Il prato di dicondra richiede una piccola manutenzione per farlo rimanere sempre in perfetta forma. Ecco i lavori da fare stagione per stagione.
La dicondra in primavera
La primavera è il periodo ideale per stimolare la ripresa vegetativa della Dichondra. Fertilizzate in marzo con un concime a lenta cessione per tappeti erbosi (35-40 kg per 1.000 m2), ed irrigate subito dopo la distribuzione. A livello complementare potete usare, ogni 20 giorni, un fertilizzante azotato liquido, arricchito in ferro e microelementi, alla dose di 3 l per 1.000 m2in 100 litri d'acqua. Il trattamento va effettuato impiegando una normale pompa a spalla, su dicondra asciutta.
Anche se si tratta di un'essenza dallo sviluppo complessivamente modesto, la Dichondra trae vantaggio da alcuni tagli leggeri (si asportano pochi millimetri per intervento, mantenendo un'altezza di 1,5-2 cm), eseguiti utilizzando preferibilmente un rasaerba a lame elicoidali. In questo periodo può rendersi necessario il controllo dell'alternariosi, una malattia fungina ascrivibile a funghi del genere Alternaria. Impiegate del propiconazolo alla dose di 300 cc per 1.000 m2 in 1.000 litri d'acqua e con cadenza dei trattamenti ogni tre-quattro settimane.
Aprile e maggio sono poi i mesi adatti alla semina di un manto erboso di dicondra. È particolarmente indicato l'uso di una macchina seminatrice di precisione. In alternativa procedete con un carrello spargiseme, eseguendo successivamente una copertura con terriccio (sabbia 70% più torba 30%) per circa 3 mm di spessore.
La dicondra in estate
Se tagliate abitualmente il prato, dovrete ridurre sensibilmente gli interventi poiché la temperatura del periodo costituisce un fattore limitante per la crescita. Se volete garantire un verde brillante alla vostra Dichondra, utilizzate un fertilizzante liquido ad alto titolo di azoto (e con aggiunta di ferro) alla dose di 3-4 l per 1.000 m2 in 100 litri d'acqua. Il trattamento va eseguito ogni tre settimane. In giugno, concimate con un prodotto a lenta cessione (30 kg ogni 1.000 m2).
Eventuali malattie tipiche dell'estate possono essere controllate alla comparsa dei primi sintomi. Le temperature di giugno, in presenza di umidità elevata, potrebbero predisporre la dicondra ad attacchi riferibili a Rhizoctonia (fungo in grado di causare marciumi).
Nel caso di Pythium, anch'esso agente del disfacimento dei tessuti, si può ottenere un buon controllo con propamocarb. Il trattamento andrà eseguito con cadenza settimanale sino ad avvenuta riduzione dei sintomi. Come per i tappeti erbosi di graminacee, l'eventuale presenza di chiazze di terreno idrorepellente richiede l'apporto di prodotti umettanti.
La dicondra in autunno
In settembre dovete stimolare la crescita del prato di Dichondra. Concimate come per il tappeto erboso di graminacee, apportando 30-40 kg per 1.000 m2 di superficie di concime complesso a lenta cessione. In modo attento e molto delicato potete procedere allo sfoltimento tramite un verticut usato con cautela. Tagliate pure il vostro prato per stimolare l'emissione di nuovi germogli secondo le cadenze a voi più congeniali (se volete evitare il taglio, l'essenza si comporterà comunque bene). La carotatura può essere effettuata anche per il tappeto erboso di dicondra, con i medesimi criteri adottati per il prato di graminacee.
In novembre effettuate un'ultima fertilizzazione apportando un concime chimico organico (pellicino) con un alto contenuto in fosforo e potassio che consentirà ai tessuti della Dichondra di irrobustirsi, rendendola meno sensibile alle eventuali gelate. Il potassio, in modo particolare, avrà anche l'effetto di contrastare preventivamente lo sviluppo di malattie fungine tipiche del periodo.
La dicondra in inverno
Fondamentale è la preparazione del tappeto erboso a sopportare eventuali gelate: queste ultime risultano tanto più pericolose quanto più derivanti da ristagni d'acqua sulla superficie del manto erboso. Per prevenire questo inconveniente, effettuate una bucatura profonda (15-20 cm) con un'apposita macchina, che si può noleggiare, per permettere un buon drenaggio. In caso contrario assisterete ad ingenti danni sul manto erboso e a tempi di recupero molto lunghi. Allo stesso modo evitate di calpestare la Dichondra in presenza di ghiaccio o brina: potreste incorrere in danni da rottura delle cellule con ripercussioni negative sul lungo periodo.
(di Mario Vietti)