Genziana, per digerire i sassi

Pianta protetta a causa della raccolta indiscriminata, la genziana deve la sua rarità alle eccezionali proprietà digestive della radice

Tipica pianta spontanea d’alta montagna, la genziana entra da sempre a far parte delle ricette segrete di numerosi amari e digestivi, proprio per le sue proprietà stimolanti dello stomaco.

La radice, infatti, ha un sapore caratteristico, prima dolciastro, poi amarissimo e persistente. Nella medicina popolare veniva utilizzata per l’azione amaro-tonica dei principi attivi (glucosidi amari: genziopicrina, amarogentina e gentiacaulina), che appunto stimolano i succhi gastrici. Quindi favorisce la digestione, in quanto aumenta la motilità gastrica e le secrezioni dello stomaco. Si utilizza in caso di anoressia, atonia gastrica, digestione lunga e laboriosa e perfino inappetenze dei bambini.

Prima dell’assunzione, soprattutto se assumete continuativamente farmaci, consultate il medico e rispettate sempre le dosi prescritte: un eccesso può provocare iperacidità, crampi e vomito. Evitate la genziana in caso di ernia iatale, gastrite, ulcera peptica, esofagite, gravidanza, allattamento e ipersensibilità.

Com'è fatta la genziana

La genziana maggiore o genziana gialla (Gentiana lutea) è una pianta erbacea perenne alpina, alta quasi 2 m, provvista di una lunga radice cilindrica di colore bruno giallastro e di un unico fusto (1,5 m) fiorale eretto.

Le foglie sono di grandi dimensioni, ovali, opposte, peduncolate, corte quelle inferiori, sessili quelle superiori; la pagina fogliare è solcata da nervature convergenti verso l’apice.

La fioritura avviene nel corso dell’estate con fiori gialli che, in numero da tre a dieci, compaiono all’ascella fogliare.

Come coltivarla

Le genziane sono piante di montagna, quindi le zone più idonee all’allevamento sono quelle in altitudine. Alcune specie vivono in natura anche intorno ai 500-600 m slm, per esempio G. kochiana e G. verna, ma si è scoperto che le radici iniziano a presentare quantità consistenti di sostanze amare soltanto sopra i 900-1.000 m.

La collocazione migliore è nel giardino roccioso o nelle aiuole ben drenate. Le specie di taglia maggiore, quali G. punctata, G. lutea, G. tibetica ecc., possono stare al margine del bosco, purché ricevano luce a sufficienza (non necessariamente il pieno sole, soprattutto in estate), fondamentale per una buona fioritura. L’impianto va effettuato preferibilmente in primavera: non occorrono cure particolari. In estate irrigate le piante con moderazione e concimatele con un prodotto organico in autunno.

In vaso è possibile coltivare le specie di taglia piccola, con un substrato fatto di terriccio di bosco e ghiaia fine, e rinvasando ogni anno in primavera aggiungendo terra fresca e concime a lenta cessione. Annaffiate nel sottovaso, di frequente in estate, ma togliendo l’acqua residua dopo 30 minuti. Sempre in estate, i vasi devono stare a mezz’ombra.

Ovviamente le genziane non temono il gelo: la parte aerea scompare, ma si riforma la primavera successiva.

Come si raccoglie

Le genziane nascono spontanee nei prati di montagna e negli alpeggi fino ai 2000 m di quota. Tuttavia, tutte le Regioni italiane hanno emanato norme di tutela per il genere Gentiana, perché la reiterata e indiscriminata raccolta delle radici ne ha appunto diminuito notevolmente il numero. Quindi, per legge, la raccolta è sempre limitata e in alcune Regioni è addirittura proibita. Nel caso la raccolta sia possibile, si raccomanda di non eccedere, limitandovi alle quantità strettamente necessarie e solo se in presenza di più esemplari.

In aggiunta, attenzione a non confondere la genziana con il veratro o elleboro bianco (Veratrum album), pianta velenosa che cresce nello stesso habitat della genziana gialla e le cui foglie sono molto simili: è riconoscibile per i fiori bianco verdastri, e le foglie con nervature parallele e ricoperte di peluria nella parte inferiore.

