutto l'anno.
Acqua: se lo specchio è in equilibrio fra piante e pesci, si mantiene limpida, aiutata anche da una periodica pulizia con il retino per evitare un eccesso di sostanza organica. Se dovete rabboccarla e sono presenti organismi viventi, riempite una tinozza e lasciatela riposare per almeno mezza giornata, svuota tela lentamente senza sgrondare il fondo, ricco di calcare. Se invece dovete cambiarla completamente, tenete da parte un paio di tinozze, dove ricoverare piante e pesci, che vanno rimessi nel laghetto solo il giorno dopo il riempimento; l’acqua delle tinozze va filtrata e riaggiunta all’acqua nuova.
Alghe: filamentose e verdognole, proliferano per il continuo e ineliminabile apporto nell’acqua del laghetto di sostanza organica. Senza contare il mangime dei pesci o il terriccio fertilizzato delle piante acquatiche, basta una giornata di vento, o la caduta delle foglie in autunno per riempire lo specchio di pulviscolo e materiali vari ricchi di sostanza organica. Questa a sua volta si decompone nei sali minerali che rappresentano l’alimento delle alghe, la cui crescita viene favorita anche dalla luce e dalle alte temperature, cosicché il problema si manifesta in tutta la sua gravità a partire dalla primavera, e per tutto l’anno. Si prevengono evitando apporti voluti ed eccessivi di sostanza organica; si controllano mediante le piante acquatiche che attuano una perfetta fitodepurazione, filtrando e ossigenando l’acqua, consumando tutti i sali minerali senza lasciare spazio alle alghe. Tra le migliori, le ninfee a funzione ombreggiante, le ossigenanti come Helodea, Cerathophyllum e Miriophyllum, le galleggianti che filtrano l’acqua (Hydrocharis, Lemna, Pistia ecc.) e le palustri (Iris, Equisetum, Lobelia e altre) che mantengono puliti i bordi del laghetto. Se non volete le piante, non resta che utilizzare pompa, filtro e prodotti antialghe.
Anatre: se vedono dall’alto, durante il volo, uno specchio d’acqua accogliente, scendono per verificare e, se non ci sono cani o gatti o bambini che le spaventano, trovano cibo (insetti ed erbe palustri) e vegetazione sulle sponde, si fermano, perlomeno dalla primavera all’autunno; poi potrebbero ripartire per andare a svernare più al caldo. In genere si muovono in coppia o in harem (un maschio e 4-5 femmine, riconoscibili per la livrea marroncina rispetto alle tinte verdi, bianche e blu iridescente del maschio). Potrebbero deporre le uova sulla sponda del laghetto: non disturbate mai la mamma, né curiosate nel nido in sua assenza, nel primo caso potrebbe attaccarvi, nel secondo abbandonare le uova senza più covarle. Alimentate i piccoli con mangime per pulcini, le madri con granaglie come il mais. I piccoli in autunno voleranno sicuramente via; gli adulti lo faranno se non si trovano bene.
Biolaghetto: specchio d’acqua che simula quelli naturali, dove l’acqua, le piante e gli animali sono in perfetto equilibrio, autoregolandosi senza necessità di interventi da parte dell’uomo. Per ottenerlo, in un invaso in piena terra delimitato solo dal telo impermeabile in caucciù, oltre a evitare l’impiego di prodotti chimici, bisogna inserire le piante fitodepuratrici, in grado di mantenere limpida l’acqua: vanno posizionate in una zona defilata dello specchio, accanto alla pompa che assicura il ricircolo dell’acqua depurata. La zona principale del laghetto sarà invece balneabile, mentre le sponde saranno colonizzate dalle piante da riva. Improvvisare, però, è sconsigliabile: molto meglio affidarsi a un progettista specializzato in biopiscine.
