glicine
Il glicine è un rampicante che merita un ampio spazio in giardino.
Abbiamo fatto 10 domande a Francesco Vignoli, massimo esperto italiano in fatto di glicine, per sapere esattamente come sceglierlo e coltivarlo

Francesco Vignoli è un vivaista riproduttore talmente appassionato di glicini da aver loro dedicato un sito Internet, www.wisteria.it, assolutamente completo per informazioni e bellissimo da visitare. Ecco i suoi consigli di coltivazione.

1. Quante specie e varietà di glicine esistono?

Il genere Wisteria annovera 4 specie per oltre una quarantina di varietà di cui una ventina coltivate in Italia. La più nota è W. sinensis, cioè il glicine comune, al quale da un ventennio si affiancano piante rifiorenti o non, dai fiori bianchi, blu, rosa, viola, porpora, ecc., bicolori, grandi o piccoli, in grappoli lunghi o tozzi.

2. Come si sceglie una nuova pianta?

La sua grande massa di fiori farà parte del vostro paesaggio per lungo tempo (è una pianta longeva) e il loro colore dovrà armonizzarsi con l’ambientazione. La rapida crescita permette di avvalersi anche di piante giovani, ma gli esemplari di W. floribunda impiegano 2-4 anni per fiorire. Al momento dell’acquisto la pianta deve sempre avere l’etichetta con le caratteristiche della varietà (nome botanico, foto in fioritura e notizie concise).

3. Quali sono le condizioni ambientali più adatte?

Pianta fra le più rustiche nei nostri climi, vive bene dalle coste fino ai 1.000 m d’altitudine. Ama il sole, soprattutto nel Nord e in montagna, mentre all’ombra fiorisce meno e più tardi. Preferisce terreni fertili e freschi, ma si adatta anche a quelli poveri, sassosi e asciutti. Non sopporta invece i suoli calcarei, frequenti nel Sud e causa di clorosi, manifestazione di sofferenza della pianta le cui radici non riescono ad assorbire il ferro tramite le radici a causa del terreno calcareo. I sintomi sono un fogliame giallastro, crescita stentata e fioritura compromessa. Come rimedio distribuite tutt’intorno alla pianta, 1-2 volte ogni anno, 30-50 g/mq di solfato di ferro e 50-100 g/mq di zolfo in polvere.

4. Quando e come va piantato il glicine?

Scegliete una posizione ove le robuste radici non rechino danno a muri o camminamenti: solo quelli in cemento resistono alla pressione radicale. Trattandosi di piante in vaso, qualunque stagione è adatta, sebbene nel Nord sia più idonea la primavera. Nella buca di 50 × 50 cm mescolate una palata di letame maturo con 200 g di concime a lenta cessione. Spargete uno straterello di terra e adagiatevi sopra le radici. Coprite con terriccio e bagnate abbondantemente.

5. Si può coltivare anche in vaso?

Il potente apparato radicale richiede una grande quantità di terriccio, per cui necessitano vasi di almeno 40 cm di diametro, a forma di mastello o tinozza. Utilizzate concimi acidificanti e acqua d’irrigazione decalcificata, per non far salire il pH del terreno, che porta alla clorosi di cui sopra. Non fate mancare l’acqua in luglio-agosto, quando si formano le gemme a fiore per l’anno successivo. Infine è sconsigliabile coltivare in vaso W. floribunda, i cui lunghi grappoli patiscono per l’ambiente ristretto e offrono risultati estetici deludenti.

6. Quali sono le cure da dedicargli?

Per i primi 2-3 anni va bagnato costantemente senza eccedere e concimato in primavera e autunno con concimi a base di azoto e potassio; in seguito basta una somministrazione di fosforo in primavera. Dal primo anno va indirizzato nella direzione e forma voluta, e dal secondo anno va potato.

7. Perché va indirizzato?

Essendo un rampicante, necessita di un sostegno, preferibilmente in robusto legno trattato contro le intemperie (dura circa 20 anni). Lungo i sostegni si indirizza il naturale avvolgimento dei rami di glicine nella forma voluta: a pergola, a spalliera, a colonna (anche attorno a un albero già grande e alto), ecc. Attenzione al metallo di ringhiere, balaustre, ecc.: se vi si avvolge, nel tempo può piegarlo! In alternativa, se piantato isolato in giardino, si comporta da insolito cespuglio!

8. Perché e come va potato il glicine?

È una pianta esuberante e disordinata: va potata in luglio-agosto, anche per favorire la maturazione delle gemme a fiore, accorciando i rami di un anno a 1 m di lunghezza (tranne quelli che devono salire per dare la forma voluta) ed eliminando polloni e stoloni al piede, cioè tutti i rametti nati alla base della pianta. In inverno si accorciano tutti i rami di un anno lasciando 4-6 gemme che fioriranno rigogliosamente in primavera, e si eliminano i rami danneggiati e i polloni.

9. Perché alcune piante non vogliono proprio fiorire?

Sono esemplari riprodotti da seme (con una fatica e un costo irrisori per il vivaista) che impiegano 10-15 anni per maturare al punto da fiorire! Chiedete al vostro fornitore la sicurezza che la pianta prescelta provenga da innesto, più difficile e costoso ma garante di fioritura. Potatela con regolarità e non fornitele, dopo i primi anni, concimi azotati che favoriscono il fogliame a scapito dei fiori.

10. A quali malattie e parassiti è soggetto?

Il fogliame può essere attaccato da funghi (mal bianco, cercospora, ecc.) che producono antiestetiche chiazze ma non gravi danni, da afidi (quando la stagione è umida) che spariscono con l’estate, e da ragnetto rosso (quando è secca) che scompare con l’arrivo del fresco. Il tronco di esemplari vecchi può diventare nerastro a causa di funghi che lo necrotizzano e lo sgretolano: intervenite tagliando la parte malata e pennellando con fungicida la residua porzione sana.

Glicine, l’esperto spiega come coltivarlo - Ultima modifica: 2020-04-04T15:29:43+02:00 da Elena Tibiletti