Incomincia a fiorire in luglio e termina fra ottobre e dicembre: è un glicine (un tempo apparteneva al genere Wisteria) ma non lo è. Si chiama Millettia satsuma, o glicine rosso, perché produce grappoli di fiori rosso scuro violaceo, profumati, all’apice dei rami.
Si può coltivare, come il glicine vero, solo in piena terra, e solo nelle stesse zone dove resiste anche il fratello più conosciuto. Dove fa più freddo tende a perdere le foglie, che nelle zone più miti persistono da un anno all’altro.
Sempre nelle aree più miti emana tralci che possono raggiungere i 5 m di lunghezza, da indirizzare e fissare su un traliccio; mentre nelle aree più fredde arriva a 2-3 m d’altezza con portamento arbustivo disordinato più che rampicante.
Fiorisce sin dal primo anno di vita, collocato in pieno sole o in leggera ombra, su un terreno fresco e profondo, ricco di humus, ben drenato sul fondo della buca, dove ancorerà le sue robuste radici.
Richiede anch’esso annaffiature regolari e abbondanti per tutto il primo anno dall’impianto, poi solo interventi di soccorso nelle prime 3-4 estati se sono molto secche.
Il sostegno deve essere robusto come quello per il glicine, anche se la sua forza è decisamente minore e difficilmente arriva a piegare il ferro o l’acciaio.