Cascata: soprattutto se vi avvalete di una sagoma preformata, è senz’altro meglio sceglierne una con cascatella, che riprodurrà il piacevole suono argentino dell’acqua che scorre, riconosciuto come terapia anche dagli psicologi, e ossigenando nel contempo l’acqua. Se il laghetto si approvvigiona a getto continuo, è consigliabile far entrare il liquido dall’alto, sempre attraverso una piccola cascata. Vedi anche Giochi d’acqua.
Decorazioni: chi ama il giardino “giocoso” si può sbizzarrire anche a pelo d’acqua, con ranocchie e rospi, ninfee e loti, barchette e yacht, sagome di pesci, anatre di vario tipo e aironi (che oltretutto facilmente attireranno gli uccelli veri, che le vedono dall’alto e le scambiano per loro simili). Si tratta di accessori in plastica, resistenti al gelo e ai raggi UV (ma è comunque consigliabile ritirarli in inverno), che si appoggiano sulla superficie acquea dove galleggiano o per terra sulle rive.
Erba: tutt’intorno al laghetto si può lasciare una fascia di erba se si gradisce stendersi al sole o a legger un libro o a chiacchierare con gli amici. Al momento del taglio, però, state attenti a non far cadere il residuo nell’acqua, dove costituirebbe un aggravio di sostanza organica, oltre a sporcare lo specchio. In presenza di anatre, saranno loro a “falciare l’erba”, ma in cambio lasceranno ricordini che obbligano a stare attenti a dove si mettono i piedi…
Filtro: indispensabile negli specchi d’acqua in invaso nel terreno o più grandi di 4 mq, serve a ripulire il liquido dalle impurità (sostanze d’escrezione dei pesci, sostanze organiche derivanti da foglie e detriti animali e vegetali in decomposizione) che vi cadono ed è collegato alla pompa per il ricircolo dell’acqua. Il filtro trasforma queste sostanze in nitrati, fertilizzanti utili per le piante acquatiche. Ne esistono diversi modelli, da quelli tradizionali a ghiaia e spugna fino a quelli a zeolite, sostanza naturale in grado di filtrare ottimamente l’acqua perché i suoi piccoli granuli legano e scompongono le sostanze organiche in eccesso e quelle nocive, allungando così i tempi di manutenzione del filtro. Il filtro infatti va controllato e pulito a cadenza fissa, secondo le indicazioni del produttore (da una volta a settimana a una al mese), svuotando la vaschetta con il materiale filtrante che va lavato sotto l’acqua corrente mentre la spugna va immersa per un’ora in acqua e aceto e poi risciacquata; in ottobre-novembre va infine smontato, ripulito e posto al riparo, e risistemato al suo posto in aprile-maggio. Controllate la capacità di filtraggio scegliendo un modello adatto alla portata del vostro specchio d’acqua; posizionatelo in prossimità della riva per facilitare la manutenzione. Se fosse appoggiato direttamente sul fondo del laghetto, potrebbe aspirare troppo limo e terra, che provocano l’intasamento: sollevatelo dal fondo appoggiandolo stabilmente su un paio di mattoni.
Fitodepurazione: la capacità di fitodepurazione delle piante acquatiche è ingentissima, tanto che nella bioarchitettura i progettisti si avvalgono delle piante per depurare addirittura le acque bianche e nere in appositi impianti, e per rinaturalizzare fiumi, laghi e canali inquinati. Le specie vegetali generalmente adottate sono Phragmites australis (canna di palude), Typha latifolia (mazza sorda), Scirpus lacustris (giunco di palude), Iris pseudacorus (giglio giallo), Juncus effusus, Carex di varie specie. Vanno collocate nella zona di riva, sottoposta a parziale sommersione, naturalmente nei laghetti a invaso in terra.
