Alberi da frutto in giardino, belli e generosi… Il frutteto è un sogno da realizzare anche se manca l’esperienza, scegliendo tipologie di semplice cura e di buon risultato, capaci di unire al piacere di un raccolto abbondante anche un aspetto decorativo.
Se fino a qualche anno fa le piante da frutto erano considerate adatte solo alla campagna, oggi la crescente sensibilità ai temi legati all’alimentazione sana e ai criteri di vita ecosostenibile hanno favorito la diffusione dei fruttiferi anche nei giardini e nei terrazzi urbani. A ciò ha contribuito anche l’avanzamento delle conoscenze tecniche, che ha consentito di produrre, di molte specie da frutto, anche varietà nane e compatte, poco ingombranti e quindi più semplici da curare e da far crescere nei piccoli spazi.
Oggi realizzare un piccolo frutteto, anche se non si ha esperienza, è davvero più facile: resta comunque fondamentale, per un buon risultato, orientarsi verso le varietà più resistenti e adatte al luogo in cui devono vivere, requisito fondamentale per portare la manutenzione a livelli decisamente modesti ed evitare ogni spreco, anche sul fronte dell’impiego di trattamenti antiparassitari assai inquinanti.
Scegliere specie e varietà
La scelta di avere qualche albero da frutto richiede un po’ di riflessione per individuare non solo i sapori desiderati e l’aspetto estetico, ma anche le varietà necessitanti di minori interventi a fronte di un risultato appagante.
Va anche considerato che il costo delle piante giovani non è elevato e parte da qualche decina di euro, per salire in base all’età e dimensione dell’esemplare e alla varietà (quelle più rare sono ovviamente molto costose). Con meno di 50 euro è comunque possibile piantare in vaso un melo colonnare “Ballerina” o un albicocco nano. Le piante a radice nuda, in vendita in inverno, costano molto meno, persino 10 euro se non meno.
La scelta più premiante nel tempo è però quella di optare per varietà del passato e del proprio territorio: è il modo più efficace per spendere bene acquistando esemplari che possono avere una lunga durata. Rappresentano uno sconfinato e preziosissimo patrimonio di biodiversità, nato nei secoli dalla pazienza e dalla tenacia dei contadini che avevano selezionato le varietà più adatte al luogo e a particolari esigenze, fra cui per esempio la durata del raccolto in cantina, fondamentale in tempi in cui non esisteva il frigorifero.
Oggi il repertorio di varietà antiche disponibile in Italia comprende diverse centinaia di cultivar fra meli, peri, albicocchi, peschi, susini, ciliegi, nonché di viti per uva da vino o da tavola. Per minimizzare il rischio di errori, è bene rivolgersi a vivaisti specializzati, nella propria zona geografica e acquistare, se possibile, varietà originarie del posto: si tratta di tipologie selezionate in base alle caratteristiche ambientali e climatiche dell’area e daranno quindi le maggiori garanzie di successo.
Tra i vantaggi offerti dagli antichi fruttiferi, infatti, c’è la capacità di sopportare le avversità climatiche (le gelate in inverno o i ritorni di freddo in primavera, il caldo torrido e la siccità in estate) molto meglio delle varietà moderne, che non sempre si adattano a ogni zona geografica. Questo significa che non si rischia di perdere il raccolto per una gelata improvvisa a inizio aprile, perché la pianta magari fiorisce alla fine del mese, né di vedere i frutti cadere per mancanza d’acqua, perché l’albero sa centellinarla grazie a un apparato radicale e strutturale sperimentato e affinato per secoli dai contadini della zona.
Inoltre si tratta spesso di varietà poco sensibili o tolleranti, o addirittura resistenti alle avversità dominanti nell’area, per esempio all’oidio che colpisce prevalentemente nelle parti collinari. Ciò si traduce in una minore necessità di utilizzare prodotti chimici per la difesa da parassiti e malattie, una caratteristica che nel frutteto familiare o nel giardino orientato alle scelte dei metodi bio è, ovviamente, molto apprezzabile.