Infine, essendo piante che non amano trapianti drastici, se vengono prelevate in natura la percentuale di sopravvivenza è molto bassa: è inutile e illegale sacrificare piante spontanee protette, quando si possono ottenere in modo lecito, acquistando le piante già sviluppate (vivai italiani dell’arco alpino) o procedendo da seme (ditte inglesi e tedesche che producono sementi di genziana garantite).

In ogni caso, le radici vanno raccolte tra settembre e febbraio, tra il quarto e il settimo anno d’età della pianta. Dopo averle pulite dalla terra spazzolandole bene (non lavatele!), vanno tagliate a piccoli pezzi e lasciate asciugare in un luogo asciutto e ventilato, su un graticcio, fino a quando l’interno non appaia di colore giallo. Quindi impiegatela per la preparazione di amari e digestivi. Non utilizzate mai le radici fresche, il cui contenuto in principi attivi è eccessivo e potrebbe causare malesseri anche gravi. Se l’uso invece deve essere erboristico è preferibile farla seccare velocemente, in forno a 50-60 °C con lo sportello semiaperto per circa un’ora, conservando poi i pezzi in luogo asciutto in contenitori ben chiusi.

Rimedi naturali con la genziana

  • La tisana digestiva forte: preparate una miscela con 30 g di radice secca di genziana, 30 g di scorza secca di arancio amaro, 30 g di parti aeree secche di assenzio, 20 g di parti aeree secche di centaurea. Infondete per 10 minuti 15 g di miscela in 500 ml d’acqua bollente, filtrate e consumate una tazza dopo i pasti, senza dolcificare. Attenzione: è molto amara! Ma è particolarmente efficace per digestioni molto lunghe e difficili, con sonnolenza, eruttazioni, forte pesantezza ecc. La presenza dell’assenzio ne preclude l’impiego sotto i 16 anni.
  • Altre soluzioni per digerire: infondete 1 g di radice secca in una tazza d’acqua bollente per 15 minuti, oppure maceratene 2 g in una tazza d’acqua fredda per 4 ore; in entrambi i casi filtrate e bevete 30 minuti prima del pasto. Oppure sciogliete 1 g di polvere di radice in una tazzina d’acqua tiepida e bevetela 15 minuti prima dei pasti. Oppure assumete 30 gocce di tintura madre in mezzo bicchiere d’acqua 30 minuti prima dei pasti. Anche queste preparazioni sono amare e, perché siano più efficaci, non vanno addolcite.
  • La tisana digestiva aromatica: preparate una miscela con 35 g di radice secca di genziana, 35 g di radice secca di angelica (oppure 50 g di melissa se la tisana si assume dopo cena), 30 g di semi secchi di finocchio selvatico. Infondete per 15 minuti 15 g di miscela in 500 ml d’acqua bollente, filtrate e consumate una tazza dopo i pasti, senza dolcificare.
  • Per stuzzicare l’appetito: infondete 2 g di radice secca in una tazza d’acqua bollente per 5 minuti, filtrate, aromatizzate con un pezzetto di scorza fresca d’arancia biologica e bevete caldo a piccoli sorsi 20 minuti prima del pasto.

L’amaro digestivo

  • Macerate per 40 giorni in una bottiglia ben chiusa in un locale fresco e buio 40 g di radice secca di genziana in un litro di vino bianco secco di buona qualità.
  • Filtrate e aggiungete 300 ml di alcol per liquori a 96°. Fate sciogliere bene 200 g di zucchero di canna in 100 g d’acqua fredda e aggiungete la miscela all’alcol agitando bene.
  • Lasciate riposare al fresco e al buio per altri 40 giorni.
  • Sapore e proprietà saranno al top se aspetterete altri 30 giorni prima di stappare.
Genziana, per digerire i sassi - Ultima modifica: 2020-04-11T07:17:20+02:00 da Redazione GI