Giochi d’acqua: fondamentali per muovere l’acqua, rinfrescarla e ossigenarla, per i pesci e le piante, soprattutto in estate, quando devono rimanere accesi dalle 9 alle 19. In seconda battuta, creano un particolare gradevole da guardare e da ascoltare. Nelle stagioni di passaggio è bene accenderli durante le ore più calde del giorno, anche con il getto al minimo, mentre in inverno vanno tenuti spenti e, nelle zone a rischio gelate, vanno ripescati, puliti e rimessati al chiuso. In commercio si trovano giochi singoli (zampillo basso, alto, fontana verticale, campana, calice, stella e spruzzo sono i più comuni) oppure con effetto trasformabile a scelta, ed è possibile installarne anche più di uno. Il getto deve essere disposto almeno a pelo d’acqua, perché abbia la forza necessaria per creare la fontana. L’altezza massima del getto deve essere circa la metà della profondità del laghetto. Un getto troppo forte disturba i pesci, soprattutto se di piccola taglia, e le piante grandi come ninfee e loti: posizionatele lontano dalla fontana. Se c’è vento, parte dello spruzzo verrà disperso sull’erba: rabboccate con regolarità l’acqua.
Ghiaccio: nelle zone più fredde in inverno la superficie del laghetto può gelare. Se il laghetto è in piena terra, non ci sono rischi di rottura della struttura preformata come si può invece verificare nelle vasche fuori terra, soprattutto se di scarsa qualità. Se nel laghetto ci sono però piante e pesci, il ghiaccio può danneggiarle e impedire l’ossigenazione. Per evitare rotture e danni è bene porre in abbondanza nell’acqua pezzi di polistirolo, palloni di plastica o bottiglie di plastica vuote e chiuse, che evitano la formazione di una copertura continua di ghiaccio. Se ci sono i pesci, non battete mai sul ghiaccio né versate acqua bollente: entrambe sono azioni dannosissime per i pinnipedi.
Invaso in terra: la posizione deve essere soleggiata, lontana da alberi che perdono il fogliame e ombreggiano (soprattutto le Conifere). La profondità minima è di 50 cm, ma sarebbe preferibile arrivare a 100 cm, quindi con uno scavo di 130 cm. Sul fondo, liberato da sassi e detriti, si stendono prima 5 cm di sabbia ben livellata e poi l’apposito telo per laghetti in PVC (l’unico che non è tossico per piante e pesci), preferibilmente senza saldature e con un’eccedenza di 15 cm sui bordi. Sul fondo si stende uno strato di miscela di terra povera, ghiaia e sabbia dello spessore di 15 cm sul fondo e di 20-25 lungo le sponde, fermandolo con l’apposito graticcio in PVC o iuta. Poi si riempie lentamente d’acqua, tirando man mano il telo per risolvere eventuali pieghe. Le piante e gli animali arriveranno dopo circa una settimana e 10 giorni rispettivamente. I bordi con il telo si mascherano con sassi o piante palustri o fitodepuratrici.
Loto: un fiore spettacolare che non può mancare negli specchi d’acqua, scegliendolo di dimensioni adeguate allo spazio; ne esistono di nani, piccoli, medi e grandi, dalla ciotola al lago vero e proprio, bianchi, gialli, rosa, rossi. La profondità di posizionamento del cestello e le sue dimensioni dipendono ovviamente dallo sviluppo della pianta. Nelumbo nucifera e N. lutea resistono anche al gelo, ama la terra argillosa e una buona concimazione a inizio stagione.
Luci: gli appositi faretti subacquei e quelli eventualmente collocati presso la riva possono creare sapienti giochi di luce che enfatizzano angoli particolarmente suggestivi dello specchio d’acqua. Ne esistono svariati modelli, a faretto, a sfera galleggiante o a forma di sasso, a led o alogeni, collegati ai giochi d’acqua, multicromatici (che cambiano colore in sequenza) ecc.: l’importante è che siano omologati per l’immersione o l’esterno e con marchio originale CE. Naturalmente, durante i lavori per la creazione del laghetto, deve essere previsto il collegamento elettrico in sede protetta, a meno che non funzionino con la luce solare (nel qual caso però non devono essere esposti all’acqua del laghetto). La luce migliore si ottiene ponendo il faretto a riflettersi sul pelo dell’acqua, in modo da ottenere un fascio radente.