Si tratta infine di varietà capaci di dare abbondanti raccolti, composti però da frutti piuttosto piccoli; ai vantaggi della scarsa manutenzione aggiungono quello di poter assaporare qualcosa di introvabile sui banchi del supermercato. La taglia ridotta dei frutti, oltre ad aumentarne la conservabilità e a renderli in genere più sodi e croccanti, permette anche di concentrare il sapore e il profumo regalando un’esperienza sensoriale unica, che si perde invece se il frutto s’ingrossa e diviene più acquoso. Del resto, le varietà moderne sono proprio state selezionate per l’omologata grossezza del frutto, che però è aumentata a scapito proprio del sapore.
Frutti minori, anche per chi non ha esperienza
Nespolo, cotogno, giuggiolo, carrubo, melograno, azzeruolo, sorbo, gelso, corniolo, kaki, castagno da frutto (in collina e montagna) e specie esotiche ma adattate in Italia, come feijoa e nespolo del Giappone, sono un grande patrimonio di biodiversità. Si tratta di specie di facile cura e consigliabili quindi anche a chi non ha esperienza. Sono specie rustiche quasi sempre più resistenti agli stress ambientali e ai parassiti. Ottime piante, dunque, per il giardino bio e per chi preferisce specie a manutenzione minima. Tra i loro vantaggi c’è anche il fatto che, in quanto a potature, richiedono solo un rapido intervento di pulizia dal secco, a fine inverno.
Il ciliegio è un gioiello di bellezza. Il Durone di Cesena e il Durone giallo sono particolarmente suggeriti per il frutteto familiare. Pianta robusta e resistente al gelo, ha una lunga durata: per decenni avrete il piacere della sua fioritura miracolosa, ad aprile, e del suo generoso raccolto, in giugno.
La nespola europea è un frutto dimenticato da recuperare sia per riscoprirne il sapore, sia per la grande facilità con cui cresce; l’arbusto o piccolo albero è consigliabile anche per formare siepi naturalistiche in consociazione con altre specie rustiche da frutto (sorbi, giuggioli...). Un tempo era presente quasi ovunque anche perché veniva impiegata per produrre elisir e tonificanti che si riteneva avessero il potere di curare la tosse.
L’uva da tavola, come questi giovani esemplari di Moscato in varietà antiche, offre anche il piacere di ottenere una pergola sotto la quale pranzare e riposare. Va però considerato che, rispetto ad altre specie da frutto, la vite va seguita soprattutto nei primi anni per assecondare, con adeguate potature, il portamento e la fruttificazione. Inoltre, se la pianta si estende su una pergola la potatura diventa un po’ complicata e richiederà robuste scale o meglio un trabattello, attrezzatura che consente di lavorare comodamente e in sicurezza.
Da frutto e da fiore
In Italia l’uso delle piante da frutto a scopo ornamentale sta conoscendo una maggiore diffusione. Per esempio, il pero da fiore Pyrus calleryana 'Chanticleer' è un albero che in questi ultimi anni è stato impiegato anche in ambito urbano come specie ornamentale. La particolarità di questa elegante varietà è la forma conica della chioma, che rimane stretta anche dopo anni di crescita, permettendo di piantare questi alberi da fiore e da frutto laddove vi sono problemi di spazio, come per esempio la vicinanza di fabbricati. La sua bianca fioritura primaverile è abbondante e dura circa un mese, lasciando poi spazio al fogliame e, in autunno, a frutti di piccole dimensioni.
Apprezzabili sono anche i meli da fiore che producono petali di colori molto accesi e, in estate-autunno, piccoli frutti decorativi che possono essere impiegati come ingrediente per marmellate.
Si può anche pensare a una selezione di varietà precoci e tardive, combinando la fioritura con una fruttificazione insolita: per esempio le ciliegie gialle Stark Gold, il melo cotogno dai larghi fiori bianchi, il pesco con polpa rossa Sanguine de Savoie che produce petali rosa incantevoli, il pero antico Angelica... Insomma, un doppio beneficio: la bellezza e la fruttificazione, su varietà facili e robuste che chiedono davvero poche cure.