Mangime: necessario ai pesci soprattutto nelle stagioni di passaggio, quando la quota di insetti e larve è ridotta rispetto alla piena estate, mentre in inverno l’alimentazione va sospesa per consentire agli animali di entrare in uno stato di dormienza. In primavera il mangime deve essere del tipo ricco in proteine per agevolare lo sforzo riproduttivo, mentre in autunno è preferibile un tipo ricco in grassi, per favorire le riserve di grasso che li aiutano a superare l’inverno. in estate è preferibile un mangime leggero, sia per proteine sia per grassi, sia perché i pesci integrano con la microfauna (incluse le zanzare), sia per ridurre i rischi di eccesso di sostanza organica: attenetevi ai dosaggi minori. Rispettate sempre i dosaggi in etichetta, anche per non inquinare l’acqua. Somministratelo una volta al giorno, se possibile sempre alla stessa ora (mattina presto o tardo pomeriggio) in modo da abituare i pesci a presentarsi tutti insieme. Con molta pazienza è possibile insegnare alle carpe Koi a prenderlo direttamente dalla mano.
Ninfee: le Piante per eccellenza negli specchi d’acqua. Ne esistono per ogni esigenza: grandi (Nymphaea gigantea) per ampi specchi o minuscole (N. pygmaea ‘Helvola’) per una tinozza, rustiche e in grado di svernare nell’acqua (N. alba) se non ghiaccia a lungo oppure delicatissime ma spesso profumate perché provenienti da terre esotiche (N. capensis), con fiori di ogni colore (bianco, giallo, rosa, albicocca, rosso, porpora, lilla) e foglie sempre decorative… Fate solo attenzione che il fogliame non occupi più della metà della superficie: se accadesse, eliminate un po’ di foglie per restituire il sole e l’ossigeno necessario al liquido.
Pesci: anche solo per evitare nugoli di zanzare e masse di alghe, i pesci non devono mancare nello specchio d’acqua, piccolo o grande che sia (l’importante è che ci siano le piante che ossigenano il liquido). Dalle gambusie (divoratrici di larve) ai pesci rossi, dai sarasa ai canarino, dai subunki alle carpe koi (entrambi abituabili a prendere il mangime dalla mano), tutti donano uno spettacolo affascinante per grandi e piccini, costringendo ad ammirarli mentre danzano veloci nell’acqua. Attenzione alle dimensioni e al sovraffollamento: scegliete specie di taglia compatibile con il volume d’acqua disponibile e non sovraffollatelo per evitare l’inquinamento dell’acqua. Anche il clima indirizza verso una specie piuttosto che un’altra, in base alla sua resistenza al caldo o al gelo: è preferibile lasciare i pesci nel laghetto per tutto l’anno, senza doverli pescare e ricoverare in una tinozza al chiuso d’inverno. Vanno inseriti in primavera, con temperatura tiepida, lasciando il sacchettino con l’acqua di vendita a mollo per un’oretta in modo che si abituino gradualmente alla nuova temperatura.
Piante: elemento indispensabile nello specchio d’acqua, per ossigenarla, filtrarla, ombreggiarla parzialmente, rendere confortevole l’habitat per i pesci, decorarla ecc. Ogni microzona deve avere le specie più adatte: verso le rive, a 10-30 cm di profondità, si collocano le depurative, rustiche e robuste Carex riparia, Juncus ensifolius, Typha palustris (la splendida canna decorativa) e Phragmites australis; e le ornamentali e fiorifere Iris pseudachorus, Myosotis palustris (nontiscordardimé acquatico), Caltha palustris, Lithrum salicaria, astilbe, alchemilla, menta e trifoglio fibrino. Nella zona mediana, tra 30 e 80 cm, si pongono Pontederia cordata, Ranunculus lingua, Hippuris vulgaris e Sagittaria, e nel profondo al centro Ceratophyllum demersum, Helodea canadensis e Myriophyllum spicatum, tutte specie ossigenanti e flottanti. Senza dimenticare ninfee e loti, da appoggiare alla giusta profondità per ogni varietà, che in ogni caso ha un minimo di 25-30 cm. Le specie delicate vanno estratte in ottobre, ricoverate in tinozze e protette in cantina, per ritornare nell’acqua a fine aprile.
Pompa: accessorio fondamentale per ricambiare l’acqua e ossigenarla, ripulendola in abbinamento con il filtro (vedi), e alimentare i giochi d’acqua. Le migliori sono quelle che, oltre all’attacco snodato che consente di orientare il gioco d’acqua compensando le irregolarità del fondo, e a un supporto che facilita il montaggio dell’eventuale riflettore subacqueo, hanno una seconda uscita. Questa permette di collegare in un attimo ulteriori accessori, come l’aeratore per ossigenare l’acqua, o il supporto sul quale si può inserire un secondo gioco d’acqua, posizionandolo al centro del laghetto, e mantenendo però la pompa nei pressi della riva, per agevolarne la manutenzione.
Pulizia: tenete sempre a portata di mano il retino, meglio se con manico telescopico, per rimuovere prontamente grossi detriti come le foglie che cadono sulla superficie; se si decompongono in acqua, la inquinano. Una volta l’anno, in primavera prima del ritorno delle piante, svuotate l’invaso e pulitene il fondo, senza però eliminare tutto il limo ma solo una metà.
Rane e rospi: se l’habitat è favorevole, il più possibile naturale, prima o poi arriveranno anche le rane e forse i rospi. Ascolterete il loro canto nelle notti estive (non a tutti piace, perché non si spegne mai…) e potrete osservare a riva nell’acqua bassa l’evoluzione dei girini, approfittandone per meravigliare e appassionare alla natura i bambini. Questi anfibi sono eccezionali divoratori di larve e zanzare…
Sicurezza: se avete bambini piccoli o quattrozampe cuccioli, sorvegliateli costantemente quando sono in giardino, perché basta un attimo a loro per scivolare dalla riva e pochi centimetri d’acqua perché succeda una disgrazia.
Tinozza: su balconi e terrazzi potete soddisfare la “voglia d’acqua” con una tinozza o mastello (esistono modelli molto decorativi), nella quale allevare un loto o una ninfea di taglia piccola oppure 3-4 giacinti d’acqua (Eichornia crassipes), e 3-4 pesci rossi. Ponetela a mezz’ombra in estate perché non si riscaldi troppo, e sostituite ogni 3 giorni il 10% dell’acqua. Se si dovesse sovraffollare, eliminate (regalandoli) le piante o i pesci in più.
Vasca preformata: disponibili in centinaia di modelli, squadrati o morbidi, piatti o con cascatella, grandi o piccoli, colorati o naturali ecc., permettono di creare un minispecchio d’acqua fuori terra o inserito in poche decine di centimetri entro il suolo. In robusta vetroresina, pressoché indistruttibile e inalterabile, offrono uno spettacolo piacevole a un costo accessibile. I modelli più grandi e profondi permettono di ospitare qualche pianta e alcuni pesci e perfino giochi d’acqua. La manutenzione è ridottissima.
Zanzare: se non vi volete affidare solo ai pesci, o se non avete i pesci, acquistate in farmacia o nei garden center e consorzi agrari le pastiglie di Bacillus thuringiensis var. israelensis, parassita delle larve di zanzare e innocuo per l’uomo, gli animali e l’ambiente. Seguite bene le istruzioni in etichetta e avrete un’estate senza fastidiose punture.